Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Hedreja: il Confine tra i Mondi Gioco di ruolo dal vivo a tema fantasy medievale. Gestito dall'associazione "La Terza Corona"

Tollen i lû

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    Arya Thoreaux
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    Avventuriero Esperto
    00 15/09/2016 19:44
    *Le porte della Cattedrale vengono aperte sileziosamente. La grande sala, adesso vuota, profuma di incenso e l unico suono che inzia lento a rimbombare fra le sue pareti ed immense arcate è quello di piccoli e lievi passi. Arya percorre lentamente la navata centrale, dove la luce soffusa delle mille candele accese fa luce su un fagotto che stringe in mano, dal colore verde smeraldo. Il tessuto sembra essere pregiato, ma logoro, come se fosse molto vecchio. Essa ha il capo chino, e la sua espressione è indecifrabile. Nonostante sia la prima volta che entri in questa Cattedrale, l elfa non si guarda intorno: procede verso l altare principale il silenzio. Arrivata ai piedi di quest ultimo, continuando a stringere il fagotto in mano si sposta davanti alle urne dei caduti che ancora si trovano lì, e continuando a tenere il capo abbassato bisbiglia a mezza voce alcune parole di commianto nella sua lingua.

    Dopo alcuni minuti, l Elfa oltrepassa l altare maggiore, fino a ritrovarsi d innanzi ai cinque altari che precedono le raffigurazioni dei Cinque Guardiani.

    Si inginocchia, e riponendo con molta cura d innazi a se il fagotto che teneva stretto in mano, finalmente alza il capo ed i suoi occhi si posano senza errore sulla statua raffigurante il Dio Septim. In quell istante, gli occhi di Arya sembrano ritornare espressivi. Dentro vi arde un sentimento senza nome.
    Essa percorre con lo sguardo i lineamenti della statua che ha dinnanzi, per lunghissimi minuti caratterizzati solo dall assenza di ogni suono.

    Dopo un tempo che poteva anche essere eterno, l elfa abbassa nuovamente il capo e molto lentamente, dispiega con cura il fagotto che ha posto davanti a se. Esso non era semplice tessuto, ma un mantello e nonostante l usura il suo color smeraldo è più vivo che mai. Al centro di esso, un tessuto di un rosso accesso viene a poco a poco dispiegato fra le sue mani; uno stendardo. Al centro vi è ricamato un simbolo che invece è di un color blu profondo; un spada ed un incudine. Guardando lo stendardo che fu della Gloriosa Gilda d Arme, gli occhi di Arya si velano di tristezza.
    Rialzando gli occhi, si ritrova nuovamente a guardare Septim. Lo sguardo corre ai due lupi raffigurati insieme al Dio, ed al colore delle gemme incastonate nei loro occhi di pietra.

    Ad un tratto, dalla bocca dell Elfa esce un suono, quasi sommesso: un sospiro. I suoi occhi ora sembrano perduti in vecchi ricordi. Finalmente, guarda gli occhi della statua che ha davanti; e li guarda a lungo, più a lungo di tutto il tempo che ha passato già lì, in ginocchio davanti agli altari dei Guardiani. Sembrano parlare adesso, I suoi occhi, un linguaggio che va oltre ogni parola che possa essere detta. D improvviso, ma molto lentamente, Arya si alza e senza staccare un attimo gli occhi dalla raffigurazione del suo amato allievo, si avvicina al suo altare. Pone lo stendardo su quest ultimo, e si inginocchia nuovamente. Le sue labbra si muovono, ma quel che ne esce è: silenzio.

    Rimane lì immobile, immersa in quella che sembra una preghiera o una confessione.*
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    Arya Thoreaux
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    Avventuriero Esperto
    00 16/09/2016 00:00
    *La mezzanotte scocca. Nel immensa Cattedrale il riverbero suona per alcuni minuti, e poi tace. La luce di una Luna non ancora completamente piena illumina dalle finestre l interno, e le candele rimaste accese rendono il luogo calmo ed accogliente.
    La figura di Arya, ora a gambe incrociate, giace immobile davanti all altare di Septim. Gli occhi chiusi, ed il capo abbassato. Sembra che parlino le sue labbra ma ancora, nessun suono.

