LE VACANZE DEL PAPA

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
+PetaloNero+
00venerdì 5 giugno 2009 16:00
COMUNICATO DELLA PREFETTURA DELLA CASA PONTIFICIA

Da lunedì 13 a mercoledì 29 luglio il Santo Padre trascorrerà un periodo di riposo in Valle d’Aosta, nella residenza di Les Combes di Introd.

Domenica 19 luglio, alle ore 12, il Santo Padre guiderà la preghiera mariana dell’Angelus in Piazza Ruggia, davanti alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore, in Romano Canavese, in diocesi di Ivrea.

Domenica 26 luglio la recita dell’Angelus alle ore 12 avverrà dalla residenza di Les Combes.

Nel mese di luglio vengono quindi sospese le Udienze generali dei mercoledì 15, 22 e 29.

Al rientro dalla Valle d’Aosta, il Santo Padre si trasferisce nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo.

Nel periodo estivo sono sospese tutte le Udienze private e speciali.

Le Udienze generali riprenderanno regolarmente da mercoledì 5 agosto.

Nelle domeniche e nelle solennità del periodo estivo la recita dell’Angelus avrà luogo nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo.







Dal 13 al 29 luglio, il Papa sarà a Les Combes, in Valle d'Aosta, per un periodo di riposo

La Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto oggi che Benedetto XVI trascorrerà un periodo di riposo presso la località valdostana di Les Combes di Introd dal 13 al 29 luglio. Domenica 19, il Papa terrà l’Angelus nella località di Romano Canavese, nella diocesi piemontese di Ivrea. La recita della preghiera mariana avverrà davanti alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore. La domenica successiva, 26 luglio, la recita dell’Angelus avverrà invece a Les Combes. Nel mese di luglio vengono sospese le udienze generali dei mercoledì 15, 22 e 29, che riprenderanno regolarmente dal 5 agosto. Nel periodo estivo saranno inoltre sospese tutte le udienze private e speciali. Al rientro dalla Valle d’Aosta, Benedetto XVI si trasferirà nel Palazzo pontificio di Castel Gandolfo, da dove guiderà la recita dell’Angelus domenicale e nelle Solennità.



Radio Vaticana
+PetaloNero+
00mercoledì 10 giugno 2009 01:28
Dal blog di Lella

ASSIEME A PIETRO

Benedetto XVI dal 13 al 29 luglio prossimi sarà a Les Combes di Introd per un periodo di riposo.

