00 14/08/2005 00:19

HO DECISO DI NON SEGUIRE IL CONSIGLIO DI KLAUS DAVI.
ANZI FACCIO TUTTO IL CONTRARIO.
SE E' VERO, COME DICE IL SUO EDITORE, CHE DAVI "in campo politico collabora
con l?ufficio di comunicazione del segretario Ds Piero Fassino"*, CI HA DATO
UN CONSIGLIO INTERESSATO.
E ALLORA, ECCO QUI IL GIORNALIERO "stupido brodo autoreferenziale in cui
bollisce la salottiera comunicazione ex ulivista":



Corriere della Sera
13 agosto 2005


RUTELLI: SEMPRE PIÙ VASTO IL FRONTE CHE HA VIOLATO LE REGOLE, FASSINO: BASTA
CON LE AGGRESSIONI AI DS
Unipol: cresce la tensione nel centrosinistra

ROMA. Si fa più dura la polemica all'interno del centrosinistra sul caso
Unipol-Bnl. Francesco Rutelli sottolinea come sia «sempre più vasto il fronte
di coloro che hanno violato le regole» e, in una nota, rileva come affiori
«ogni giorno di più l'ampiezza dell'organizzazione che in violazione delle
regole del mercato ha riguardato le recenti scalate» bancarie.

«Denuncio un'aggressione contro i Ds e la sinistra», risponde Il leader dei
Ds Piero Fassino, in un'intervista concessa al direttore dell'Unità a quella
che ritiene una battaglia politica e di potere che si sta svolgendo in Italia.
«Sono giorni difficili ed è evidente che si sta alzando un grande polverone
per coprire le manovre politiche che sono ormai in corso in vista delle elezioni
del 2006. C'è un evidente tentativo da parte di molti di condizionare la
vita politica dei prossimi mesi e anche la funzione e la collocazione dei
singoli partiti nella competizione elettorale del 2006.A destra - sottolinea
il leader diessino - è evidente quello che sta accadendo: il tentativo di
mettere le mani sul Corriere della Sera e sul gruppo Rizzoli ha una targa
molto chiara. Per mesi ci si è chiesti chi ci fosse dietro gli immobiliaristi
che acquistavano azioni. In qualche momento si è anche fatto circolare il
veleno che dietro queste manovre c'era il centrosinistra o addirittura i
Ds o qualche suo singolo esponente. Poi la verità - sottolinea Fassino -
è venuta finalmente a galla». Fassino, poi, respinge le accuse di un'intromissione
nell'affare Unipol-Bnl. «Certamente non vogliamo intrometterci nella vita
delle aziende e delle imprese cooperative, che rispondono ai loro organi
societari, alle logiche di mercato, alle loro finalità. Ma siamo una grande
forza di sinistra - sottolinea - abbiamo il dovere di garantire che le imprese
cooperative abbiamno gli stessi diritti e le steee opportunita' degli altri.
Il movimento cooperativo non è figlio di un dio minore. E la vicenda Unipol
ci dice esattamente questo. Quello che ci contesta è la possibilità dell'Unipol
d'investire in una banca».




