L'uomo, all'apparenza un mercenario che ha visto giorni migliori, da qualche tempo si aggirava in quel di Pandosia, spesso accompagnandosi a una fanciulla aureochiomata e due esotici guerrieri dell'Oriente.
Il suo aspetto era quello delle genti del Nord, i suoi modi però apparivano civilizzati; l'accento era indubbiamente treoniano.
Sul corpetto di cuoio, recava ancora i segni biancastri della salsedine, come un marinaio aduso ai viaggi per mare.
Aveva l'andatura di un vecchio gatto: un passo stanco, ma portato con dignità; col capo fisso innanzi a sé e i cerulei occhi a scrutare nervosamente i movimenti intorno - ora a destra, ora a manca.
Assicurata alle sue spalle, una grossa spada a due mani, segnata dal tempo e temprata da molte battaglie, ma ancora buona per uccidere.
"Non mi dispiace affatto questo luogo" - disse volgendosi verso i suoi compagni di viaggio - "mi ricorda le terre da cui vengo, e - quanto è vero che mi chiamo Bjorn, figlio di Ragnar - mi rifarò un nome anche qui!"
Poi sorrise compiaciuto, quasi fosse immerso in fantasticherie e ricordi, e così riprese il suo cammino: quello verso una nuova vita.
**OC**
Sandro, palermitano a Cosenza
[Modificato da Zero Requiem 08/04/2017 17:35]
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"L'ordine è solo una delle infinite possibilità del caos."