Forum dello scalatore Luogo d'incontro per salitomani

Gravel in Appennino

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    oldscat
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    Utente Junior
    00 17/04/2016 17:40
    Mentre preparo la bici nel parcheggio di Ferriere fredde folate di vento dalle cime che chiudono la val Nure mi costringono a constatare che non è il film che mi ero fatto ieri pomeriggio quando, complici un caldo sole estivo e le solite previsioni mendaci, avevo deciso di provare a fare un giro folle che da un po’ di tempo mi tarlava il cervello. Meno male che nello zaino è rimasto qualche indumento invernale, mancano i copriscarpe e smetterò di rimpiangerli solo all’arrivo. Occorre dire, prima di iniziare a pedalare che da dicembre sono felice proprietario di una bici da CX che utilizzo per avvicinarmi al fantastico mondo GRAVEL.Dopo i 165 km cosmici lungo le rive dell’Adda e della Martesana della LodiLeccoLodi di sabato scorso, sono sempre più convinto che l’essenza vero del ciclismo, o meglio l’estasi della bicicletta (almeno per me) è da ricercare in queste interminabili cammellate lontano dal traffico impazzito delle rotonde e dei capannoni riscoprendo la nostra bellissima terra penetrandovi silenziosamente.
    Ma veniamo al dunque.
    Risalgo la valle non lungo la statale ma dal versante opposto lungo una stradina dalle pendenze lievi che unisce le frazioni del versante sinistro della valle. Le folate aumentano di intensità e le cime verso le quali pedalo sono tutte incappucciate da pesanti e minacciosi nuvoloni neri mentre, quando mi volto verso la pianura la vedo luminosa e assolata. Arrivato a Pertuso mi aspetta la prima incognita della giornata (o, se vogliamo, il primo settore sterrato): uno stradello forestale che in circa 5 km si arrampica tra pietraie e faggete sino al P.sso dello Zovallo.
    L’inizio è tremendo: drittoni intorno al 15% con fondo di pietrisco smosso che richiede attenzione e voglia di soffrire. Ma sono appena partito e la gamba mi fa ben sperare. Secondo l’idea che mi sono fatto il tratto iniziale è quello più ostico e punto a superarlo indenne. Un ultima impennata e giungo al bivio da cui si separa la strada che porta al Prato Grande. Bene !
    Ora regolarità, precisione e agilità: per quello che ho in mente occorre conservare le energie. Bello questo sterrato, adesso si gode: pendenze impegnative ma regolari. Se non fosse per questo ventaccio e per quei nuvoloni potrei gustarmi appieno il futuro, inoltre ho anche l’incombenza delle foto. Faccio quest’ultima rampetta e poi mi fermo a scattare una foto. Ho sempre invidiato chi riesce a fermare le immagini dei giri in bici, io, oltre a essere veramente scarso, faccio fatica a interrompere il ritmo della pedalata ma oggi ho la necessità di fissare nei ricordi quello che vuole essere un “grande giro”.
    Fine della salita e un paio di bei prati ma, se ben ricordo, mi aspetta una sorpresina finale. Eccola qui: una rampa breve ma micidiale. Il fondo non è male: proviamo. In MTB si potrebbe fare ma con la CX la vedo dura….manca poco alla fine ma non è il caso di azzardare oltre: piede a terra con dignità. Zampetto per una decina di metri e risalgo in sella. E’ fatta.
    Riprendo l’asfalto proprio allo Zovallo. Non c’è traccia di vita, solo un gran vento che mi soffia in faccia. Cosa faccio?
    Il programma iniziale prevedeva una discesa a Anzola ma alla luce del meteo infame non sarebbe più intelligente rivedere l’itinerario? Si però poi mi rimane il tarlo. Ecco il bivio: destra si abbassa la cresta, sinistra si prosegue. La bici girà a sinistra, io le sono sopra e la seguo. Cristo che freddo, ai 60 all’ora giù verso la Val Ceno i 7° reali saranno -10° di freddo percepito… soprattutto ai piedi. Vediamo di arrivare giù e poi speriamo che la salita ristabilisca le giuste temperature. Finalmente bivio a destra e si rincomincia a pedalare verso Spora. L’ho fatta in luglio e ricordo un tratto asfaltato pedalabile sino al paese e poi un tratto sterrato molto facile. Bravo Stefano almeno la memoria funziona ancora: tutto come previsto, anzi dopo il tratto in salita vi sono 2km he in BDC non avevo gustato e invece oggi sono divertimento puro. Eccomi al Passo della Tabella giro a destra e continuo a salire.Sono a 1.300 mt e fa sempre freddo,i faggi sono ancora spogli e la nebbia è incombente. Apprezzo, comunque la fresca asfaltatura dopo il rifugio.