Gnutti, gli «amici di Unipol» e il documento segreto
La riunione su Bnl dei concertisti di Antonveneta
Il patto segreto tra gli scalatori delle due banche italiane Antonveneta
e Bnl prevedeva che tutti i «concertisti» avessero la possibilità di trarre
vantaggi economici da entrambe le operazioni. E non escludeva che alla fine
alcuni degli alleati potessero lanciare altri affari che potrebbero essere
legati all'assalto alla Rcs: grandi manovre su Capitalia e addirittura «un'Opa
sulla Fiat». Giovanni Consorte, il presidente del colosso emiliano, ne parla
il 6 luglio con Ugo Sposetti, il senatore Ds tesoriere del partito. E a lui
chiede di avere notizie per sapere se davvero nel progetto di Opa sulla Fiat
«c?è di mezzo anche Berlusconi». Il brogliaccio delle intercettazioni telefoniche
allegato agli atti dell'inchiesta milanese, condotta dai pm Eugenio Fusco
e Giulia Perrotti, svela anche il contenuto della conference call organizzata
il 15 luglio scorso da Emilio Gnutti e Gianpiero Fiorani per discutere sulla
scalata di Unipol a Bnl. E documenta i contatti di Consorte per far sì che
la sua Offerta pubblica di acquisto vada a buon fine.
Il patto
parasociale
E' il 15 luglio, il telefono intercettato è quello di Emilio Gnutti. Secondo
l'ordinanza del gip Clementina Forleo che ha interdetto i «concertisti» di
Antonveneta, alla conference call partecipano, oltre al banchiere bresciano
e a Gianpiero Fiorani, anche «Ricucci, Lonati, Moreschi e altri».
Così la Guardia di Finanza ricostruisce la riunione: «Gnutti dice che gli
amici di Unipol vogliono lanciare l'Opa volontaria su Bnl». Cade la linea
con Stefano Bellaveglia (il vicepresidente di Hopa ndr ) e intanto «Fiorani
e Gnutti accennano a un patto parasociale: Fiorani dice che oggi in Consob
si è parlato di Antonveneta e di Rcs».
Gnutti riesce a ricollegarsi: «Ripete che gli amici di Unipol lanceranno
l'Opa volontaria e che è stato chiesto anche a loro di entrare nel patto
parasociale previo acquisto del 4,99% del capitale sociale di Bnl. Dice che
prevede una call a trenta giorni a loro favore nel caso in cui l'Opa non
raggiunga il 51 per cento». E poi spiega che «la firma della costituzione
del patto parasociale li coobbliga con loro nel lancio dell'Opa, e che tutto
quello che verrà dall'Opa se lo pagheranno loro».
Le Fiamme Gialle continuano ad annotare. «Gnutti - è scritto nel brogliaccio
- dice che l'ultima volta che è stato tenuto il Comitato del patto di sindacato
si è parlato di Antonveneta e nella colazione seguente si era detto che il
diniego a quella operazione era frutto di una scelta politica e non economica,
ma si sono lasciati dicendo che quando tutto sarà finito Hopa potrà acquisire
il 5 per cento. Gnutti dice che l'assunzione della deliberazione di oggi
è strategica per Hopa perché ci si sta spostando verso un tipo di target
di investimento».
Poi parla di un documento che dovrà rimanere segreto: «Gnutti dice che farà
circolare un documento che ribadirà questo discorso e che manterrà solo lui
come unico esemplare».
Subito dopo interviene Fiorani che «si complimenta per come ha diretto la
situazione».
Gnutti dice che «farà preparare una pagina sull?accordo che farà firmare
a tutti tranne Fiorani». Gnutti dice che «questa cosa l'ha fatta mettere
fuori verbale». E poi assicura a Fiorani che si sentiranno dopo.
«Ho chiuso con quelle persone»
E? il 6 luglio. Ugo Sposetti, tesoriere dei Ds, parla con Giovanni Consorte.
Unipol ha appena formalizzato un'offerta al contropatto degli immobiliaristi
per l'acquisizione di Bnl. «Consorte - si legge nel brogliaccio - dice che
ha chiuso l'operazione con quelle persone (sette che hanno il 27,5% di Bnl)
e spiega che domani sarà a Roma per definire le ultime cose e chiudere definitivamente».
