00 22/03/2006 00:26

CORRIERE DELLA SERA
21 marzo 2006
IL CASO /In teatro il libro «Le mille balle blu» scritto anche dal giornalista Gomez. Ieri la prima tappa della tournée all’Ambra Jovinelli di Roma
Guzzanti-Travaglio, kermesse sulla Silvio-story
L’attrice lo imita e cita le gaffes sui semafori in Iraq e sui consigli a Sharon

ROMA - Campagna elettorale, Silvio Berlusconi, gente che si tiene la pancia, risate. Teatro Ambra Jovinelli, ieri sera. Ma lui, il Cavaliere, non c’è. Però c’è la sua voce (Sabina Guzzanti: timbro, pause. Quasi uguale). E poi ci sono Marco Travaglio e Peter Gomez, giornalisti e storiografi riconoscenti al premier. «Abbiamo firmato un libro che, però, ha scritto lui». Titolo del libro: Le mille balle blu (Bur, 475 pagine, 11,50 euro). Per capire la serata, l’atmosfera, questo teatro che diventa libreria: «Presentiamo un libro di balle e figuracce, promesse e smentite, leggi vergognose e telefonate segrete dell’uomo che, da dodici anni, prende in giro gli italiani». Scenografia scarna, sedie e microfoni, sipario nero alle spalle. Platea militante ed eccitata, ingresso gratuito. Il primo applauso è per una citazione, del 2001, di Indro Montanelli: «Berlusconi è il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne. È questo che lo rende così pericoloso. Non ha nessun pudore. Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine, la dice. Ha l’allergia alla verità, una voluttuosa propensione alle menzogne».
Segue riepilogo di tutte le 17 grane giudiziarie accumulate, negli anni, dal Cavaliere, con il loro esito di condanne e assoluzioni. C’è l’elenco di quelle che gli avversari definiscono «leggi ignobili», dalla ex Cirielli al tentativo di cambiare le norme napoleoniche sulla sepoltura nei cimiteri, fatto per portare nel mausoleo di Arcore il papà Luigi. Quindi, le intercettazioni: quelle in cui Bettino Craxi definisce Montanelli «merdolina» e quelle poi, da Gomez e Travaglio definite «fondamentali», tra Berlusconi, Marcello Dell’Utri, Vittorio Mangano (ex fattore di Arcore e boss mafioso) e Gaetano «Tanino» Cinà, palermitano, proprietario di una lavanderia e di un negozio di articoli sportivi, imparentato tramite la moglie con i boss Stefano Bontade e Mimmo Teresi («Cinà - spiega Gomez - verrà condannato nel 2005 dal Tribunale di Palermo per partecipazione diretta a Cosa Nostra, insieme a Dell’Utri, condannato però per concorso esterno, come "uomo d’onore" del clan Malaspina»).
Il libro, tuttavia, non è solo inchiesta, ricostruzione giudiziaria. Le risate, gli sghignazzi che diventano ovazioni, arrivano infatti quando i due autori e Sabina Guzzanti (che, a un certo punto, imita anche Lucia Annunziata) ricordano alcune memorabili uscite del premier. Sull’Iraq: «Lì c’è ormai una vita normale, anche se, certo, i semafori a Bagdad non funzionano». Sull’ictus di Sharon: «Gli ho consigliato di rimettersi in forma con una bella dieta mediterranea» (È il 23 dicembre - ricorda Travaglio - e, dieci giorni dopo, Ariel Sharon entra in coma»). A Roma, l’11 giungo del 2002, vertice mondiale della Fao: «Bisogna accorciare i tempi degli interventi perché la nostra non sarà una tragedia, ma anche noi abbiamo fame...». A Washington, con George Bush, il 21 maggio del 2004: «Vorrei ricordare l’attacco del comunismo alle Due Torri...».
Poi, a seguire, altre frasi celebri del premier. 13-9-1993: «Un partito di Berlusconi non ci sarà mai». 29-3-1994: «Alla Rai non sposterò nemmeno una pianta». 10-10-1995: «Sono un grande estimatore della magistratura». 18-3-1995: «Ho dato mandato irrevocabile di vendere le mie tv». 13-3-2003: «Il primo a non volere la guerra in Iraq è Bush». 26-1-2006: «Io odio andare in tv». 13-2-2006: «Io sono il Gesù Cristo della politica».
Fabrizio Roncone



INES TABUSSO