    Un attimo ed uno soltanto, apre gli occhi.
    Vede I raggi lunari illuminare l altare e la statua di fronte a lei. Il suo sguardo è ancora animato dallo stesso fuoco, ed I suoi occhi sembrano raccontare molti ricordi. Li richiude, l attimo dopo.

    Dopo aver raggiunto un respiro regolare, le sue labbra si muovono e ciò che ne vien fuori, sono parole senza alcun suono*
    [Modificato da Arya Thoreaux 16/09/2016 00:03]
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    Arya Thoreaux
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    00 16/09/2016 17:44
    *Arya è seduta ancora nella stessa posizione. Immobile e con gli occhi chiusi, sembra meditare, o essere in uno stato di profonda contemplazione. Attorno a lei è silenzio e penombra. Un confortevole senso di calore però, permane nell aria. Le candele ondeggiano, e l incenso continua a bruciare*
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    Arya Thoreaux
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    00 17/09/2016 01:59
    *Le nuvole incorniciano una splendente Luna piena. I suoi raggi arrivano fin dentro la cattedrale. Essa sembra vuota, e solo un paio di candele sono ormai a quest ora rimaste accese. L incenso è ancora nell aria, piccole nubi vengono disfatte dalla pienezza della luce lunare di questa notte lunghissima.

    Arya siede ancora davanti alla statua di Septim. Lì accanto, due candele sul suo altare bruciano brillanti. L elfa ha gli occhi aperti, ora, e la sua bocca non si muove. Nell immobilità del luogo, si alza lentamente di fronte all altare del Dio. Lì si trova ancora lo stendardo, ed una ciotola con dell incenso. Arya lo accende e lo posiziona la centro. Dopo di che si risiede nuovamente nella medesima posizione di prima, e guardando gli occhi di Septim con dedizione, non vi è stanchezza nel suo sguardo. I suoi occhi sono intensi, ardono ancora di sentimento. La luce delle candele ne riflette le sfumature. Immersa nella notte ed in quel consolante silenzio, continua a vegliare e a parlare una silenziosa lingua*

    *Un suono, nelle calde sale della cattedrale, rimbomba lievissimo. Un sussurro, impossibile da udire per un orecchio mortale. Poi tutto viene nuovamente divorato dal silenzio*
    [Modificato da Arya Thoreaux 17/09/2016 02:01]
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    Arya Thoreaux
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    00 18/09/2016 00:40
    *Ultima notte di Luna piena. Le ore dopo la mezzanotte sono calme e una leggera brezza è su Argentaria.
    Il profilo della Cattedrale si staglia sulla città, illuminato dai raggi di una Luna che rispelde nel cielo limpido.
    L interno del luogo di preghiera è sembuio e silenzioso. Delle candele brillano ancora sull altare di Septim, e l incenso brucia. Arya siede ancora davanti alla statua. La sua espressione, e la ruga sulla sua fronte indicano che è immersa in profondi pensieri e considerazioni.

    Ad un certo punto la tensione si allenta, e la sua fronte si distende. Arya chiude gli occhi ed espira lentamente. Poi si leva, e prendendo in mano la ciotola contenente l inceso, si inginocchia davanti a Septim e bisbiglia qualcosa che ha il ritmo di una preghiera.

    Spostandosi dal suo altare, L Elfa percorre lentamente la Cattedrale fermandosi davanti ad ognuno degli altri altari, chinando il capo , bruciando l incenso e rimanendo in silenzio per qualche minuto per ciascuno. Lascia I rimanenti quattro Guardiani per ultimi. La luce della luna risplende sulle immobili statue. Arya si inginocchia uno per uno davanti ai quattro altari: Argo, Arcadia...
    Davanti a Lùthien, l elfa rimane per più tempo, sussurrando alcune parole. Dinanzi ad Orion, l elfa si tocca la fronte, le labbra ed infine il cuore con l indice e il medio della mano destra. Si inginocchia, e anche qui rimane più a lungo, sussurrando nella penombra.

