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8 gennaio 2007
Etica e politica : il comma Fuda e il commento di Mastella
di Alessandro Balducci

Certi ministri della Repubblica dovrebbero riflettere un po' prima di rilasciare dichiarazioni: le conseguenze delle loro parole non sono paragonabili alle conseguenze che seguono i discorsi da bar fatti dai comuni cittadini.

Mi voglio riferire alle incredibili frasi del ministro Mastella (1) sulla difesa del comma Fuda sulla prescrizione dei reati contabili. Se il Guardasigilli - che avrebbe il compito di assicurare il buon funzionamento della macchina giudiziaria e di essere in primo luogo esempio di corretto comportamento di fronte ai cittadini - si mette a difendere gli amministratori locali colpevoli di reati contro la pubblica amministrazione, allora forse occorre rinfrescare la memoria.

Nei soli anni '80 i costi diretti delle tangenti sono stati stimati in "15 mila miliardi l'anno con una incidenza sul PIL dell'1% e dell'8,9% sul deficit di bilancio. Somma che corrisponde al doppio degli utili realizzati nel 1992 dalle aziende italiane. A questo costo bisogna aggiungere i costi indiretti: migliaia di opere pubbliche inutili, costruite con materiali scadenti, inutilizzate; distruzione del territorio; inquinamento della pubblica amministrazione.

Nel 1996 i dipendenti pubblici inquisiti erano il 3% del totale e cioè 90 mila circa, dei quali, metà per corruzione" (fonte: democrazialegalita, 28.11.2004). Poiche' non abbiamo motivo di ritenere che nel frattempo i governi succedutisi - dagli anni di tangentopoli ad oggi - abbiano approntato quelle misure necessarie a prevenire, o quantomeno a limitare, lo spreco delle risorse costituito dalla mala amministrazione del denaro pubblico e dalla corruzione, c'e' da credere che la situazione attuale sia paragonabile a quella pre-tangentopoli se non addirittura peggiorata.

Questo significa che mentre il governo (di cui anche Mastella fa parte... o se ne e' scordato?) appronta una serie di misure impopolari e in qualche caso discutibili per far fronte alle esigenze improcrastinabili di risanamento del bilancio, dall'altra si permette che decine o centinaia di amministratori locali sperperino i soldi pubblici provenienti dalla tassazione. Non solo: si pretende anche che, una volta scoperti con le mani nel sacco, sia garantita loro l'impunita'!

Scriveva nel 2002 (decennale di Mani Pulite) Giuseppe D'Avanzo su Repubblica: "Non si può rievocare il decennio senza indicare le responsabilità della Politica sopravvissuta a (o nata da) Mani Pulite. Sarebbe stato primo compito della Politica, dopo gli anni del lavacro, rilegittimare se stessa e le istituzioni pubbliche con un sistema di riforme capaci di prevenire la corruzione.
Sarebbero state sufficienti poche riforme per ritornare all´auspicata 'normalità'. Per le imprese, la tutela della concorrenza, la regolamentazione del lobbing, la disciplina del conflitto d´interessi, un nuovo diritto societario. Per quanto riguarda le istituzioni pubbliche e la politica, la trasparenza e l'efficienza della pubblica amministrazione, le sanzioni al finanziamento illecito dei partiti, la divisione dei poteri tra amministratori eletti e burocrati.
In dieci anni nessuna riforma regolatrice del rapporto tra politica e affari è invece arrivata in porto. L'obiettivo della politica è stato un altro: trovare una linea di demarcazione tra passato e futuro per assolversi e ricominciare senza pesi e responsabilità; stringere un compromesso politico o addirittura "storico" per ricostruire ciò che è andato distrutto nella Prima Repubblica e non per rifondare la Seconda."

A rileggere queste cose scritte 5 anni fa, viene spontaneo chiedersi perche', invece di difendere i disonesti, il ministro in questione, insieme ai suoi colleghi, non inizi a fare almeno una parte delle cose descritte sopra. Perseguire il risanamento dei conti pubblici e' una missione doverosa, non solo per gli impegni presi nei confronti degli altri paesi europei, ma anche per assicurare un avvenire alle future generazioni.

Una missione che richiede pero' un comportamento da parte della classe politica che sia all'altezza del compito che si e' prefissa di portare avanti. Altrimenti si rischia di perdere credibilita' e di gettare nella sfiducia gli stessi cittadini che vengono chiamati a contribuire al risanamento.

(1) "Basta criminalizzare il comma Fuda". Pietro Fuda... "ha ideato questo comma solo per evitare una via crucis a tanti amministratori locali, cosa che ho anche tentato di spiegare a Prodi. Ma oramai si era scatenata la gazzarra su Fuda, visto come il diavolo tentatore e diventato famoso per una cosa che infame non è"... ed e' "il vendicatore di tanti amministratori pubblici costretti da una legge iniqua a non beneficiare di una prescrizione per un reato contabile. I ladri sì e i sindaci no! Cose da pazzi. Tantissimi amministratori pubblici ci chiedono il riequilibrio di questa ingiustizia. Non si può essere rei a vita".




INES TABUSSO