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CORRIERE DELLA SERA
15 febbraio 2006

Forse non hanno capito bene la situazione. Lei continua a ripetere: «Dopo Mussolini, il migliore è Berlusconi». E lui, il marito di lei: «Il quale Berlusconi ha ragione su tutto, compresa la storia che i giornalisti dell’ Unità sono dei cani randagi da spazzare via. A cominciare da quel Furio Colombo, che li ha diretti per un po’». Campagna elettorale, stavolta nei paraggi della Casa delle Libertà. Lui è Gaetano Saya, fondatore del Nuovo Msi-Destra nazionale (con cui Forza Italia ha ufficialmente stretto accordi in vista del prossimo 9 aprile) ed ex gran capo del Dssa, il Dipartimento di studi Strategici antiterrorismo, una sorta di polizia clandestina sgominata dai giudici a Genova nel luglio scorso.
Lei, la moglie di Saya, Maria Antonietta Cannizzaro, è da ieri il presidente del partito per «ragioni di opportunità». Ha preso il posto del marito: «Tra uno o due giorni dovrei incontrare nuovamente Silvio. Meglio che vada io. Ci siamo capiti subito bene, l’altra volta». L’altra volta: 29 settembre 2005, Palazzo Grazioli. «Berlusconi fu gentilissimo e, come sempre, dimostrò tutta la sua statura politica. Mi spiegò infatti che la presenza della fiamma tricolore, il nostro amato simbolo, è fondamentale nelle sue liste. Gli porteremo, lui ne è giustamente convinto, tutti i voti dei nostalgici e di quelli che non si riconoscono nell’attuale destra. Moscia e venduta».
Gaetano Saya aggiunge che «mia moglie, naturalmente, non ce l’ha con Fini, rimasto a Fiuggi, ma con tipi come Pino Rauti, o come Roberto Fiore e Adriano Tilgher di Forza Nuova. Personaggi dai quali siamo piuttosto distanti». L’ex gran capo del Dssa parla al telefonino, è in treno, sta scendendo in Calabria per una serie di comizi. Non è più agli arresti domiciliari: «Sebbene resti ingiustamente indagato». Le accuse: «Associazione a delinquere finalizzata all’usurpazione di funzione pubblica in materia di prevenzione e repressione dei reati e poi... beh, poi c’è anche la violazione della banca dati del ministero dell’Interno, nonostante però quelli, al Viminale, sapessero tutto... Ma non è meglio parlare di politica?».
Di politica e di programmi. Cominciamo dall’immigrazione. «Bisogna chiudere le frontiere. Subito. E poi bisogna espellere tutti gli immigrati clandestini e quelli reclusi nelle carceri italiane. Gli immigrati sono un pericolo: per la purezza della nostra razza». Pacs, coppie di fatto. «Non abbiamo niente contro i gay, contro i finocchi... Possono lavorare tranquillamente, ma senza essere visti. Devono rimanere il più possibile nascosti. La loro presenza, purtroppo, devia la nostra società. Quando un bambino vede, non so, uno come Vladimir Luxuria, che idee si fa sul sesso?». Sistema politico. «Come ripete sempre Berlusconi, tutto ruota intorno ai comunisti. Controllano l’intera società italiana, compresi i giudici. E, per questo, bisogna combatterli. Con la repressione. Probabilmente, saremo costretti ad andarli a cercare uno ad uno».
Probabilmente, hanno intenzione di cominciare da Furio Colombo. L’ex direttore del quotidiano l’Unità ha già ricevuto quattro e-mail da Gaetano Saya. «Mi scrive nel cuore della notte. Il primo messaggio lo spedì alle 2,41 dello scorso 9 febbraio. Il testo: "Non sei degno di stare al mondo..."». Due notti dopo, arriva un’altra e-mail. «Con quattro carte da gioco. Dentro, oltre alla mia faccia, quelle di Prodi, definito una faccia da mortadella, di Fassino, definito un tubercoloso, e di Rutelli, che secondo il signor Saya è un efebo».
Colombo ha informato la Digos, che ora indaga. L’Unità racconta tutto in prima pagina. Ma Gaetano Saya invita «ad essere seri: perché noi, intanto, siamo al 3%». Con questa dote, sua moglie si presenterà da Berlusconi. «Tra noi e Silvio c’è un’intesa perfetta. Glielo abbiamo detto: altroché Napoleone. Lui, per noi, è come Giulio Cesare. E noi siamo le sue legioni».

Fabrizio Roncone
INES TABUSSO