    Alla fine, ritorna davanti a Septim. Posa la ciotola con l incenso rimanente sull altare. In piedi, alza gli occhi verso la statua del Dio, rimanendo in silenzio.*






    *Rimane lì in piedi ad osservare gli occhi di pietra di Septim fino a che il cielo si fa più chiaro all orizzonte. Arya adesso, ha uno sguardo sereno, e sempre ardendo del medesimo fuoco che si è risvegliato alla vista del Dio, quegli occhi non sembrano essere stanchi. L ultima candela si spegne, e la Cattedrale rimane buia. In quel buio, la voce di Arya pronuncia ora chiaramente queste parole*

    L orizzonte è ancora lontano, Eskel.

    *Una fiamma scintilla tra le sue mani. Una candela viene nuovamente accesa all altare di Septim. Arya ripiega con cura lo stendardo e lo fissa alla cintura della sua spada, che giace infoderata ai suoi piedi. Lascia la candela al centro dell altare. Guarda per l ultima, intensa volta il viso di Septim. Dopo essersi inginocchiata nuovamente davanti a lui, riattacca la cintura con la spada e lo stendardo alla vita, e raccogliendo con calma il mantello verde che aveva portato con sè, lo adagia sulle proprie spalle.

    L espressione sul suo viso improvvisamente cambia;
    La penombra non può nascondere il sorriso di Arya. Anche I suoi occhi sorridono, ora, guardando la raffigurazione del suo allievo, Eskel Septim. China il capo un ultima volta e prende congedo dagli altari dei Cinque Guardiani.
    Lentamente si avvia verso l uscita, percorrendo la navata principale. La luce di un imminente alba si riversa, discreta, nella Cattedrale. Arya si lascia alle spalle l altare maggiore in rispettoso silenzio.
    Arrivata al portone lo apre, e scivola via verso la luce dell alba, richiudendolo silenziosamente dietro di sè*


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    Arya Thoreaux
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    Avventuriero Esperto
    00 03/10/2016 00:50
    *La notte è nera ad Argentaria. Leggermente accennata, come se fosse disegnata sul cielo scuro, si intravede delicata una falce di luna nuova crescente, che però lascia spazio ad un immenso cielo stellato. Le stelle sono l unica vera luce di questa notte d autunno. Brillano lontane ed intoccabili, attraversando la volta celeste e portando sogni inquieti e profondi. La Cattedrale si staglia come sempre imponente, ed il suo profilo fa da padrone sulla città silenziosa.

    Il suo portone viene aperto lentamente, e molto lentamente si richiude.
    Dei piccoli passi, udibili solo ad un orecchio molto sensibile, rimbombano lievissimi nella vasta Cattedrale.
    La figura di Arya si fa avanti nella penombra delle poche candele accese.

    Al contrario dell ultima volta che entrò nella Cattedrale, il suo viso guarda avanti, adesso.

    Arrivata davanti all altare maggiore, abbassa il busto in un inchino.
    Poi si sposta lentamente verso gli altari dei Cinque Guardiani.
    Si inginocchia davanti ad ognuno di loro, come sempre fermandosi per più tempo davanti alla statua di Lùthien
    e del Dio Orion, bisbigliando alcune parole.
    Poi, si sposta davanti alla statua del Dio Septim.

    Posa la sacca che ha portato con sè sul pavimento e poi, guardando il viso della statua si iginocchia davanti al suo altare.
    Rimane lì per alcuni minuti.

