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IL GIORNALE
7 marzo 2007
Salvi: "La legge sui Dico è impraticabile"
di Francesca Angeli

Roma - Dico? Un testo giuridicamente incerto che rischia di intasare gli uffici dei magistrati e gonfiare le tasche degli avvocati. «Non proporrò l’adozione del disegno di legge del governo come testo base perché impraticabile dal punto di vista giuridico» dice il presidente della commissione Giustizia, il ds Cesare Salvi, che punto per punto smantella il ddl firmato dalle ministre Barbara Pollastrini, Pari opportunità, e Rosy Bindi, Famiglia.
Ad ascoltarlo nell’aula della Commissione di Palazzo Madama c’è soltanto la Bindi, che scuote il capo e si fa rossa in volto. La Pollastrini è volata a New York per parlare all’Assemblea generale dell’Onu dedicata alle donne. Ironia della sorte proprio mentre la Pollastrini illustra la proposta del governo sulle convivenze all’Onu, dall’altra parte dell’oceano, il suo collega di partito la sta bocciando in Parlamento.
Presidente Salvi, il senatore Roberto Castelli della Lega appena uscito dalla Commissione ha detto che lei ha «demolito» il ddl del governo.
«Insomma “demolito” forse è eccessivo. Ho criticato l’impianto giuridico del provvedimento. In commissione è stato avviata una discussione libera su tutti i provvedimenti presentati sulle unioni di fatto».
Il governo si è impegnato molto per trovare una mediazione e presentare un suo ddl. Forse si aspettava una maggiore considerazione...
«Guardi io non proporrò come testo base quello del governo e al momento non ne ho scelto uno fra quelli già presentati. La Commissione lavorerà per mettere a punto un testo unificato».
Che cosa non funziona nel ddl Bindi-Pollastrini?
«Il meccanismo della raccomandata (si può certificare l’esistenza della coppia di fatto andando da soli all’anagrafe purché si invii una lettera raccomandata con avviso di ricevimento all’altro convivente, ndr) crea troppa incertezza. Non possiamo complicare la vita dei magistrati con un diluvio di ricorsi».
La reversibilità della pensione nel ddl è prevista non soltanto per le coppie che o come coniugi ma anche per quelle con legami di solidarietà, come zio e nipote.
«Nel testo si pone soltanto un principio perché poi si rimanda la questione alla riforma delle pensioni. Comunque è chiaro che non possiamo appesantire troppo le finanze pubbliche e dunque si deve parlare di reversibilità della pensione soltanto per i conviventi in senso stretto».
Il ministro Bindi si dice aperta alle modifiche purchè non si creino forme “paramatrimoniali”.
«Sono d’accordo visto che la Costituzione italiana pone un limite contenuto nell’articolo 29. Ciò che si è fatto in altri paesi, mi riferisco al matrimonio tra gay, in Italia non è possibile senza modificare la Costituzione».
Il dibattito sulle unioni di fatto esce dal Parlamento e scende in piazza. Alla manifestazione pro Dico promossa dalle associazioni omosessuali sabato prossimo a Roma parteciperanno ministri ed esponenti della maggioranza. Lo stesso accadrà sul fronte opposto per il Family day voluto dalle organizzazioni cattoliche. Lei che farà?
«È giusto che si apra un dibattito nell’opinione pubblica e che si manifesti ma la mia funzione, la funzione del Parlamento, non prevede la protesta in piazza ma la ricerca del dialogo e di una soluzione condivisa».
Ministri e rappresentanti della maggioranza che scendono in piazza, dice Massimo Cacciari, sono il segno della crisi del sistema politico italiano. La politica non sa più decidere?
«La politica in questo momento è debole e c’è il rischio forte di farsi condizionare. Per questo raddoppierò il mio impegno per arrivare a una legge ben fatta».





INES TABUSSO