    Al tornante abbandono l’asfalto per il terzo tratto di sterrato (quello che si rivelerà essere il più bello). Sono immerso nella nebbia e, ogni tanto, vengo schiaffeggiato da folate di vento. Bella strada: fondo regolare, pendenze normali in mezzo alla faggeta. Devo solo stare attento ai bivi che, in questi stradali forestali sono traditori. Ne azzecco uno grazie ad segnavia CAI, dovrei essere sulla retta via e, prima o poi arrivare al Passo dell’Incisa (conosciuto dagli escursionisti, meno dai ciclisti). E ci arrivo (dopo essere passato per le sorgenti del Taro) in un contesto invernale.
    Ancora il solito dilemma: proseguo nel programma o abbandono? Intanto scendiamo a Amborzasco e poi decidiamo. A sinistra l’Aiona è incappucciato da un nuvolone grigio che soffia come un gatto arrabbiato, devo proprio andare a sbatterci contro? Non sarebbe meglio scendere a Rezzoaglio e tornare verso casa?
    Niente da fare al bivio per il lago delle Lame svolto deciso e rincomincio a salire. Cosa sto facendo? E’ quasi mezzogiorno e anziché mettermi sulla via del ritorno mi sto addentrando verso l’ignoto. Il pensiero va al protagonista di Apocalypse Now quando si inoltra nella foresta alla ricerca del tenente Kurz. In rete ho trovato informazioni su questo pezzo, le ho unite ai miei ricordi di escursionista e adesso eccomi qua. Dopo il lago delle Lame la cruda realtà mi si pone di fronte:un tratto immondo per pendenze e fondo, nemmeno ci provo: eccomi a scarpinare nel mezzo del nulla verso il nulla. Due passi li faccio anche volentieri ma che siano due perché altrimenti in questa foresta ci dormo. Perché non torno indietro? Non ho risposte. La strada migliora e risalgo in sella. Adesso si va, si fa fatica ma si va. Sarò sulla strada giusta?
    Finalmente incontro degli escursionisti e chiedo “Sono giusto per il Passo della Gonnella?” Risposta “ Boh?” Andiamo bene questi ne sanno meno di me. Sembra una barzelletta ma questa scena si ripeterà per ben tre volte. L’altimetro si allea con gli escursionisti e non mi da certezze, la solita vocina dentro mi dice “torna indietro”. Niente da fare: avanti. Sbaglio un bivio ma me ne accorgo e alla fine arrivo all’agognato Passo della Gonnella (se non vi siete ancora stufati andate a vedere dov’è). Semplificando è un passo che attraversa il crinale appenninico (alle spalle la pianura in faccia il mare) tra il passo della Forcella e il Monte Aiona. Nonostante la salita impegnativa ho freddo e non devo tentennare: è l’ultima possibilità di abbandonare il sogno, se punto a Sud, una volta in fondo al baratro che ho di fronte e che la nebbia nasconde devo poi tornare su. Non c’nessuno e non so dove andare. Poi, finalmente due indicazioni dritto si va ai laghi di Giacopiane (ma credo che diventi sentiero), a sinistra prosegue lo stradello per il Prato Mollo dal quale si dovrebbe staccare una deviazione per scendere a Sopralacroce e poi a Borzonasca.
    Speriamo bene.
    Finalmente esco dalla nebbia e vedo a destra il Lago di Giacopiane, a sinistra la strettissima valla di Sopralacroce (per i ciclisti il mitico Ghiffi). Inizia la discesa, invero molto più stressante della salita, interminabile, impegnativa e infida: basta un nonnulla per ritrovarmi appiedato in questo angolo di mondo. Non bisogna pensarci troppo per non essere sopraffatti dall’angoscia. Non finisce più: dai 1450 mt sprofondo ai 150 mt di Borzonasca dove arrivo tutto intatto. Non sono stanco ma sono molto lontano dalla macchina e, se la riviera è a pochi chilometri, io devo tornare in montagna. Lo sterrato dovrebbe essere finito ma di asfalto ne devo macinare ancora. Ennesima scelta: Forcella (conosciuta) o Acero (mai fatta). Il programma prevederebbe quest’ultima ma non so se me la sento. Mentre ci penso passano una decina di scassamaroni motorizzati: scelta obbligata: Acero.
    Irregolare, stretta, deserta, bellissima. E le gambe girano ancora. Eccomi alla Forcella, inizio a vedere la fine. Si tratta solo di decidere che fine. Mentre scendo verso Rezzoaglio penso le diverse alternative. Sicuramente non il Crociglia: dopo 130 km, con un cancello da CX sarebbe un vero calvario. Si potrebbe risalire a Santo Stefano poi un Tomarlo regolare e quindi giù a Ferriere. L’aria si è addolcita e ogni tanto un caldo sole mi fa dimenticare i soprascarpe lasciati a casa. Ormai è fatta e allora perché non chiudere in bellezza? La Ciapa Liscia ancora innevata mi chiama come il canto delle sirene di Ulisse.
    In fondo cosa sarà mai il Crocigliia ? 9,5 km di salita e poi STOP.
    Questo era il programma e dopo aver pedalato per nove ore non posso tornare a casa con questo senso di incompiuto. Basta, è deciso: si va. Regolare e agile, lo conosco troppo bene per farmi fregare: primi 2 km impegnativi poi si arriva a Torrio senza patemi prima degli ultimi 4 km mortali ma Ultimi. Tutto come previsto, anzi meglio: 50 minuti intensi come fatica e come gioia. Ormai è fatta. Ultima foto e poi giù.