    Poi, dalla sacca esce alcune candele ed una ciotola di coccio mediamente grande.
    Si alza e si avvicina all altare. Accende le candele, e posiziona la ciotola al centro.
    Dalla tunica che indossa poi, esce della stoffa arrotolata e piano inizia a disfarla: aghi di pino sono al suo interno.
    Li riversa quasi tutti nella ciotola.
    Ed infine, sempre dalla tunica esce fuori una pergamena sigillata: Un unico foglio color ocra.
    Alza gli occhi verso Septim.

    Nella penombra il suo viso sorride e così rimane per tempo incalcolabile mentre le stelle fuori continuano a brillare e a muoversi impercettibilmente nel cielo scuro e sereno*



    *Ad un certo punto l elfa prende una candela e la avvicina alla ciotola piena di aghi di pino:
    prendono fuoco lentamente, emanando un odore piacevole ed intenso.
    Ne butta un altro pò per mantenere viva la fiamma.
    Poi lentamente apre la pergamena e la scorre, leggendola, con lo sguardo.
    Poi, semplicemente alza gli occhi verso il Dio, e dice, in un sussurro*

    Grazie.
    Eskel...

    *Poi, avvicina la pergamena aperta alla fiamma, con un gesto intenso e silenzioso: essa prende fuoco, lentamente.
    Mentre la fiamma inizia a divorare la carta, le lettere vergate con inchiostro nerissimo sembrano stagliarsi più chiare, appena prima di sparire. E vi si leggono queste parole*


    Calima él, Elenion Ancalima



    *Gli aghi di pino continuano a bruciare per un pò e poi si riducono in cenere, lasciando nell aria il loro penetrante profumo.
    Arya, il cui sguardo non si era mosso dal fuoco, ha ora un espressione infinitamente serena e calma.
    Fa un passo indietro e chinando il busto per un attimo di fronte all altare, lo raddrizza e la sua mano destra si sposta sull elsa della sua spada. La estrae, un veloce lampo nel buio della Cattedrale.
    La posa sui suoi palmi aperti.
    Si inginocchia nuovamente dinanzi a Septim.
    Ed in quel momento, le sue labbra pronunciano parole silenziose, mentre I suoi occhi guardano con devozione, ed estrema dedizione, il suo allievo, che ancora permane nell essenza e nelle fattezze della rappresentazione del Dio.

    Delle sue parole, e del giuramento che fà in questa notte, i Suoi occhi di pietra sono testimoni*
    [Modificato da Arya Thoreaux 03/10/2016 00:51]
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    Arya Thoreaux
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    Avventuriero Esperto
    00 26/10/2016 00:09
    *La luna questa notte è in fase calante. La sua falce illumina, luce lontana ma presente, il cielo scrurissimo su Hedreja. Altre luci si contendono con lei il cielo: la luce di certe stelle che brillano più che mai costanti. Ad Argentaria piano avanza l inverno. Sotto il suo cielo la luna non è ancora alta. Le stelle sono l unica luce, in un cielo sgombro e nero.

    All interno della Cattedrale riverbera quasi gentile l aprirsi del portone principale. La figura di Arya si fa strada lentamente verso l altare maggiore. La sua sagoma viene a momenti illuminata dalla luce che proviene dalle grandi vetrate. Si avvicina all altare maggiore, e porgendo un profondo inchino, si inginocchia per alcuni minuti. Poi alza il capo a guardare le raffigurazioni delle Divinità.
    Dopo averle osservate tutte, china nuovamente il capo per poi alzarsi.
    Alza poi gli occhi, ed inizia lentamente a parlare*

    Divini Guardiani,
    Divina Corte Celeste.
    A Voi che in vita conoscevo,
    e a Voi che vidi nascere
    il dì che l Impero finalmente cadde;
    Illuminate questa via che tarda vien tracciata,
    ma che mai sarà perduta,
    se guidata dalla Vostra volontà!