Poi riferisce a Sposetti dei contatti con i suoi interlocutori politici.
«Dice che più tardi chiamerà Fassino per informarlo della vicenda. Spiega
che Consorte dice che stamane Isvap e Bankitalia gli hanno dato l?autorizzazione.
Dice che anche con Berlusconi non ci sono problemi, dato che uscendo l?ingegnere
(verosimilmente Caltagirone) diventa una operazione totalmente della sinistra
(Unipol, Popolari e cooperative)».
Poi si parla di una possibile nuova scalata. «Consorte chiede a Sposetti
di fare una cosa per lui e cioè di verificare la notizia secondo la quale
sembra che stiano preparando una Opa sulla Fiat, e che nell'Opa c'è di mezzo
anche Berlusconi. Sposetti sostiene che la cosa è molto possibile». A questo
punto «Consorte raccomanda di usare la massima discrezione perché il conflitto
di interessi è enorme».
Dal 4 al 28 luglio la Guardia di Finanza ascolta le telefonate di Luigi Gargiulo,
il ragioniere che muove i soldi di Stefano Ricucci. Oltre a documentare massicce
operazioni su tutti i titoli sotto scalata (Antonveneta, Bnl e Rcs), queste
intercettazioni segnalano, a sorpresa, manovre ancora misteriose su altri
titoli, in particolare «Società Generale del Lussemburgo e Capitalia».
Il 15 luglio Gargiulo ordina a un collaboratore di comprare «come Garlsson»
(la società off-shore aperta Ricucci) «azioni Capitalia da Magiste» (la capogruppo
ufficiale di Ricucci). Spiega che «i soldi li hanno presso Intermobiliare»
e quindi «le compensazioni se le fanno tra loro». Conclude che «in serata
gli manda la lettera per la vendita di Bnl».
«Per la Società Generale del Lussemburgo - annotano le Fiamme Gialle - Gargiulo
dice a Pino di contattare Delfini, uomo di Caltagirone, per mandargli i codici
delle banche dove devono arrivare i soldi».
Il 17 luglio «Gargiulo dice a Walter che hanno raggiunto l'accordo e si vendono
Bnl». Walter chiede «se ora gli piazzano quell?altro titolo», quello per
cui «il patto di sindacato scade il prossimo anno». Gargiulo risponde di
«sì» e aggiunge che «poi daranno via anche Antonveneta».
«Punteremo tutto su Rcs»
Il 19 luglio Gargiulo conferma che «alla fine venderanno anche Antonveneta
e poi punteranno tutto su Rcs e che gli serve anche il titolo Capitalia».
Il ragioniere poi assicura che «a Londra è andato tutto bene, che c?era anche
Nakamura e si comincia alla grande».
Il 21 luglio Gargiulo spiega che «devono mettere ancora 5 milioni di Capitalia
e 1,75 di Bpi un po' sull'International e un po' sulla Garlsson: l?operazione
consiste nel trasferimento a Deutsche Bank contro un bonifico di 39,4 milioni
di euro».
Il 25 luglio Gargiulo dice che «l'operazione con Deutsche è andata a posto
perché sono arrivati i fondi e ora devono fare con Bpi».
Il 26 luglio un collaboratore chiede al ragioniere di Ricucci «come fa a
stampare una lettera su carta intestata Magiste International che deve essere
datata 30 giugno». Il 27 luglio Gargiulo è per la prima volta allarmato:
«Deutsche ha mandato una letterina sul bilancio: è un fax urgente su Antonveneta».
Agli inizi di luglio, esattamente il 5, Giovanni Consorte parla con un suo
amico, un certo Carlo, che gli riferisce una conversazione precedente avuta
con tale Emanuele. Carlo: «Secondo Emanuele fare un contratto a esecuzione
differita, riservandosi di indicare altri soggetti, richiede comunque di
indicare chi sono i soggetti, perché è un fatto rilevante da pubblicizzare.
Nel caso in cui si compra direttamente, chi compra sono concertisti con loro».
Poi gli prospetta la soluzione: «Emanuele dice che l'operazione cosiffatta
si può fare con un contratto di data certa». Consorte da l?ok.
Paolo Biondani Giuseppe Guastella Biagio Marsiglia Fiorenza Sarzanini






