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RAMONA

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    =ramona=
    Utente Junior
    00 21/04/2005 10:26
    Ramona va allo stadio.

    Quando il suo ragazzo le propose di andare allo stadio per vedere la partita della sua squadra del cuore, la Juve, che arrivava a qualche chilometro da casa loro, Ramona non fece certo salti di gioia. Si, era contenta di accompagnare il suo boy, ma onestamente il calcio non la faceva impazzire. Allo stadio non c’era mai stata, non aveva mai vissuto un evento sportivo in diretta, non sapeva neppure come ci si doveva vestire in quelle occasioni. Decise di fare di testa sua: tirò fuori dall’armadio la minigonna di jeans che a lui piaceva tanto, talmente corta che se solo si piegava di un centimetro le venivano fuori le chiappette e un maglioncino rosa, di angora morbida e rasata che messo senza reggiseno faceva vedere bene i capezzolini che spuntavano da sotto. Da vera troietta qual è sempre stata, Ramona, dopo un profumato bidè, si mise adosso le mutandine più piccole che aveva, un perizoma nero trasparente con un triangolino mini davanti e il filo interdendale che le strofinava dolcemente sul culetto. Infine decise di mettersi degli stivali neri che la facevano sentire tanto porca. Dovevano andare a vedere una partita di calcio, ma lei non aveva intenzione di rinunciare alla sua femminilità. Quando lui arrivò sotto casa sua per prenderla, Ramona si mise a posto con una spazzola i riccioloni neri e scese di fretta. Salì in macchina e lui non potè non notare le splendide cosce levigate che Ramona faceva ben vedere. Un bacio e via verso lo stadio. Nel tragitto lui non riusciva a staccare gli occhi da quelle gambe e da quella minigonna, fino a che non allungò la mano sotto le mutandine sfiorandole la fighetta pelosa. Ramona scoppiò a ridere, come al solito era riuscita ad arrapare il suo maschietto focoso e, come al solito, anche lei si era già bagnata la patatina. La giornata cominciava bene, ma era niente confronto a quello che doveva, inaspettatamente, accadere. Parcheggiata l’auto, Ramona e il suo boy, si diressero a piedi come tutti gli altri verso le entrate. Subito fu chiaro che si sarebbero dovuti mettere in fila ed attendere un bel po’ vista la marea di persone che si accalcavano per entrare. Bandiere bianconere, sciarpe, cappellini, i tifosi più scatenati già scandivano i cori, gli ultrà entravano proprio nel settore dove dovevano entrare anche loro. Le facce di quelli non erano proprio delle più rassicuranti, molti sembravano avanzi da galera, pieni di tatuaggi, orecchini, piercing, muscoli in bella evidenza, insomma facevano un po’ paura, ma visto che erano tifosi della Juve, non c’era nulla da temere. Piuttosto, Ramona, notò subito qualche bel ragazzo tra quei tifosi, in particolare alcuni ragazzotti alti e robusti con i jeans stretti e a vita bassa che facevano evidenziare un bel pacco sul davanti. La giornata era improvvisamente diventata interessante. Ramona prese per mano il suo ragazzo e si andò ad infilare dritta nella fila che attendeva di entrare. La porcellina già si pregustava le mani sul culo e le palpatine di quelli che le stavano dietro, lo strusciamento sulle sue tettine di quelli che le stavano davanti, insomma si era già eccitata come una troietta in calore. Quello che aveva immaginato fu niente rispetto a quello che accadde per davvero. Il gruppo di ultrà si accorse subito del prelibato bocconcino che stava a pochi passi da loro, così, uno alla volta cominciarono a circondare Ramona, spingendo via quelli che le stavano intorno, compreso il suo ragazzo che, sapendo come era eccitata la sua bimba, li lasciò fare con piacere. Gli animi si erano eccitati in tutti i sensi, gli ultras saltavano e gridavano a squarciagola stringendosi intorno alla Ramona. Lei si lasciò trascinare da tanto tifo e cominciò anche lei a fare festa con loro. Ormai non era più possibile tornare indietro, Ramona si sentiva infilare le mani dappertutto, le toccavano il culo, le strofinavano le tette, le strusciavano la patta dei pantaloni sulle sue cosce, qualcuno più audace, approfittando del caos, arrivò ad infilarle la mano sotto il gonnellino sfiorandole il pelo della passerina. Inutile dire che le sue mutandine erano ormai zuppe e bagnate all’inverosimile e i suoi capezzoli erano diventati così duri che sembravano dover bucare il maglioncino da un momento all’altro. Finalmente riuscirono ad entrare nello stadio, a dirigersi verso il settore a loro riservato: la curva. Il ragazzo di Ramona la prese per mano e si assicurò che tutto fosse a posto, lei con un sorriso languido e da vera maiala gli fece capire che stava andando tutto meravigliosamente bene. Per qualche attimo prima dell’inizio della partita tutto era tornato alla normalità, gli ultras si erano