Il vescovo di Aosta Anfossi: la sua presenza tra noi, una grande grazia

In Valle d’Aosta le vacanze del Papa


DA ROMA

SALVATORE MAZZA

Tornerà in Valle d’Aosta, Benedetto XVI.
La Sala Stampa della Santa Sede ha infatti confermato ufficialmente ieri che papa Ratzinger trascorrerà il consueto periodo di riposto estivo «nella residenza di Les Combes a Introd, dal 13 al 29 luglio prossimi».
Domenica 19 luglio, alle ore 12, «il Santo Padre – si legge nella nota diffusa dalla Prefettura della Casa pontificia – guiderà la preghiera mariana dell’Angelus in Piazza Ruggia, davanti alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore, in Romano Canavese, in diocesi di Ivrea», paese natale del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. La domenica successiva, 26 luglio, invece, «la recita dell’Angelus alle ore 12 avverrà dalla residenza di Les Combes. Nel mese di luglio – prosegue la stessa nota – vengono quindi sospese le Udienze generali dei mercoledì 15, 22 e 29. Al rientro dalla Valle d’Aosta, il Santo Padre si trasferisce nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo.
Nel periodo estivo sono sospese tutte le Udienze private e speciali. Le Udienze generali riprenderanno regolarmente da mercoledì 5 agosto. Nelle domeniche e nelle solennità del periodo estivo la recita dell’Angelus avrà luogo nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo». Per Benedetto XVI quello del prossimo luglio sarà il terzo soggiorno in Valle d’Aosta, dopo quelli del 2005 e del 2006, mentre nel 2007 è stato a Lorenzago di Cadore e, lo scorso anno, a Bressanone, ospite dello stesso Seminario diocesano in cui già s’era recato diverse volte in passato, prima di diventare Papa.
«Siamo molto lieti che il Santo Padre Benedetto XVI ritorni per la terza volta in Valle d’Aosta. – ha detto il vescovo di Aosta monsignor Giuseppe Anfossi –.
Consideriamo il suo soggiorno una grande grazia e ci premureremo di creare tutte le condizioni migliori per assicurare al Santo Padre un sereno periodo di riposo. La comunità – ha aggiunto il presule – ricorda fin d’ora nella preghiera Benedetto XVI e lo ricorderà in modo particolare nella festa dei Santi Pietro e Paolo del prossimo 29 giugno».
Papa Ratzinger risiederà nel piccolo chalet che già conosce, immerso in un parco naturale con una vista che spazia dal Monte Bianco al Monte Rosa, e con alle spalle il parco del Gran Paradiso. Un luogo assolutamente riservato, a cinquecento metri dalla frazioncina di Les Combes, da dove se lo vorrà il Pontefice potrà compiere passeggiate senza dover transitare per luoghi abitati. Lo chalet, che sorge a pochi passi dalla colonia dei salesiani di Torino, è lo stesso che aveva ospitato gli ultimi due – dei dieci totali – soggiorni trascorsi in Valle da Giovanni Paolo II: è una tipica abitazione in legno con il tetto di ardesia, su due piani collegati con una scala e un piccolo ascensore. La camera del Papa è al primo piano, con un balconcino affacciato direttamente sul Bianco, mentre al pianterreno, dal 2005, nel soggiorno è stato messo anche un pianoforte perché Benedetto XVI possa coltivare il suo passatempo preferito. Ad accoglierlo sarà ancora il sindaco Osvaldo Naudin, ospite di tutti e tredici le cosiddette «vacanze papali» che, come sempre, si svolgeranno in modo strettissimamente «privato».
Unici momenti pubblici previsti saranno, come comunicato dalla Prefettura della Casa pontificia, i due Angelus che cadranno nelle domeniche che Benedetto XVI trascorrerà in Valle d’Aosta, con la 'digressione' in Piemonte del 19 in omaggio al suo primo collaboratore. Il 26 invece saranno i fedeli della valle – negli anni scorsi sono stati fino a settemila – a salire fino al campo sportivo confinante con lo chalet, per salutare il Papa all’antivigilia della sua partenza.

© Copyright Avvenire, 6 giugno 2009









Dal blog di Lella

La visita del Papa: “un regalo al Canavese”

di Marco Campagnolo

“Un regalo”. Così nel comunicato stampa diffuso dalla Diocesi di Ivrea, monsignor Arrigo Miglio definisce la visita del Papa il prossimo 19 luglio a Romano: «Grazie Santo Padre – scrive il vescovo eporediese – per volerci regalare un giorno della Sua vacanza».

