Lapresse
“Al prete possiamo raccontare tutto ciò che vogliamo tanto è sordo e ci assolve tutti”. Gli adolescenti diMoriago della Battaglia, piccolo comune trevigiano, la domenica vanno tutti a Messa e fanno a gara per entrare nel confessionale.
Incredibile ma vero. A Moriago chi decide di entrare nella chiesetta di piazza della Vittoria rischia di rimanere sbalordito. Prima della funzione religiosa, infatti, c’è il rischio di trovarsi davanti ad una fila impressionante di persone proprio come quella che spesso si trova negli uffici postali.
Ma ad aspettare il proprio turno non ci sono né anziani, né esodati o casalinghe con le bollette della luce o del gas da pagare, ma baldi giovanotti. Perchè?
Semplice, gli adolescenti del paesino trevigiano non sono mai stati così tranquilli nel confessare a Dio, anzi a don Silvano, i loro peccati, colpe, bugie e persino piccoli reati.
Dall’altra parte del confessionale, infatti, il prete ultraottantenne è sordo. Non solo, mentre i ragazzi sono intenti a raccontare fatti e misfatti compiuti durante la settimana, l’anziano sacerdote pare sia concentrato a sistemarsi l’apparecchio acustico difettoso che continua ad emettere insopportabili fischi.
E’ sì, perchè come ha ammesso candidamente ad una giornalista locale, uno dei ragazzi di Moriago “confessarsi in questa parrocchia è un’esperienza davvero divertente: il sacerdote si siede accanto a noi, ci ascolta- almeno fa finta- e dopo pochi istanti comincia a togliersi e rimettersi l’apparecchio cercando, ogni volta, di farlo funzionare. Ovviamente senza riuscirci. Poi, ci guarda e ci assolve. Sempre”.
Già, sempre. Ma un commerciante del piccolo paese, ridendo, ci spiega che negli ultimi mesi “…in fila per confessarsi non ci sono solo i ragazzini e le anziane vedove ma anche tante giovani mammine”. Chissà perchè.
Insomma, a Moriago della Battaglia, è facile commettere peccati ma altrettanto semplice “ripulirsi” la coscienza e iniziare la settimana in “grazia di Dio”.
Ma a spingere gli adolescenti o le mammine nel confessionale non sono solo le performance di don Silvano e del suo apparecchio acustico nonfunzionante ma anche l’altro sacerdote che lo aiuta nella funzione religiosa domenicale. L’altro prete non è né vecchio e né sordo bensì straniero. Il giovane sacerdote, poco più che venticinquenne, infatti arriva dalla Tanzania ed effettivamente non è ancora in grado di cogliere tutte le sfumature della lingua italiana.
” E’ nero e non capisce l’italiano - continua il giovanotto- quindi anche a lui possiamo confessare tutti i nostri peccati senza correre il rischio di essere rimproverati o “cacciati” dalla santa Messa”.
Peccatori d’Italia adesso lo sapete, l’assoluzione è servita. Almeno a Moriago.
Al di la del divertimento dei ragazzi, questo articolo, a mio avviso, dimostra quanto sono deficienti tutti questi credenti.
Lavati, stirati e incul-cati.