Ci sono riuscito!!! Finalmente (grazie alla santa donna che è mia moglie Paola) ho potuto coronare uno dei miei sogni : scalare il Mont Ventoux!
Matteo e Flavio sono via in vacanza per cui decidiamo di prenderci una mini-vacanza da soli in Provenza.
Partenza sabato 2 luglio di buon mattino (6.30 in macchina) ma ci rendiamo subito conto di non aver avuto un’idea molto originale: il traffico è sostenuto e ascoltando la radio scopriamo che a Masone ci sono già code chilometriche.
Scatta il piano B: usciamo dall’autostrada a Ovada e seguiamo la statale fino a Rossiglione dove imbocchiamo la strada che porta a Tiglieto( strada conosciuta lo scorso anno in un giro con Grigua) per continuare verso Sassello e il colle del Giovo. Dopo Tiglieto non ero mai passato, non ci sono macchine ma parecchi ciclisti, soprattutto che risalgono il colle del Giovo da Albisola. Bello paesaggisticamente, sembra anche duretto (oltre che lungo); dovrò colmare questa mia lacuna.
Rientriamo in autostrada ad Albisola e a parte qualche rallentamento a Savona il viaggio scorre tranquillo.
Verso le 3 arriviamo a Carpentras, dove alloggeremo. Fa un caldo porco (36°) e mi chiedo domani cosa sarà di me lungo la salita!
Nel pomeriggio visitiamo Carpentras, molto carina, cena e a nanna presto: il viaggio e il caldo ci hanno distrutti.
Domenica mattina non ho nemmeno bisogno della sveglia per alzarmi: mi sembra di essere un bambino la mattina di Natale: non vedo l’ora di salire in bici!
Colazione con croissant (buoni ma pesantissimi da digerire, almeno per me) e alle 8.30 do il primo colpo di pedale: decido di partire in bici da Carpentras, decisione che si rivelerà saggia.
Per arrivare a Bedoin da dove ha inizio la salita vera e propria ci sono 14 km in leggerissima ascesa, ma mi sento molto legato, non mi sento proprio in giornata.
Ho il sole in faccia e se alzo lo sguardo vedo solo il profilo scuro del Ventoux con la guglia dell’Osservatorio: ha un aspetto minaccioso e sembra lì a sbarrarti il passo!
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Da Bedoin inizia la salita (22km), i primi 7 km sono dolci, con pendenze sul 4% poi arriva il temuto primo “virage” a sinistra e la musica cambia: da qui so che per 9 km, fino Chalet Reynard le pendenze rimangono costantemente intorno al 9% di media. Salgo cercando di non oltrepassare i 150 battiti, catena sul 26 e via! Per i primi 2 km faccio davvero fatica a carburare, poi lentamente riesco a trovare il mio ritmo e mi sento meglio. La strada si snoda in una foresta magnifica e fa davvero un gran caldo: sto sudando tantissimo e ho già fatto fuori la prima borraccia: se qui è così, mi chiedo come sarà dopo quando la vegetazione sparirà!
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I ciclisti sono numerosi, di tutte le età ( parecchi anziani, diverse donne e anche un coraggiosissimo ragazzino, scortato dal padre che potrà avere l’età del mio Flavio)
Finalmente arrivo a Chalet Reynard e qui di colpo la vegetazione sparisce e il paesaggio diventa unico: tanto prima il monte è boscoso tanto adesso siamo finiti nel deserto.
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Mancano ancora 7 km ma qui fa la sua comparsa il vento: per mia fortuna non è niente di eccezionale per essere sul Mont Ventoux, ma qualche bella raffica si fa sentire! Però il vento abbassa la temperatura, infatti sto sudando molto meno di prima.
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La guglia dell’Osservatorio pian piano si avvicina, mancano 2 km, passo davanti alla stele che ricorda l’assurda morte di Tommy Simpson, ma ormai ci sono: l’ultimo tornante, mi alzo sui pedali ed è fatta!
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Ho impiegato 1 h e 57 min da Bedoin.
La soddisfazione è grande e la voglio condividere con Paola che ha guidato l’ammiraglia.
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Dopo una breve sosta inizio la discesa verso Malaucene: anche questo versante è duro ma paesaggisticamente non regge il confronto con quello da Bedoin.
Proseguo la strada per tornare a Bedoin e Carpentras.
Purtroppo è molto distante da Milano,(600 km) ma vale sicuramente il viaggio: è assolutamente unico!
Km totali : 84
Dislivello: 1920 m
P. S.: ieri durante il viaggio di ritorno siamo passati dalle Gorges du Verdon: stupende! Abbiamo incontrato anche parecchi ciclisti: qualcuno le conosce dal punto di vista ciclistico?