“Un regalo ai romanesi” ha definito la visita del Papa anche Peleszyk Gacek, parroco della cittadina del cardinal Tarcisio Bertone, ieri, durante la conferenza stampa in Curia, durante la quale si è dato conto delle, fino ad ora, poche cose che si sanno per certo.
«La visita sarà solo a Romano e di massimo qualche ora – ha spiegato il Vicario Generale Don Silvio Faga –. Alle 12 il Santo Padre terrà l’Angelus in mondo visione. Prima dell’arrivo del pontefice sarà il Segretario di Stato Cardinal Bertone a celebrare la santa Messa per i propri concittadini, alle 10 e dallo stesso palco che occuperà poi Benedetto XVI. Ci auguriamo che anche la messa del ”nostro” Bertone venga trasmessa in diretta».
Il Papa arriverà da Aosta in elicottero, ma ancora non si sa a che ora con precisione, ne’ dove atterrerà. Anche il percorso per arrivare di fronte alla Chiesa parrocchiale non è ancora certo, anche se, si faceva notare ieri, che non essendo Romano una metropoli non sono poi tante le alternative.
E anche se una buona parte dell’organizzazione dell’evento sarà di competenza degli organi centrali (Vaticano e, per la sicurezza, l’Ispettorato della Polizia presso la Santa Sede) anche la macchina organizzativa locale si appresta a mettersi in moto. Il Vicario generale ha infatti assicurato che entro la prossima settimana si insedierà il Comitato organizzatore. Attualmente, a differenza di quanto è stato pubblicato su alcuna stampa locale lo scorso lunedì, non sono ancora stati decisi i componenti, che è però presumibile includeranno i vertici della Diocesi, del Comune e della Pubblica Sicurezza locale.
Ma anche se la soddisfazione di avere nuovamente un Papa in Canavese (dopo la storica visita di Giovanni Paolo II nel 1990) era ieri palpabile in Diocesi, nessuno si nascondeva le difficoltà di questo incontro.
«La visita – spiegava ieri don Faga – non è una visita alla Diocesi, ma alla parrocchia di Romano, come segno di stima e di affetto verso il cardinal Bertone». Questo significa che l’Angelus verrà recitato di fronte alla chiesa parrocchiale, in una piazza che potrà contenere pochi fedeli.
«Non sappiamo ancora come potremo organizzarci – è stato annunciato -. Probabilmente sarà necessario predisporre dei maxi-schermi in altre piazze. Ma sicuramente dovremo creare una sorta di “servizio prenotazione” per sapere quante sono e chi sono le persone che vorranno assistere. Non è ancora ufficiale, ma quasi sicuramente per fare questo “censimento” ci appoggeremo direttamente alle parrocchie».
La Diocesi chiederà comunque a tutti i parroci di non celebrare le messe di mezza mattina la domenica della visita, in modo tale che chi ha il desiderio di essere presente, sacerdoti in primis, possa esserlo.
Per quanto riguarda i costi della visita alla Diocesi ci tengono a precisare che non saranno alti: «Non occorrono molte cose. La spesa maggiore sarà la costruzione del piccolo palco necessario per Messa e Angelus – ha spiegato il Vicario -. Come Diocesi non abbiamo intenzione di spendere tanti soldi, tanto più che in questo periodo non sarebbe proprio il caso».

www.localport.it/eventi/notizie/notizie_espansa.asp?N=47142
+PetaloNero+
00domenica 12 luglio 2009 16:18
«Che emozione incontrare il Papa sui nostri monti»

L'intervistaIl sindaco di Les Combes «Tutto pronto per l'arrivo di Ratzinger»