«La sinistra dica no a tutte le scalate
Primi errori con il governo D'Alema»
ROMA - Achille Occhetto, ha letto le intercettazioni pubblicate ieri dal
Corriere con i nomi dei dirigenti della Quercia al telefono con il presidente
di Unipol nei giorni convulsi della scalata a Bnl? «Confermano quello che
vado denunciando da un mese: i Ds stanno compiendo un grave errore politico
nell'inserirsi in vicende finanziarie e rinunciando al ruolo di arbitro istituzionale
che deve essere proprio delle forze politiche. Creano una commistione tra
politica e affari che finisce per trasformare i problemi politici in problemi
giudiziari».
Le cooperative rosse ci sono dai tempi del Pci, non sono nate oggi.
«Penso che sia e sia stato lecito il rapporto storico tra il partito e il
movimento cooperativo proprio per la funzione mutualistica e sociale delle
coop. Le domande che pongo sono altre, sono quelle di Giuliano Amato: siamo
in crisi strutturale perché si perde tempo in giochi finanziari, senza lasciare
sul terreno un solo posto di lavoro in più».
I Ds dicono che lei sia tagliente perché ce l'ha con D'Alema e con il partito.
«Prima ascolti. Quando critico Fassino non dico nulla che abbia a che vedere
con le illazioni della destra. Mi colpisce la sua affermazione che non si
deve fare differenza tra capitale speculativo e capitale produttivo. Come
può un dirigente della sinistra non essere preoccupato di fronte all?uso
di ingenti profitti speculativi per dare scalata a banche e organi di informazione?».
Piero Fassino a proposito delle sue critiche, in un'intervista a Repubblica
, dice: «Non passa giorno che non ci sia un Parisi, un Mastella, un Occhetto
o un Bertinotti che ci attacca sperando di lucrare qualche voto. E? uno schema
irresponsabile...».
«Mi preoccupa il modo scomposto in cui Fassino risponde agli addebiti pacati
che io ho fatto. Così come è avvenuto per Fazio quando i Ds hanno capito
la malaparata, comincia il lancio di lacrimogeni e il vecchio sistema».
Cioè?
«Si risponde a chi critica dicendo che c'è il nemico che vuole distruggerci.
Poi, come avveniva nelle tematiche staliniane, si spiega che ci sono quanti
oggettivamente, metta in corsivo oggettivamente , fanno il gioco del nemico».
Ancora con Stalin...
«Così sono stati uccisi tanti comunisti critici. Fassino mostra di non rendersi
conto del suo grave errore. Lui critica Berlusconi che scala il Corriere
ma contemporaneamente difende un'altra scalata: è insostenibile».
Quando è cambiato il vento nei Ds?
«Si è cominciato con il governo D'Alema, con le posizioni assunte per la
cordata Colaninno, in cui si è smarrita in parte la funzione del potere politico
come arbitro e regolatore. Si è affermata un?idea politica pericolosa che
è quella che invece di cambiare il modello economico e sociale, la sinistra
debba parteggiare nella lotta tra "capitani coraggiosi e salotto buono"».
La questione morale c?è?
«C'è, ma si presenta diversa. Oggi ci sono vere e proprie lobby che creano
commistione tra pubblico e privato. Voglio sperare che questa volta non ci
siano tangenti. Noi abbiamo proposto al Senato una commissione di inchiesta
sulla provenienza dei capitali rientrati con lo scudo fiscale di Tremonti
e usati per le scalate. Vorrei tutto il centrosinistra schierato: sulla scorta
di ciò che avrebbe voluto Berlinguer bisogna far tornare la questione morale
una questione politica per evitare che diventi cosa da tribunale».
Nel ?94 cavalcarla non fu un successo.
«Sul tema giustizialista allora c'erano anche Berlusconi e la Lega, che era
violentissima contro la Prima Repubblica. Berlusconi, figlio di Craxi, si
presentò come uomo nuovo. Sono stato rancoroso?».
Gianna Fregonara





"I MORALISTI HANNO VIOLATO LA LEGGE"
Da "Libero" di sabato 13 agosto 2005
rassegna.governo.it/dettaglio.asp?d=6693273


"LA VIGILANZA BANCARIA TORNI ALL'ECONOMIA"
Da "Il Sole 24 Ore" di sabato 13 agosto 2005
rassegna.governo.it/dettaglio.asp?d=6693289


UNA SOLA AUTHORITY
Da "Il Sole 24 Ore" di sabato 13 agosto 2005
rassegna.governo.it/dettaglio.asp?d=6693290




*
www.marsilioeditori.it/schedalibro.htm?cdart=8752-7


INES TABUSSO