Re:
Scusa, ma credo sia piu' funzionale se ti evidenzio una per una tutte le cose che non vanno proprio (e sono tante). Perdonami se ti ho trattato male, ma ti giuro che -magari involontariamente - hai fatto di tutto perche' lo facessi :P
Scritto da: Morgan Fairfax 18/07/2004 20.00
/Politica bella
Una delle principali motivazioni del disinteresse dei giovani per la politica è la consapevolezza che si tratta di qualcosa di “estraneo” e “corrotto”. Io la penso in modo ben differente…
Quell'"io la penso in modo ben differente" e' presuntuoso, snobistico e parecchio bruttino stilisticamente. Il testo e' tuo, e' ovvio che le opinioni sono tue, non serve che tu lo ribadisca, e' chiaro. Parli di "consapevolezza", ti faccio notare che la parola sottoindende la verita' di cio' a cui e' riferita. Mi pare che tu non sostenga che la politica e' estranea e corrotta, ma il contrario. Dunque dovresti usare la parola "convinzione".
Io scriverei: "Una delle principali motivazioni del disinteresse dei giovani nei confronti della politica è la convinzione che si tratti di qualcosa di estraneo a loro e di irrimediabilmente e inequivocabilmente corrotto. Se senza dubbio puo' dirsi vero che questa concezione non sia completamente errata, cio' non implica che sia totalmente corretta..."
La politica è “sporca” per definizione. A detta dei più, si tratta solo di un’attività mediante la quale è possibile assicurare il proprio benessere, quello dei figli e dei figli dei propri figli. Uno strumento grazie al quale salvaguardare i propri interessi, arraffare l’arraffabile e rubacchiare il rubacchiabile. Una pacchia, insomma. Meno pulita di una macchia di unto sulla tovaglia a fiori della nonna, più sordida di un camaleonte fra i coriandoli.
Potrà mai la politica essere bella e diventare un’ arte, una missione, una scelta di vita fatta in nome di nobili ideali?
Ok, non mi piace lo stile moralistico e sermonistico del paragrafo, ma fila. Mi sembra pero' che sottovaluiti la potenza, la funzionalita' e l'efficacia di una buona aggettivazione.
A costo di sembrare un patetico illuso, vi dirò subito che la politica è bella.
Questa frase fa ancora schifo, scusa se sono cosi' terra-terra. In primis è l'aggettivo "bella" che non ha nessun significato sensato in questo discorso. In che senso e' bella? Spiegalo!
Io scriverei: Eppure "politica" non e' solo questo. E' anche una pratica
lista di aggettivi positivi che mettano in evidenza tutti gli aspetti positivi della politica e, in ultima analisi, bella.
Su questo ho pochi dubbi. Fortunatamente c’è la Storia a sostenere questo mio eccentrico pensiero… Sto parlando della Storia con la S maiuscola - anche se ogni storia, grande o piccola che sia, merita una S maiuscola, anche quella dell’impiegato che porta il pane a casa o della prostituta liberatasi dalla sua schiavitù).
Ecco, ok. Che funzionalita' ha nel tuo testo il riferimento alla storia con la S maiuscola o minuscola? Nessuno. Non aggiunge una virgola a favore della tua tesi e ha come uno risultato di rendere dispersivo il tuo discorso. Elimina tutta la parte dopo i puntini di sospensione, e rivedi la punteggiatura, che e' poco scorrevole.
Firenze, alla fine del ‘400.
Via "alla".
Quando cadde il governo dei Medici (la famiglia che sino al 1494 aveva avuto nelle proprie mani praticamente tutto il potere politico della città)
Se qualcuno non sa chi sono i Medici, e' troppo decerebrato per interessarsi a questo genere di argomenti. Chi invece lo sa, si sentira' giustamente infastidito dal fatto di essere trattato come un decerebrato. Non serve che tu spieghi chi erano i Medici: limita a darne le coordinate temporali e a ricordare che il loro potere era pressoche' totale, senza dare la sensazione di saperne piu' del lettore.
venne istituito il cosidetto Consiglio Maggiore, formato da due istituzioni più “antiche”: il Consiglio del Comune e il Consiglio del Popolo.
Fu deciso di costruire una nuova sede per il nuovo organo governativo, inizialmente solo per fare un po’ di scena e non sfigurare rispetto alle altre grandi metropoli italiche (tra cui primeggiava Venezia).