Non mi aspettavo un Papa montanaro. Come tanti, lo ritenevo inavvicinabile. Si rivelò invece curioso. Voleva conoscere al gente, la cultura, le tradizioni. Un feeling che è durato anni e che si è consolidato nel tempo. Le montagne della Valle d'Aosta gli facevano sobbalzare il cuore come i monti Tatra. Le montagne - disse una volta Giovanni Paolo II - sono una sfida: Osvaldo Naudin racconta il grande Papa con la voce increspata dall'emozione. Da trent'anni è primo cittadino di Introd, un pugno di case (610 abitanti) a mille metri di altezza e una frazione, Les Combes, (1300 metri), che ospiterà, a partire dal 13 luglio fino al 29 luglio, un altro Papa. Per dieci volte Giovanni Paolo II e per la terza volta Benedetto XVI. Sulle dita di una mano sola gli appuntamenti ufficiali, come l'Angelus recitato a Romano Canavese il 19 luglio, paese natale del Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone e il 26 luglio a Les Combes; incontro col clero per ricordare sant'Anselmo d'Aosta. Un «Vaticano fra le Alpi» o ad alta quota, di rara, commovente bellezza. I massicci del Bianco, del Rosa, del Gran Paradiso, le vallate che si perdono nei ghiacciai, le morene e le mulattiere, gli alpeggi, le edicole votive e le cappelline. Naudin è uomo di poche parole e di profondi silenzi. Pensionato, è presidente della Comunità del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Ma non sta nella pelle, ora che il mondo punterà di nuovo (e inaspettatamente) i riflettori su di lui e sulla sua comunità. Caro sindaco, chi invitò per la prima volta Giovanni Paolo II in Valle d'Aosta ? «Nel 1986 il Papa venne in visita pastorale da noi e fu subito colpito dalla bellezza della natura. La guardava come se esprimesse una teologia della montagna. Il Papa mistico e il riposo d'alta montagna. E poi la riservatezza come tratto distintivo dell'accoglienza valdostana. Nel 1989 il sopralluogo fu fatto dal segretario del Papa, monsignor Stanislao Dziwisz, dal capo della vigilanza vaticana, il commendator Camillo Cibin e da Alberto Maria Carreggio, oggi vescovo di Sanremo. Diverse erano le località candidate e tutte molto più conosciute della nostra come Cogne o la Val d'Ayas». E la scelta cadde su Introd… «Sì, per la tipologia, la scarsa presenza di turisti, due sole strade d'accesso, il panorama mozzafiato, l'isolamento della villetta che avrebbe dovuto ospitare il pontefice». La ricordo perfettamente. Anche se nel 2000 ne avete costruita un'altra. «Non a grande distanza dalla prima. Sul terreno dei salesiani. L'abbiamo fatta costruire a tempi record. È un pianterreno col sottotetto. Ottanta metri quadrati. Al piano terra la cucina, un salotto e due camere da letto per le suore o, nel caso di Papa Benedetto, per le laiche consacrate che l'accudiscono. Al secondo piano una cappellina, un soggiorno-studio, servizi e due camere da letto: una per il Papa, l'altra per il segretario particolare, monsignor Georg Ganswein». Quando c'è il Papa, voi lo trattate come un vicino di casa. Uno a cui si possono fare dei doni. «I nostri regali sono i frutti della terra. Verdure fresche, frutta, vini della valle. Giovanni Paolo II gustava volentieri la gastronomia locale». Lei cucinava per Giovanni Paolo II? «Il 14 luglio, festa di San Camillo, cucinavo per gli uomini della vigilanza. Papa Wojtyla non disdegnava di farci visita e di partecipare a queste feste familiari e con allegria assaggiava un po' di tutto. Selvaggina, camoscio "in civet", capriolo, lepre, capretto nostrano». La sua specialità? «L'agnello al forno con timo di montagna e genepy e bacche di ginepro selvatiche. Come dolce la mia specialità era la panna montata con grappa locale e succo di fragola». Papa Wojtyla apprezzava i vini? «Specialmente il rosso rubino di Arvier ed il Torret. Poco il bianco. Una volta assaggiò anche carne di stambecco. È proibito cacciarlo, come lei sa. Fu una eccezione, perchè quello stambecco l'avevamo comprato. Il Papa, però, me lo fece subito notare e simpaticamente mi rimproverò di avergli cucinato una carne proibita». Questo singolarissimo legame d'amicizia e di affetto è proseguito anche a Roma… «Giovanni Paolo II non ci ha mai negato un'udienza in Vaticano. E così, io e il mio Consiglio Comunale, quasi come Capi di Stato, venivamo ricevuti nel suo appartamento nel Palazzo Apostolico ed avevamo il privilegio di partecipare alla messa che celebrava nella cappella privata». C'è una battuta che non ha dimenticato? «Atterrato in elicottero sotto il diluvio una volta mi disse: Stesso Papa, stesso sindaco. Io sono arrossito mentre lui rideva divertito». Gli avete anche dedicato un museo? «Lui ancora vivente. Nel 1996 ha inaugurato il "Museo Giovanni Paolo II" a Les Combes. Era un omaggio affettuoso. Lettere, francobolli, regali che facevamo al Papa globe-trotter, e che lui ci spediva su, perché quel museo fosse qualcosa di vivente, si arricchisse sempre di più. Nei suoi pensieri c'erano i problemi e i drammi del pianeta. Oso pensare che un piccolissimo spazio fosse occupato anche da noi». L'ha visto per l'ultima volta nel 2004 «Papa Wojtyla sembrava consapevole che sarebbe stata l'ultima. Così come l'ultimo sguardo fu per la catena di montagne del Grand Jorasses. È una vacanza che mi è rimasta impressa nell'animo. Anch'io ho vegliato, con una folla sterminata, in Piazza San Pietro. Era il primo aprile 2005. Il giorno dopo sarebbe salito in cielo». «A contatto con la montagna, la persona ritrova la sua giusta dimensione, si riscopre creatura piccola ma al tempo stesso unica, capace di Dio perché interiormente aperta all'Infinito». È una frase dell'Angelus pronunciato da Benedetto XVI a Les Combes. Era il 17 luglio 2005. Era il secondo Papa della sua vita da sindaco. «Mah, vede. Ci piace pensare che Benedetto XVI a Les Combes voglia sentire ancor di piu' la vicinanza di Giovanni Paolo II» Come è stato il primo incontro? «Era un Papa serio, composto, concentrato. Poi, pian piano, si è sciolto e si è dimostrato sensibile e gentile. È stato per noi una grande sorpresa. Nel 2007 Benedetto XVI ha trascorso le sue vacanze a Lorenzago di Cadore, nel 2008 a Bressanone. Sembravamo tagliati fuori, non ci siamo però persi d'animo e siamo tornati alla carica. "Non arrendetevi" ci hanno detto il segretario, monsignor Georg, e il capo della vigilanza vaticana, Domenico Giani. Ho capito che c'era qualche speranza. Nell'aprile di quest'anno l'annuncio del vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, che il Papa sarebbe tornato da noi». Come vi siete preparati? «Sappiamo che il Santo Padre, a differenza del suo predecessore, fa brevi camminate attorno alla sua villetta. All'imbrunire, quando la natura imbevuta di luce si prepara al riposo. È un momento magico. Gli abbiamo sistemato i sentieri fra i boschi. Abbiamo dato una mano al restyling della natura che Benedetto XVI sente come tempio di Dio». È un intellettuale, Joseph Ratzinger. Non la spaventa un po'? «Un grande intellettuale che apprezza le parole dette col cuore e con semplicità. È un Papa che sa cogliere ogni sfumatura, che sa essere anche Papa di popolo». Cosa vorrebbe dirgli? «Che il mondo ha bisogno di lui. E la sua terza enciclica ne è la dimostrazione. Ha trascorso un anno complicato e difficile. Ha diritto ad un pontificato sereno».


