00 10/09/2005 08:20

LA PROFEZIA DI UMBERTO ECO:
"Libera Chiesa in libero Stato, questo chiede ogni vero credente"


ORMAI CI SIAMO:
Italy On Line
Servizio speciale realizzato per conto della Presidenza del Consiglio dei
Ministri
PISANU, CONTRARIO A ISTRUZIONE "PARALLELA"
(AGI) - Newcastle, 7 set. - "I bambini islamici devono andare nelle scuole
statali e imparare la lingua italiana: personalmente sono contrario a qualsiasi
forma di educazione parallela che servirebbe solo a ghettizzare gli islamici
in Italia, a farne una enclave nel nostro territorio ovvero l'esatto contrario
di quell'islam italiano che vorrei io". E' il ministro dell'Interno Giuseppe
Pisanu a commentare cosi' la richiesta del comune di Milano di chiudere la
scuola coranica di Via Quaranta.



Cronache del Terzo millenio.
La controversia sulle scuole private.
Umberto Eco
L'Espresso, 27 dicembre 1998

Nel 1999 venne definitivamente modificato l'articolo 33 della costituzione:
enti privati avrebbero potuto da quel momento costituire scuole di ogni ordine
e grado a spese dello stato, e ogni famiglia avrebbe potuto iscrivere gratuitamente
i figli alla scuola che meglio rispondesse al proprio ideale educativo. Unico
vincolo era naturalmente che gli insegnanti assunti dalle scuole private
fossero stati giudicati idonei da un esame di Stato, ma era implicito che
ciascuna scuola fosse poi libera di assumere docenti le cui convinzioni fossero
coerenti con gli intendimenti della scuola stessa.
Questa trasformazione del sistema scolastico si rivelò ben presto vantaggiosa
per tutti: le scuole private riuscivano a conciliare efficienza ed economia
meglio che l'istituzione pubblica, la totalità delle famiglie avevano inviato
i figli (gratis) alle scuole private, e lo Stato spendeva, per finanziarle,
la metà di quello che prima spendeva per finanziare la vecchia scuola pubblica,
ormai smantellata.
Si erano inoltre subito acquietati i timori di quegli inguaribili anticlericali
che temevano di vedere la Chiesa guadagnare particolari privilegi. Non si
era valutato a sufficienza che, dal momento che la Costituzione imponeva
di finanziare qualsiasi iniziativa privata, anche altri gruppi si sarebbero
avvalsi di quella opportunità. Nel giro di un anno erano nate alcune scuole
protestanti, con scarsa affluenza quelle d'impostazione luterana, ma con
notevole successo le elementari e i licei valdesi, e non solo in Piemonte
e Val d'Aosta, ma anche nelle regioni meridionali. Buoni risultati in Lombardia
avevano avuto gli asili Leoncavallo, a cui inviavano figli e nipoti le migliaia
di ex sessantottini che lavoravano per Mediaset.
Il successo più travolgente lo ebbero i licei della catena Risorgimento,
come il Siccardi, il Giordano Bruno, il Paolo Sarpi, il Garibaldi, che alcuni
volevano direttamente finanziati da logge massoniche, ma che avevano riscosso
il consenso della borghesia laica e della sinistra moderata. "L'Osservatore
Romano" in una sua inchiesta aveva puntato il dito contro certi eccessi di
zelo laicista, come i Laboratori d'Ateismo, o l'uso (al Pasquino di Roma)
nell'ora di storia delle religioni di quel "Toledot Jeshu", antichissimo
libello di origine ebraica, nel quale si ricostruiva la storia di Gesù come
mago e mestatore, nato da una prostituta e da un certo Pantera. Ma era stato
facile al preside del Pasquino dimostrare anzitutto che l'insegnante aveva
passato con successo l'esame di Stato e che il "Toledot" era stato letto
in molte comunità ebraiche medievali, tal ché metterlo in questione poteva
venire inteso come manifestazione d'antisemitismo.
Ma non erano solo le scuole laiche a preoccupare le autorità vaticane: con
l'intensificarsi del flusso migratorio (si ricordi la legge Pivetti del novembre
2000, che conferiva automaticamente la cittadinanza a chiunque ponesse piede
sul suolo italiano) nei primi due anni del Terzo millennio erano nate moltissime
scuole private musulmane, e quelle d'ispirazione fondamentalista attraevano
anche molte famiglie cattolico-tradizionaliste, che vi vedevano difesi valori
come la soggezione della donna all'autorità maritale. Inoltre si erano diffuse
le scuole delle varie sette, come i ginnasi dianetici, e una grande popolarità
stavano via via assumendo le scuole materne degli Adoratori di Satana (culto
regolarmente riconosciuto, dopo che la setta aveva formalmente ripudiato
i sacrifici umani), che avevano fama di essere molto divertenti e spregiudicate.
Si era però giunti al punto che le scuole cattoliche incontravano solo il
favore del venti per cento delle famiglie, contro, per esempio, il quaranta
per cento dei licei Oxalà, che affascinavano gli studenti perché la maggior
parte dell'insegnamento era impartito su ritmi afrobrasiliani da bellissime
mulatte seminude - né lo Stato poteva intervenire (in nome della libertà
di culto) a sindacare le forme della didattica, se i nomi delle materie risultavano
conformi ai programmi ministeriali. Fu a quel punto che il nuovo pontefice
Camillo Benso I (già cardinal Biffi), aveva rotto ogni indugio. «La Chiesa»,
aveva proclamato, «chiede che lo Stato si assuma le sue responsabilità e
si faccia promotore di una istruzione pubblica unificata, togliendo ai privati
il diritto di costituire scuole, e alle famiglie quello di fare scelte avventate.
Non si può tollerare che i cittadini con le loro tasse sovvenzionino ogni
forma di eresia solo per un malinteso principio di libertà religiosa. La
Chiesa cattolica vuole impartire, nelle proprie parrocchie, la dovuta educazione
cristiana a fanciulli che non siano stati corrotti da scuole che sfuggono
al doveroso controllo dello Stato. Libera Chiesa in libero Stato, questo
chiede ogni vero credente e solo così potremo garantire a tutti la vera libertà,
che è anzitutto libertà dall'errore».



INES TABUSSO