    *Avanza verso l altare ed inizia a percorrere le statue della Corte Celeste una per una, lasciando i Cinque Guardiani per ultimi. Mentre lo fa, continua a parlare*

    Vi saluto e vi rendo grazie,
    Mar'Hastrass,
    Ordannam,
    Ver'Irandra,
    Lendress,
    Elerya,
    Bal'Udun,
    Hardessian.
    A Voi, Cinque Furie.
    E a coloro che furono
    gli Antichi Dei.
    A Voi tutti.
    Porto quel che rimane di me,
    parte di una Gilda deceduta;
    Parte di una razza antica a questo mondo,
    ma sempre a questo vincolata.
    Che il Vostro sguardo
    possa illuminare la mia via.
    Che io possa mantenere
    la mia promessa.

    *poi si volge verso I Cinque Guardiani. Si avvicina per prima alla statua di Argo*

    Divino Argo, non ti ho conosciuto in vita.
    Ma ho saputo di te, delle tue gesta e del tuo nome,
    Argoneon.
    L onore e la gloria sono già su di te.
    Tu che hai lottato a fianco dei miei compagni,
    Che, fino allo stremo, hai dato la vita per la vita:
    Veglia su questo mio cammino e sulle mie speranze,
    dammi sempre la forza di combattere per esse.

    *rimane in silenziosa preghiera per qualche lungo minuto. Poi si alza e si volge verso la statua di Arcadia*

    Somma Arcadia,
    che in vita ho avuto modo di conoscere,
    Rosalyn Le Blanc.
    Onore e Gloria a te ed al tuo fiero animo.
    Tu che hai lottato per una via giusta,
    Che fatto dell amore per la conoscenza la tua forza:
    Veglia sui miei intenti e le mie promesse,
    dammi la lucidità di capire ciò che va capito.

    *rimane di nuovo in preghiera per alcuni lunghi minuti. Poi, con calma di avvicina alla statua di Lùthien*

    Divina Lùthien,
    mia amica, compagna e alleata,
    Meredith Kalevala.
    Onore e Gloria a te e alla tua Luce, che ha sempre brillato!
    Ti ringrazio, per la forza con la quale hai saputo lottare
    per Elavia, per le Gilde tutte.
    Ti ringrazio, perchè la tua presenza su questo mondo
    è una benedizione, come lo è stata conoscerti in vita.
    Tu che hai fatto dell Amore per la Vita la tua linfa e potenza,
    Veglia sul mio cuore.
    Che possa essere saldo, senza che il dolore lo trascini mai.

    *rimane a pregare la Divinità per altri lunghi minuti. Poi si alza e si avvicina alla raffigurazione del Divino Orion*

    Sommo Orion,
    fratello di lunghe notti, di battaglie e di lacrime e di sorrisi,
    Orion Aghìas.
    Onore e Gloria a te, ed al tuo cuore che non si è mai arreso.
    Ti ringrazio, per le battaglie combattute insieme,
    per quelle dove il tuo coraggio ha brillato indomito
    portando alla salvezza di questo mondo.
    Ti ringrazio per la tua voce gentile,
    le molte notti a passeggiare nello Stato Maggiore,
    contemplando il cielo ed intonando canti di speranza.
    Tu, la cui propria purezza ha sempre tenuto saldo,
    Veglia sul mio spirito.
    Che mai possa essere corrotto, che non perda mai la via.

    *rimane poi a pregare per alcuni lunghi minuti. Alla fine, si alza e si dirige per ultimo davanti alla statua del Dio Septim. Prima di inginocchiarsi, guarda per alcuni secondi la raffigurazione. Poi, sorride. Si inginocchia e continua*

    Divino Septim.
    Allievo, amico, fratello, figlio, compagno.
    Eskel Septim.
    *guarda gli occhi della statua intensamente*
    Onore e Gloria, all uomo che sei stato,
    a ciò che di grande hai saputo fare con la tua vita.
    Onore e Gloria al Generale che giudò la mia amata Gilda,
    nella rettitudine e nella verità, verso la Gloria eterna.
    Ti ringrazio, per gli anni che mi sei stato accanto.
    Ti ringrazio, per quello che hai fatto per me e per la Gilda.
    Ti ringrazio, per non aver mai vacillato, mai.
    Tu, che sei sempre stato retto dalla più accecante delle Luci,
    che sei la Verità e la Giustizia,
    Veglia su di me.
    Veglia sulla tua maestra, alla quale manchi immensamente.
    Veglia su Arya, affinchè trovi ciò che deve trovare.
    Che io possa mantenere le promesse che ti ho fatto.