iltempo.ilsole24ore.com
+PetaloNero+
00lunedì 13 luglio 2009 01:22
Il Pontefice inizierà questo lunedì le sue vacanze sulle Alpi
Tornerà a Castel Gandolfo il 29 luglio


CITTA' DEL VATICANO, domenica, 12 luglio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI inizierà questo lunedì le sue due settimane di vacanze annuali, nella località di Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta.

Prima di lasciare Roma, questa domenica il Pontefice ha chiesto ai pellegrini riuniti in Piazza San Pietro per recitare l'Angelus di accompagnarlo con la preghiera in questi giorni.

"La preghiera non conosce distanze e separazioni: dovunque siamo, essa fa di noi un cuore solo e un'anima sola", ha spiegato parlando dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano.

"A proposito di partenze, colgo l'occasione per ribadire ancora una volta il dovere per tutti della prudenza nella guida e del rispetto delle norme del codice stradale. Una buona vacanza inizia proprio da questo!", ha aggiunto.

Durante le sue vacanze, il Papa ha programmato almeno due incontri pubblici.

Domenica 19 luglio, alle 12.00, guiderà la preghiera mariana dell'Angelus in Piazza Ruggia, davanti alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore, a Romano Canavese, nella Diocesi di Ivrea.

Domenica 26 luglio la recita dell'Angelus alle 12.00 avverrà dalla residenza di Les Combes.

Al rientro dalla Valle d'Aosta, il 29 luglio, il Santo Padre si trasferirà nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, dove trascorrerà il resto dell'estate.

"La Diocesi di Aosta e tutta la Comunità valdostana accolgono con gioia il ritorno di Sua Santità Benedetto XVI in mezzo a noi. Cercheremo di preparare tutto quello che dipende da noi affinché le sue vacanze siano serene e gli permettano un autentico 'periodo di riposo'", ha dichiarato il Vescovo locale, monsignor Giuseppe Anfossi.

"Per tutti i Valdostani la presenza del Papa è un grande onore, per i credenti rappresenta un momento di grazia", ha aggiunto.
+PetaloNero+
00lunedì 13 luglio 2009 16:05
PERIODO DI RIPOSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI A LES COMBES DI INTROD (VALLE D’AOSTA)

Da oggi, lunedì 13 luglio a mercoledì 29 luglio, il Santo Padre si trasferisce nella residenza di Les Combes di Introd in Valle d’Aosta, per un periodo di riposo.