dati una calmata, Ramona come tutti si era seduta sugli spalti in attesa dell’arrivo sul campo dei calciatori. Ma, appena lo speaker cominciò ad annunciare dagli altoparlanti le formazioni delle squadre che entravano, tutti si alzarono in piedi e ricominciarono i cori e il tifo. La curva sembrava ondeggiare sotto i salti e la ola dei tifosi. Ramona, naturalmente, fu circondata e coinvolta nei balli e negli slogans che il capo ultrà ordinava agli altri di fare. In men che non si dica Ramona fu di nuovo messa in mezzo e nella confusione generale nessuno faceva caso alle mani di quei maschioni che la palpavano senza ritegno, alle patte gonfie di quelli che lei sentiva premere addosso, sul culetto, sulle sue cosce. La partita era entrata nel vivo e ormai la curva era diventata una vera bolgia, un caos indescrivibile. Proprio in quel momento successe quello che Ramona mai si sarebbe aspettata in uno stadio di calcio. Si sentì toccare tra le cosce da una mano che, questa volta, non si fermò a sfiorarla, ma continuò a frugare tra le sue mutandine, fino a quando non si sentì penetrare la fighetta da due ditoni ruvidi e grossi che cominciarono a stantuffarla avanti e dietro. Ramona cercò lo sguardo del suo ragazzo che aveva capito tutto, lui le fece segno di lasciarsi andare. Ramona cominciò a mugolare di piacere, ormai la sua figa si era inondata come un lago e le sue mutandine erano talmente inzuppate che erano ormai sparite all’interno della sua sorca pelosa. Pian piano quelli che le stavano intorno capirono che era il momento di approfittare di quella zoccola. Così Ramona si ritrovò in mano un paio di cazzi turgidi e nodosi che cominciò a menare come sapeva fare lei, era in piena estasi con tutte quelle mani addosso, con quei cazzi che odoravano di sesso selvaggio, quando all’improvviso si sentì spingere il busto in avanti. Si trovò piegata a novanta gradi e ancora prima di capire quello che stava succedendo sentì un bastone di carne che gli sfondava la figona bagnata. Mentre veniva pompata da dietro, un brutto porco, un anziano tifoso, un sessantenne dalla faccia di maiale che si era accorto di tutto quello che stava succedendo, si aprì la lampo dei pantaloni e in un attimo le piantò in bocca il suo uccellone gonfio. Il gruppetto che circondava Ramona aveva altro da fare che pensare alla partita e, uno dopo l’altro si alternavano chi a montarla da dietro, chi a farsi spompinare dalla porcona, chi a sbatterle l’uccello in mano per una sega. Ramona sentì fiottare un paio di cazzi sul suo volto e un altro paio gli sentì venire di seme caldo nella sua figa e sul suo culo. Alla fine almeno una decina di tifosi le avevano sborrato addosso, mascherandola di sperma appiccicoso la faccia e sporcandole il culo e la figa di crema viscida. Per fortuna, una volta sfogati e svuotati, i tifosi decisero che era tempo di dedicarsi alla loro squadra del cuore. Ramona ne approfittò per ripulirsi con dei fazzolettini di carta e ricomporsi. Si rifece alla meno peggio il trucco e fece appena in tempo a godersi il goal della vittoria della Vecchia Signora. La puttanella con un sorriso beato fece segno al suo ragazzo che la giornata allo stadio poteva fermarsi lì, che era meglio tornare a casa prima della fine della partita. Mano nella mano i due lasciarono gli spalti tra gli sguardi adoranti di quei tifosi che l’avevano inzozzata. Una volta a casa Ramona si mise sotto la doccia per ripulirsi per bene delle sborrate che aveva preso dappertutto, si mise nell’accappatoio e rientrò nella sua stanzetta. Appena varcò la porta vide il suo ragazzo nudo sul letto, con il cazzo in tiro come mai lo aveva visto. Non fece in tempo a dire nulla che lui le tolse l’asciugamano che la copriva e cominciò a montarla come una vacca, con una foga che mai aveva visto prima. Quando lui se ne andò a casa lei aveva preso il suo cazzo in tutti i buchi possibili, in particolare le era venuto due volte nel culo mentre le gridava: forza Juve!
    Ramona non ha mai capito se lui, quel porco, aveva organizzato tutto perché sicuro di quello che sarebbe successo!

    Scriveteci a ramona18latroietta@libero.it

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    TunicaNera
    Utente Junior
    00 17/06/2005 22:22
    [SM=g27794] che inciviltà
  • Mistery00
    00 05/03/2006 20:02
    ...
    Cara Ramona, i tuoi racconti sono come sempre bellissimi...
    Spero di leggere presto altri tuoi racconti, e ovviamente di rivederti presto in questo splendido sito, e non dare retta a ki dice ke le tue foto sn taroccate o robe di questo genere!
    Un bacio :smile3[SM=g27789]
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    Geppo70
    Utente Junior
    00 08/08/2006 18:30
    Ma che fine hai fatto?!
    Che fine hai fatto RAMONA?! Dal WEB sono sparite tutte le tue foto!! Perchè non ritorni a postare?!