00 13/10/2001 18:57

Il Nobel non convince


E' stato assegnato ieri all'Onu e al suo segretario generale Kofi Annan il Premio Nobel per la pace 2001. Le reazioni a questa decisione, però, sono contrastanti. Bernardo Valli su Repubblica è favorevole, sostenendo che "potrebbe anche sembrare una beffa l'assegnazione del Premio Nobel all'Onu e al suo Segretario Generale, Kofi Annan. Perché l'encomio va a quell'organizzazione proprio mentre i suoi obiettivi originali di base, la pace e la sicurezza internazionali, appaiono più che mai lontani, remoti, e nel mondo prevale un disordine ancora tutto da decifrare". Ma premiando l'Onu, insiste Valli, "hanno senz'altro voluto ribadire i valori (umiliati) di cui quell'organizzazione dovrebbe essere l'espressione; e, estendendo la ricompensa a Kofi Annan, hanno giustamente puntato il riflettore su un personaggio che ha dato prova di dignità e intelligenza".

Boris Biancheri su La Stampa, invece, salva Kofi Annan ma non le Nazioni Unite: "Che Kofi Annan meriti questo premio non c'è dubbio. E' un uomo che ha lavorato e lavora per la pace: pace tra le nazioni, pace tra i paesi rissosi del suo stesso continente, pace tra i litigiosi delegati al Palazzo di Vetro, pace con il Congresso americano finalmente avviato a un'intesa sulla vecchia questione del debito degli Stati Uniti verso l'Onu. Dare invece il premio all'Onu come tale nell'anno di grazia 2001 è più discutibile. In circa sessanta conflitti insorti negli ultimi anni, l'Onu ha svolto un effettivo ruolo forse venti volte".

Diversa la posizione di Elio Maraone su Avvenire per il quale in un "momento tanto grave, con i pericoli per la pace che sono forti, si è tentati di dare ragione a Elena Bonner quando dice che quest'anno forse il premio era meglio non assegnarlo".

Franco Venturini del Corriere della Sera, invece, è dell'idea che questo Nobel all'Onu è un premio senza memoria. "Si può capire che nel bel mezzo di una guerra non sia facile assegnare il Nobel per la pace, ma la scelta compiuta ieri dal Comitato di Oslo somiglia troppo a una pilatesca fuga dalla realtà. Non pretendiamo di disconoscere il ruolo costruttivo che le Nazioni Unite e Kofi Annan hanno svolto in altre circostanze, nella lotta all'Aids, nella fine della guerra per il Kosovo, in Cambogia, a Cipro, nel Mozambico. Ma proprio perché non vogliamo dimenticare alcunché, ci riesce difficile comprendere l'attribuzione del centesimo Nobel per la pace a chi amministra un armadio luccicante e pieno di scheletri".

Contrario a questa assegnazione Mario Cervi del Giornale : "una scelta di questo tipo - istituzionale e rituale - non è mai davvero convincente: vuol accontentare tutti onorando qualcosa, e qualcuno, di cui si può soltanto parlar bene per non correre il rischio di essere politicamente scorretti. Ma è maglio essere schietti, e dunque - in una certa ottica - anche scorretti: né l'Onu né il suo segretario generale meritavano un così solenne riconoscimento".

Tommaso di Francesco sul Manifesto si chiede a quale Onu abbiano assegnato il premio. "A quel palazzo di vetro vuoto di potere reale, nelle mani dei potenti della guerra rannicchiati nel Consiglio di Sicurezza e dipendente dagli Usa oppure il Nobel per la pace è andato all'Onu dell'Agenzia per lo sminamento, ai funzionari dell'Unicef minacciati in Pakistan dall'ira dei fondamentalisti islamici, ai funzionari della Fao che aggiornano ogni mese il numero dei morti per fame?"


[http://valeoggi.tiscali.it/news/200110/13/3bc7d0ab01566/]

[Modificato da roob 13/10/2001 23:09]