    154 km (32 di sterrato) 4.227 mt di dislivello. Per chi fosse interessato ho il file GPX perché io non lo rifaccio (poi posso cambiare idea)

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    MirkoBL
    Post: 3.770
    Registrato il: 02/08/2007
    Utente Master
    00 18/04/2016 12:02
    [SM=g28002]
    Bellissimo racconto, ma... le foto?

    ******************************

    Ciao Moro...

    9/10/1963 - “Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi.” (D. Buzzati)
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    CaSe63
    Post: 2.072
    Registrato il: 05/04/2009
    Utente Veteran
    00 19/04/2016 05:23
    Fantastico Stefano, sei un grande! Però ha ragione Mirko, ci vogliono le foto, altrimenti non ci crediamo... [SM=g27988]
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    oldscat
    Post: 251
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    Utente Junior
    00 20/04/2016 06:45
    Pronti? Via! - Testata della Val Nure (il vento non viene bene)
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    Da qui si fa sul serio
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    A ovest il Carevolo si intuisce
    [IMG]http://postimg.org/image/e1ubnjchj/full/][/IMG]

    Quei faggi lassù mi indicano la meta (Zovallo)
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    Ghiaia sotto le ruote e neve sul Monte Nero
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    Sono già in Val Ceno: catena Maggiorasca Bue
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    Ancora ghiaia tra Spora e il Passo della Tabella
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    Sempre Bue e Maggiorasca
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    Senza parole
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    Ancora e sempre ghiaia verso il Passo dell'Incisa
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    Affollamento al Passo dell'Incisa (complice il bel tempo)
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    Vedi sopra
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    Lago di Giacopiane e, là in fondo il mare (dicunt)
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    Terra verso malga Perlezzi
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    La chiesetta di Acero
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    La Ciapa Liscia dal Crociglia
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    pierole1
    Post: 550
    Registrato il: 21/09/2006
    Utente Senior
    00 20/04/2016 12:55
    Mitico Stefano! Grande impresa [SM=g28002]

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    Dopo un bel giro un prosecco fresco non ha prezzo
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    MirkoBL
    Post: 3.772
    Registrato il: 02/08/2007
    Utente Master
    00 20/04/2016 15:07
    Oh là!
    Adesso sono soddisfatto! [SM=g27987]

    P.S.: bella bicicletta.

    ******************************

    Ciao Moro...

    9/10/1963 - “Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi.” (D. Buzzati)
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    grigua
    Post: 2.799
    Registrato il: 02/01/2008
    Utente Veteran
    00 20/04/2016 22:06

    Grande Stefano!
    Giro superlativo, reso ancor più impegnativo dalle condizioni climatiche, racconto coinvolgente e foto suggestive.
    Complimenti e grazie per aver condiviso con noi la tua impresa!

    Ciao!

    [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]

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    Un'emozione in più è terra conquistata,
    non possiamo chiedere certezze a questa vita (R.Z.)

    E' il tempo, sai, che ci misura,
    che ci fa uomini o soltanto frenesia (R.Z.)
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    grigua
    Post: 2.800
    Registrato il: 02/01/2008
    Utente Veteran
    00 20/04/2016 22:24
    oldscat, 20/04/2016 06.45:



    La chiesetta di Acero




    Non vorrei farti rodere, ma proprio ieri io e Sergio abbiamo fatto la Forcella da Acero e la giornata si presentava così.... [SM=g27987]



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    Un'emozione in più è terra conquistata,
    non possiamo chiedere certezze a questa vita (R.Z.)