Il Papa a Les Combes in Valle d'Aosta. Affetto, fiori e poesie per salutare l'arrivo di Benedetto XVI: "Sarà un periodo di riposo e lavoro"


Un’ora di aereo e mezz’ora circa di elicottero hanno proiettato questa mattina Benedetto XVI dal panorama vaticano a quello, superbo, del massiccio del Monte Bianco, che domina sulla piccola località montana di Les Combes. Qui, il Papa trascorrerà un soggiorno di riposo di due settimane, che si concluderà il 29 luglio. Dopo una sosta di mezz’ora all’aeroporto di Torino-Caselle, il Papa ha fatto il suo arrivo in elicottero verso le 12.40, accolto dal vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi, e da Osvaldo Naudin, sindaco di Introd, nel cui territorio comunale si trova la frazione di Les Combes. Grande festa della popolazione locale e consueto, nutrito, contorno di giornalisti hanno fatto da cornice al primo contatto di Benedetto XVI con i valligiani, dopo due anni di assenza. Salvatore Mazza, inviato a Les Combes del quotidiano Avvenire, racconta questi primi istanti al microfono di Alessandro De Carolis:

R. – E’ stata un’accoglienza molto calorosa: c’erano, come sempre, tutti i vicini di casa del Papa ad aspettarlo ed è stato anche salutato dai bambini dell’asilo comunale di Introd con una poesia e con un mazzo di fiori. Insomma, c’era un’atmosfera di grandissima festa e contentezza. Poi una persona, non appena è atterrato, gli ha chiesto: “è contento di essere tornato?”. E lui ha risposto: “certamente, è sempre tutto molto bello, altrimenti non sarei tornato”.


D. – Il soggiorno in montagna è un fatto privato del Pontefice ma è anche, inevitabilmente, un evento mediatico. Non sono mancate, neanche quest’anno, all’arrivo del Papa, le domande dei giornalisti anche sull’attualità internazionale più stretta…


R. - Gli è stato chiesto cosa pensasse del G8 che si è concluso qualche giorno fa ed il Papa ha detto: “mi sembra che sia andato tutto molto bene” e non ha aggiunto altro. Poi gli è stato chiesto come saranno queste vacanze e lui ha risposto dicendo che “saranno vacanze di riposo e anche un po’ di lavoro, ma soprattutto riposo”. E’ un po’ il senso di questi soggiorni estivi, che ormai dal 1987 scandiscono le estati dei Pontefici.


D. – Quanti giornalisti sono presenti in questo momento a Les Combes?


R. – Mi sembra ci fossero una quarantina di testate tra carta stampata e televisioni locali e nazionali. Sicuramente ne arriveranno poi altri in occasione dei momenti pubblici, quali le visite, l’Angelus a Romano Canavese e quello del 26 che celebrerà qui a Les Combes.


D. – Ci sono novità nella zona rispetto all’ultima vacanza che il Papa ha fatto a Les Combes?


R. – Direi di no. Il posto è sempre lo stesso: in questa casetta immersa in mezzo ad un parco naturale, a due passi dalla colonia dei Salesiani, dove il Papa conduce queste sue giornate in maniera molto privata e ritirata. Il paesino di Les Combes è a circa 500 metri ed è sempre tutto molto bello.


D. – Com’è stata organizzata la vigilanza nell’area dello chalet che ospiterà Benedetto XVI?


R. – La vigilanza è sempre molto intensa ma anche molto discreta, nel senso che da fuori non si vede nulla. Si sa che sono impegnate circa 300 persone tra polizia, carabinieri, guardie forestali ed altri corpi. Ma ripeto, è una cosa comunque molto discreta, praticamente invisibile dall’esterno ed anche questo è un modo per proteggere la privacy del Papa senza farne una cosa invadente o invasiva per il territorio.


