*Un corteo funebre si avvicina verso la cattedrale. In mezzo ad esso, quattro consacrati trasportano una cassa chiusa. Davanti ad essi, la sacerdotessa di Eitiana Anaitie, in tunica nera, adorna solo del solito tabarro con l’effige del Drago e un mantello con il cappuccio calato fino agli occhi, avanza a passo lento. Davanti a lei, il Sacro Condottiero guida il corteo. L’agorà è gremita di popolani accorsi, curiosi. Sulle scale della Cattedrale è stato disteso un tappeto nero, che guida il corteo e gli astanti verso l’altare della Cattedrale, davanti al quale viene posta la cassa. Su di essa vi è stata incisa una spada e una lancia ed è stata ornata da veli bianchi e neri. Quando le navate risuonano di religioso silenzio, la sacerdotessa toglie il cappuccio, mostrando il viso segnato dalla stanchezza e dalla sofferenza. Tuttavia, alza le braccia al cielo e, con voce ferma e decisa, comincia la messa funebre*
Oggi siamo qui riuniti per celebrare un grande uomo, un uomo di fede, un uomo devoto alla causa della sua amata Dea. Le parole non bastano per esprimere il dolore che sta attraversando i cuori di tutti i componenti del Sacro Ordine. Quell’Ordine di cui egli era Alto Comandante. Possano gli dèi tutti avere in gloria la sua anima.
Ad Eleimitros, la cui luce splende forte in questo cielo pomeridiano, chiedo di vegliare su questa sacra funzione. Scalda le nostre anime, Grande Eleimitros, così gelate da questa perdita. Sul tuo trono, Sommo Giudice, possa tu giudicare l’anima di quest’uomo, avendo contemplato ciò che fece in vita. Con la voce tremante, Misericordioso, ti chiedo di far sì che egli possa ricongiungersi alla sua Dea, la stessa per cui ha mosso con decisione i suoi passi, la stessa per cui ha consumato la sua spada in battaglia, la stessa per cui è morto con dignità. Questo ti chiedo, Divino Eleimitros, a nome mio e del Sacro Ordine.
*la voce si spezza. Liberando qualche lacrima, dopo poco più di un minuto, si inginocchia davanti alla cassa, ponendo la mano destra su di essa e ritorna a parlare*
Alto Comandante Tristano, possa tu varcare, con la fierezza degna di un paladino della Somma Kalàiphenes, la Porta della Morte. Possa la mia amata Anaitie guidarti e accoglierti. La prima volta che l’ho conosciuta, ho avuto subito l’onore di combattere al suo fianco in battaglia. Una battaglia che sembrava, ai più, persa in partenza. Lei, con le sue parole, è riuscito ad infondere in noi il coraggio e la determinazione. Fermo nella sua fede, ci disse semplicemente: “Guardateli fissi negli occhi e urlate ad ogni passo. Devono avere paura di noi!”. Ed è ciò che abbiamo fatto, Alto Comandante…abbiamo urlato e combattuto fino alla fine, fino a quando la chiara luce dell’alba ci ha mostrato che palesemente non potevamo farcela. Lei…lei mi ha resa fiera di far parte del Sacro Ordine.
*le lacrime scendono copiose*
Lei, il degno allievo del Sacro Condottiero, mi ha donato la consapevolezza che solo chi non ha paura mai di fronte al pericolo, che solo chi combatte fino alla fine tenendo stretta la propria fede, può camminare a testa alta. E camminerò a testa alta, come lo faranno i miei compagni. Ha lasciato in noi un vuoto incolmabile.
*dopo queste parole, trattenendo le lacrime. Si alza e allunga le mani al cielo, pronunciando una preghiera*
Oh somma Eitiana, che donasti al mondo una vita tanto preziosa, ti ringraziamo. La sua anima, percorrendo la strada che la porterà al cospetto di Anaitie, si trova ora davanti alla sua Porta. Possa la gloriosa Dea aprirla e accogliere amorevolmente l’Alto Comandante Tristano.
*La sacerdotessa apre la cassa, mostrando agli astanti un corpo accuratamente avvolto da una coperta bianca, sulla quale è raffigurato un toro. Si inginocchia e, spezzando un sigillo, pronuncia tali parole*
Somma Kalàiphenes, Condottiera celeste, a te dedico quest’anima. Accogli l’Alto Comandante al tuo fianco, egli che fu, in vita e sulla Terra, tuo degno braccio armato, tuo coraggioso guerriero, tuo devoto fedele. Possa egli riposare in pace sotto la tua giusta protezione e rendervi fiera di lui anche in quest’altra vita.
*Dopo aver pronunciato queste frasi, rimane qualche minuto in religioso silenzio. Al che si rialza, dicendo*
Vengano ora coloro che vogliono dare l’estremo saluto all’Alto Comandante Tristano.