*Dopo qualche giorno Arya ritorna in taverna. Saluta cordialmente l Oste e ordina del thè e del cibo. Si siede al solito tavolo appartato.
Porta ancora la sacca con le pergamene e l inchiostro con se, e in modo molto silenzioso esce nuovamente l occorrente per scrivere posizionandolo sul tavolo. Sembra stanca in viso, come se non avesse dormito abbastanza di recente.
Arrivato il suo thè, se ne versa un pò.
Consuma il cibo in silezio senza toccare foglio, guardando fuori dalla finestra il pomeriggio che scorre.
Appena finito, si versa un altra tazza di thè, e dalla sacca che ha portato esce una pipa, del tabacco, un acciarino, ed un singolo foglio che apre e che pone davanti a se. Esso sembra essere un disegno, e delle lettere di strana fattura fanno da cornice ad un viso finemente disegnato.
Lo osserva mentre inizia a consare la pipa.
Appena è pronta, la accende, e alza lo sguardo.
Si guarda intorno, osserva la taverna e con discrezione, anche le persone presenti.
Ogni tanto dalla sua pipa uno sbuffo di fumo bianco si alza e riempie l aria di un dolce e fragrante profumo.*
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Arya Thoreaux
Portavoce del Sacro Ordine
Devota al Divino Septim
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Ultimo Armoriere d'Elavia
Ambasciatrice del popolo Noldor
Caedo, losto. Ú-erin davo.
Amman harthach? Anim únad.
Le tûg nach. O hon ú-wannathon.
Ú-moe le anno nad. Ónen a hon beth nín.
Gurth han ristatha. Ta han narcho Gurth.
Gar vethed e-chúnen, go hon bedithon na meth.