“E’ un posto bellissimo”, ha detto questa mattina al suo arrivo Benedetto XVI, che ritrova dunque dopo due anni la splendida cornice naturale dello chalet di pietra e legno tra i boschi di Les Combes. Ma è anche la comunità della piccola frazione valdostana che ritrova il Papa, per circondarlo con la consueta discrezione di chi per ben 13 volte ha avuto il privilegio di custodire il soggiorno di un Pontefice romano. Un’attitudine, quasi, secondo il pensiero del vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi, intervistato da Alessandro De Carolis:

R. - E’ molto semplice: il nostro popolo è un popolo che non corre e non si affanna e neppure va a disturbare. Credo che l’atteggiamento fondamentale sia questo: se il Papa gradisce venire da noi - e in un certo senso lo sceglie perché sa che qui trova il riposo e delle condizioni molto favorevoli - ben venga. Da parte mia, ho chiesto che ci fosse una grande partecipazione il giorno dell’Angelus e che ci fosse poi negli altri tempi un grandissimo rispetto nei suoi confronti. Questo è l’atteggiamento, credo, fondamentale di non approfittare della sua presenza. L’aspetto spirituale e misterico dovrebbe prevalere.


D. - A questo proposito, eccellenza, ieri congedandosi da Roma, da Piazza San Pietro, il Papa ha detto che raggiungeva Les Combes con nel cuore un desiderio di preghiera. Le sue parole sono state: “La preghiera non conosce distanze e separazioni: dovunque siamo, essa fa di noi un cuore solo e un anima sola”. Che eco hanno avuto in lei queste parole?


R. - Molto positiva, perché nel messaggio che io ho dato alla mia diocesi mettevo in evidenza che lo sguardo del credente è molto preciso, va al livello interiore dei problemi, delle persone, non fa politica, e dunque la preghiera con cui noi l’avremmo accompagnato era la più evidente reazione che noi potevamo attenderci. Però, poi, ho detto che certo anche la persona è importante: sia la figura umana del Santo Padre, sia la sua delicatezza nel rapporto umano. Per esempio, con me lui è molto delicato. Quando lo rividi la seconda volta, mi chiese notizie sulla salute della mia mamma: dopo un anno, non so proprio riuscire a capire come potesse conservare questa memoria. Inoltre, se vogliamo dire della sua statura, in modo particolare di pensatore, l’ultima Enciclica lo dimostra: il livello è molto alto. Anche le sue attenzioni sia all’Africa che ad Israele lo dimostrano. Mi sembra che guardare alla sua statura sia fondamentale per conservare stima e fiducia.



Radio Vaticana
+PetaloNero+
00martedì 14 luglio 2009 02:02
Il Papa in Valle d'Aosta: vacanze e “un po' di lavoro”
Giorni di riposo, passeggiate, preghiera, lettura e scrittura



AOSTA, lunedì, 13 luglio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI è giunto questo lunedì a Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta, per un periodo di vacanza e “un po' di lavoro”, come ha spiegato egli stesso.

Il Papa, che rimarrà nella località delle Alpi fino al 29 luglio, si è recato in aereo da Roma a Torino per poi trasferirsi in elicottero alla residenza, una casa di montagna di proprietà dei Salesiani in cui ha già alloggiato nel 2005 e nel 2006 e che spesso ha accolto anche Giovanni Paolo II.

Il Pontefice è stato ricevuto dal Vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, dal sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, dai vicini e dai bambini della scuola di Introd, che gli hanno dedicato una poesia e consegnato un mazzo di fiori.

Sul luogo si trovavano anche circa quaranta giornalisti, ai quali il Papa ha detto che “saranno vacanze di riposo e anche un po’ di lavoro, ma soprattutto riposo”.

Gli è stato chiesto anche cosa pensa del G8, celebrato nei giorni scorsi a L'Aquila, e il Pontefice ha risposto: “Mi sembra che sia andato tutto molto bene”.

La casa in cui alloggia Papa, in pietra e legno, è situata a 1.200 metri di altezza e dalle finestre si può vedere il Monte Bianco, la vetta più alta d'Europa.

In questo periodo il Papa potrà dedicarsi alla lettura e alla scrittura, soprattutto potrebbe procedere nella redazione del secondo volume del suo libro “Gesù di Nazaret”.

Quest'occupazione, così come la cura degli affari più urgenti del governo della Chiesa, verrà armonizzata con alcune passeggiate nei sentieri delle montagne più vicine, sotto i duemila metri, in cui in genere recita il Rosario.