    E' il tempo, sai, che ci misura,
    che ci fa uomini o soltanto frenesia (R.Z.)
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    aresius_
    Post: 483
    Registrato il: 30/08/2007
    Utente Senior
    00 20/04/2016 22:50
    Complimenti! Sono tutte strade che, un po' in bici da corsa e un po' in mtb ho percorso almeno una volta...bellissimo giro!
    Ti posso consigliare una variante: dopo la Gonnella/Cappella delle Lame e la conseguente discesa verso Perlezzi, invece che scendere a Borzonasca e risalire dalla Forcella, puoi risalire da Sopralacroce prendendo la strada verso il rifugio Monte Aiona, strada parallela a quella di Malga Perlezzi, dura ma più regolare e dal fondo abbastanza buono. Dal rifugio dell'Aiona poi prosegui oltre la sbarra sempre su forestale verso il Passo della Spingarda, oltre quota 1500, e poi verso il Monte Penna, ancora in val d'Aveto.
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    CaSe63
    Post: 2.073
    Registrato il: 05/04/2009
    Utente Veteran
    00 21/04/2016 23:17
    Grazie per le foto. Come anticipato da Elena noi siamo passati da Acero martedì: giornata stupenda a parte il vento a tratti fastidioso.
    Complimenti ancora.
    Ciao.
    Sergio
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    oldscat
    Post: 252
    Registrato il: 11/12/2010
    Utente Junior
    00 22/04/2016 08:52
    Acero caput mundi !

    Approfitto per chiedere a Aresius se, per quanto di sua conoscenza, dallo stradello Faggio 3 comuni - Incisa sia possibile scendere in Val Taro (sempre su stradelli).

    In particolare, in corrispondenza di un ampio tornante al termine di un tratto di discesa c'è un bivo a sinistra che sempre avere i requisiti necessari ma, molte volte, le apparenze ingannano.

    grazie e saluti a tutti
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    aresius_
    Post: 484
    Registrato il: 30/08/2007
    Utente Senior
    00 23/04/2016 00:13
    Re:
    oldscat, 22/04/2016 08.52:

    Acero caput mundi !

    Approfitto per chiedere a Aresius se, per quanto di sua conoscenza, dallo stradello Faggio 3 comuni - Incisa sia possibile scendere in Val Taro (sempre su stradelli).

    In particolare, in corrispondenza di un ampio tornante al termine di un tratto di discesa c'è un bivo a sinistra che sempre avere i requisiti necessari ma, molte volte, le apparenze ingannano.

    grazie e saluti a tutti



    Hai ragione, da quel tornante si diparte una strada che scende in val Taro. Dopo poco si biforca e si presentano due possibilità: tenendo la sinistra si scende verso Codorso (da qui asfalto), tenendo la destra si scende verso la diga del Taro (da qui asfalto).
    Sono forestali che non presentano difficoltà se fatte in mtb, in linea di massima per ampi tratti direi che sono fattibili sia in salita che in discesa anche con la tua bici. Perlomeno non sono molto diversi dai tratti che hai già affrontato, per quanto ricordo. La parte iniziale della Gonnella (vado sempre a memoria), mi sembrava peggiore, con molti sassi smossi, già un po' difficoltosa in mtb se fatta in salita. Queste in salita non danno problemi, c'è solo un breve tratto di sassi smossi andando verso la diga del Taro.
    Esiste un'altra via per scendere in val Taro, forse migliore come fondo, ed è quella che porta a Setterone: si prende dalla sbarra sulla sinistra alla fine del tratto in discesa dopo il rifugio del Penna (c'è da stare attenti a qualche bivio all'inizio).
    Infine ti segnalo la possibilità di salire, sempre su buon sterrato, al Passo del Ghiffi dal paese di Casoni.

    Posto una schermata che evidenzia i vari tracciati e alcune foto esplicative delle strade descritte.

    Tracce:
    [IMG]http://imagebam.com[/IMG]

    Curva scendendo alla diga del Taro:
    [IMG]http://imagebam.com[/IMG]

    Attraversamento scendendo alla diga del Taro:
    [IMG]http://imagebam.com[/IMG]

    L'impegnativa salita da Sopralacroce al rifugio M. Aiona:
    [IMG]http://imagebam.com[/IMG]
    [IMG]http://imagebam.com[/IMG]

    Passo della Spingarda:
    [IMG]http://imagebam.com[/IMG]

    Se hai bisogno di altre info, ben volentieri.

    Ciao.
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    Maxi_78
    Post: 461
    Registrato il: 13/07/2009
    Utente Senior
    00 13/05/2016 19:13
    Complimenti per le foto, per il giro, e per la bici!!!

    Il racconto fa venire voglia di sterrato, questo mondo gravel effettivamente sembra molto interessante! [SM=g27986]