    *a quel punto l elfa si ritira in un immobile silenzio. Alla luce delle candele sugli altari, il suo viso è sereno e disteso in un espressione di calma e profonda intesa.
    Rimane così per alcune ore. Poi aprendo gli occhi, volge il viso verso Septim*

    Ci sono altre parole che vorrei risuonassero a Te.
    A voi tutti, all intera Cattedrale.
    Qualcosa che vorrei fare ancora una volta,
    facendola risuonare della mia voce

    *Si alza. Alla luce delle candele che pian piano si spengono, vestita di una camicia color ocra e dei pantaloni neri, la spada al fianco, si appresta a ripetere il suo giuramento. Come fatto in precedenza, china il busto di fronte all altare, poi estrae la sua spada. La posa sui propri palmi e si inginocchia davanti al Divino Septim. Il suo viso sorride, ed il suo animo è sollevato. Osserva la statua con completa dedizione e sentimento. Poi, non lasciando per un attimo gli occhi di Septim, parla lentamente*

    A te, Septim.
    A te Divino Septim.
    Io, Arya dei Noldor, ultimo Armoriere d Elavia,
    consacro la mia vita.
    Agli Dei Lucenti:
    A Voi che conoscevo in vita.
    A Voi che vi siete sacrificati per essa,
    la mia vita d ora in avanti
    sarà al vostro comando.

    È un mondo nuovo,
    e la mia scelta è tarda, e titubante
    Septim!
    Ma la mia spada è tua, com è sempre stata!
    Mio unico allievo, questa spada ed il suo braccio sono
    da sempre stati al tuo servizio!

    Ti giurai fedeltà quando ti nominai Generale, e poi
    quando diventasti Generale Supremo.
    E prima ancora,
    quando fosti mio Allievo.
    Ti rinnovo oggi il mio giuramento.
    Lo rinnoverò ogni giorno aprendo gli occhi.

    Divino Septim,
    ascolta la voce di colei che ti è mancata!
    Non smetterà di riecheggiare fra queste mura,
    fino a che ci sarà fiato in questo corpo!
    Ed oltre la morte,
    Divino Septim,
    fino alla fine del mondo.

    Questa spada si batte per te.
    Questa bocca porta la tua Parola.
    Questa vita è devota alla tua causa.
    Sono e sarò sempre dalla tua parte.
    Aiutami a trovare tuo figlio.

    Divino Septim,
    Eskel Septim.
    Aiutami a vivere sotto la tua Luce.

    *Arya poi, in silenzio deporrà la spada ai suoi piedi. Veglierà fino all Alba.
    Non dirà parola, ma sarà immersa nell ascolto e nella pace.

    Alle prime luci, riporrà la sua spada nel fodero. Si alzerà poi, accendendo una candela in ognuno degli altari della Cattedrale. Alla fine, si riavvicinerà all altare di Septim, inginocchiandosi per l ultima volta. Alzandosi, dalla sacca che aveva con sè, estrarrà un globo di vetro mediamente grande, contenente all interno un convolvolo di boccioli neri.
    Senza dire nulla lo poserà accando alla candela sull altare, che poi verrà accesa.
    Guarderà il Divino Septim congedandosi, ed uscirà dalla Cattedrale silenziosamente.

    Con l avanzare della luce dell alba i boccioli si apriranno lentamente, lasciando intravedere il colore blu intenso della loro gola. Sfumandosi con il nero della colorolla, creano una nota di colore che è visibile solo nel solitario cielo, quando ogni alba viene a divorare la notte*