Quel "fare un po' di scena" e' totalmente fuori registro, sostituiscilo con una locuzione piu' adatta. E io non parlerei di "metropoli", perche' al tempo di certo non ce n'erano.
I fiorentini, dunque, eressero in poco tempo un edificio molto grande. Il lavoro fu terminato così brevemente che qualcuno pensò che un angioletto ci avesse messo lo zampino.
Ok, ti piacciono gli angioletti, ma messo cosi' questo riferimento non porta acqua al tuo mulino. Inoltre sei ripetitivo, potresti risparmiare sulle parole:
"I fiorentini eressero, dunque, un edificio grande e sfarzoso dove ospitare il potere politico in brevissimo tempo, tanto che qualcuno penso' che qualche angioletto ci avesse messo lo zampino".
Ebbene, tale edificio non era un anonimo casermone di cemento armato come se ne vedono di questi tempi (chi vive alla periferia di Milano o di qualunque altra grande città lo sa bene…). Non era di forma pentagonale, all’ingresso non disponeva di quelle assurde porte girevoli nelle quali, troppo spesso, rischio di lasciarci le penne. Era un gioiello dell’arte italiana.
E' di una qualche utilita' questo passaggio? No. Limitati a dire che non era come gli edifici pubblici di oggi, che fanno schifo, ma era un capolavoro (non con le mie parole, ovviamente). Se questa e' la tua argomentazione; perche' io non la condivido affatto: hai visto il Reichstag di Berlino? Il Pirellone? Il Palazzo di Vetro? L'urbanistica ha sempre dato grande importanza agli edifici pubblici, e a quelli governativi in particolare.
La parete che faceva da sfondo ai magistrati governativi che presiedevano le sedute era decorata da una splendida pittura raffigurante la Madonna. Sulla parete opposta, due affreschi di due gloriose vittorie militari fiorentine. E indovinate un po’ chi è stato a realizzarli? Michelangelo e Leonardo.
Inutile apostrofe al lettore. E' bene interagire con chi legge, ma va fatto nel modo giusto e nel momento giusto.
Quando i Medici tornarono a Firenze, purtroppo, ben pensarono di sciogliere il Consiglio Maggiore e demolirne la sede. Questa è la malinconica testimonianza di un bottegaio del tempo…
I due punti ti facevano schifo?
E in questo tempo piacque a questo governo nuovo di guastare la sala del consiglio maggiore, cioè el legniame e tante belle cose, ch’erano fatte con tanta grande spesa, e tante belle spalliere… la qual cosa dolse a tutto Firenze, non la mutazione dello Stato, ma quella bella opera del legniame di tanta spesa
Tale interesse per la costruzione di una sede governativaè stato interpretato dagli storici in molti modi.
Due punti.
In linea di massima
Virgola
tutti concordano sul fatto che pitture, affreschi e altri capolavori
Passi da una descrizione costitutiva, peraltro mal congegnata (gli affreschi sono pitture pure loro) a una qualitativa (capolavori) senza che questo abbia un'utilita' retorica. Dunque, non farlo. Quando rompi la linearita' del testo, richiami l'attenzione. E se devi richiamare l'attenzione, fallo dove e' utile, non dove e' inutile; il lettore altrimenti si ritrovera' spaesato.
non siano stati realizzati per il mero gusto di decorare un nuovo palazzo. Lo stesso fervore religioso che accompagnava la vita del cantiere è sintomatico di una concezione “diversa” della politica e di tutto quanto ad essa gravitava.
Hai messo "diversa" fra virgolette, perche' ti sei reso conto che non era la parola adatta. Cerca di sostituirla allora con altri aggettivi, piu' di uno, che rendano meglio l'idea. Non essere generico. E le cose non gravitano A, gravitano ATTORNO A.
Le arti figurative si resero serve e allo stesso tempo alleate dell’arte di governo, nell’arduo compito di sottolineare la nobiltà dell’operato dei funzionari pubblici.
Buona frase.
Motivo? I fiorentini avevano intelligentemente capito che la politica è intrinsecamente bella proprio perché rientra tra le più nobili attività umane! Perchè dibattere, far scaturire idee, discuterle e migliorare la vita del proprio paese è BELLO, nonostante i soliti disfattisti possano pensare l’esatto contrario.
Se questo salto avesse senso, sarebbe un volo pindarico. Purtroppo pero' non ne ha. Se il tuo ragionamento e' "il palazzo rappresenta la politica, dunque se il palazzo e' bello la politica e' bella", fallo capire. E' un ragionamento miope, ma se e' quello che vuoi dire, fallo. E evita i moralismi dell'ultima frase, e gia' che ci sei leva il punto esclamativo, che non sei all'osteria.
Teniamo presente che nella patria del nasuto Dante, governare era una delle attività più importanti.
E in tutte le altre patrie non e' forse cosi'? Morgan, non sono io che devo trovarti le antitesi, te le devi immaginare da solo per anticipare il lettore. Un ragionamento che non tiene conto delle alternative a se' stesso non fila, non dimostra nulla.
A tutti i cittadini era concesso di occupare, seppur per breve tempo, una carica pubblica. Era sia un onere che un onore servire il governo con il proprio operato politico. Mirabile l’esempio di Brunetto Latini, per il quale il mestiere del politico consisteva nella missione di mettersi al servizio dei cittadini, a prescindere da qualsiasi forma di faziosità.
Altri tempi, diranno i più. Di questi tempi, tra un conflitto di interessi e una censura, sembrerebbe che tali idee siano anacronistiche… Consentitemi di dissentire.
Questo pezzo non e' malaccio, pero' manca di carisma, e' moscetto. E' il centro del tuo discorso, fallo sentire: sei sulla buona strada. Prima fai finta di trascinare il lettore da una parte, poi cambia direzione. Convincilo che erano altri tempi, fagli credere che tu la pensi come lui, e poi fregalo. E leva i puntini di sospensione.
E’ bene smettere di associare tutto ciò che sa di politica esclusivamente a tutto ciò che sa di marcio.
Questo "e' cosa buona e giusta" e' immondo. E assolutamente sterile.
Perchè di marcio ce n’è ovunque, anche nelle nostre linde coscienze di cittadini, troppo spesso distratti e superficiali. Nelle urne elettorali semi-vuote. Nelle sedute dei consigli comunali “per pochi intimi” (quanti di noi sono mai andati a vederne almeno una?).
O metti la virgola, o, se vuoi usare una pausa radicale come un punto, continua l'elenco con un bel climax. Vedi sopra: ogni rottura della linearita' richiama l'attenzione. Fai in modo che sia richiamata suqualcosa di utile.
E’ la nostra innata pigrizia a far stare anche noi dalla parte del torto, di chi non ha voglia di discutere, di confrontarsi, di crescere perché tanto “le cose vanno male e non si può far niente”. E’ la nostra negligenza che ci spinge a disertare l’appuntamento con il proprio dovere di cittadino, delegando a “qualcun altro” il compito di decidere del nostro futuro. E’ la sfiducia nelle istituzioni (spesso motivata, spesso no) a farci dimenticare che prendere parte alla vita politica del nostro comune, della nostra provincia, del nostro piccolo/grande mondo porta comunque più frutti di un rassegnato silenzio, di un mugolante lamento.
Sermone. Orrido. La forma va anche bene, ma il tono e' terribile. Smettila di accusare il prossimo fecndo finta di farne parte, questa non e' critica costruttiva, e' pura chiacchiera.
La politica è bella solo se tutte le componenti di uno stato (quindi anche noi cittadini “comuni”) desiderano farla diventare bella. Sfortunatamente l’impegno è poco (da ogni parte) e viene compromesso dall’interesse, dal proprio tornaconto personale, dall’ignavia.
L'interesse dell'ignavia? Ma lo sai cos'e' l'ignavia? E via le parentesi, esistono anche i trattini.
Sta quindi a chi pensa di essere in gamba (o vuole diventarlo) alzare la mano, chiedere scusa per l’interruzione e pretendere spiegazioni, indagare, capire, proporre. Usando un’abusata espressione: mettersi in gioco!
In caso contrario, prepariamoci alla demolizione virtuale di ogni sede di governo; alla cancellazione definitiva di ogni affresco.
Pessima conclusione. Scusami Morgan, se non commento tutto per filo e per segno, ma secondo me tutta la conclusione, dal "volo pindarico" in poi, e' da rifare da capo.