Nella casa è stato collocato anche un pianoforte perché possa eseguire alcuni dei suoi pezzi preferiti, soprattutto di Mozart.

Il resto del tempo verrà dedicato alla preghiera e a ricevere i suoi collaboratori e qualche vecchio amico. La domenica il Papa avrà incontri pubblici con i fedeli in occasione dell'Angelus.

Al suo ritorno da Les Combes, Benedetto XVI si recherà direttamente alla residenza papale di Castel Gandolfo, a circa trenta chilometri da Roma, dove trascorrerà il resto dell'estate.

L'anno scorso il Papa ha scelto per le vacanze estive Bressanone, in Trentino Alto Adige. Nel 2007 era stato a Lorenzago, in Cadore.






+PetaloNero+
00martedì 14 luglio 2009 16:30
+PetaloNero+
00mercoledì 15 luglio 2009 16:11
Prosegue il riposo di Benedetto XVI a Les Combes, primo mercoledì della pausa estiva senza udienza generale


Il terzo giorno di permanenza di Benedetto XVI tra le montagne valdostane di Les Combes scorre tranquillamente. Il Papa riposa lontano dalla folla che, specie ogni mercoledì - come oggi - si riversava fino a una settimana fa in Piazza San Pietro per ascoltare le catechesi dell’udienza generale. Per uno sguardo alla storia e all’attualità di questo tradizionale appuntamento del Papa con i fedeli di tutto il mondo, il servizio di Alessandro De Carolis:

Fu Pio XII a “inventare” un’udienza che fosse abitualmente aperta ai fedeli - in Piazza San Pietro o altrove - e nella quale sviluppare un tratto del suo magistero. La prima catechesi della storia conservata nell’archivio web della Santa Sede è del 26 aprile 1939, un mese e mezzo dopo la sua elezione, avvenuta il 2 marzo. Quasi tutte le catechesi di quell’anno furono incentrate sul matrimonio, l’amore coniugale e la famiglia: un insegnamento ben diverso da quello che Benedetto XVI ha sviluppato nelle 22 udienze generali dall’inizio del 2009, durante le quali - il 4 febbraio scorso - ha concluso il suo quarto ciclo catechetico, di 20 incontri, dedicato all’Apostolo Paolo.


Il recente volume della Libreria Editrice Vaticana, che raccoglie le catechesi paoline dell’attuale Pontefice, è il sesto libro di quel più ampio progetto magisteriale perseguito da Benedetto XVI, sin dagli inizi del suo accesso al Soglio petrino. Dopo il primo ciclo sui Salmi e i Cantici delle Lodi e dei Vespri, terminato nel febbraio 2006, dal secondo ciclo in qua Benedetto XVI ha approfondito dapprima le figure e la missione degli Apostoli, fino al febbraio 2007, quindi - nel terzo ciclo - si è soffermato con le sue meditazioni sulla prima e la seconda generazione nella Chiesa successiva ai Dodici, concludendolo nel giugno 2008.


Dopo la già citata parentesi su San Paolo, il Papa ha idealmente riannodato il filo delle sue meditazioni con un quinto ciclo - avviato l’11 febbraio di quest'anno, dedicato ai grandi Scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del tempo medioevale, che presenta importanti figure come i Santi Cirillo e Metodio, Giovanni Damasceno, San Bonifacio. Com’è noto, poi, l’udienza generale è anche l’occasione per il Papa di riflettere con i fedeli sulle tappe più importanti del Pontificato: Benedetto XVI lo ha fatto riservando alcune catechesi del 2009 ai resoconti sui viaggi apostolici in Africa e Terra Santa, all’Anno sacerdotale, ai tratti salienti della sua terza enciclica, Caritas in veritate, l’ultimo impegno prima della pausa in Valle d’Aosta.



Radio Vaticana
+PetaloNero+
00giovedì 16 luglio 2009 01:44
Le vacanze di Benedetto XVI tra natura, musica e libri
Sempre al corrente su quanto accade nel mondo



CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 15 luglio 2009 (ZENIT.org).- I messaggi che Benedetto XVI ha indirizzato in questi giorni sugli attentati in Iraq e in Afghanistan mostrano come il Papa rimanga al corrente degli avvenimenti mondiali anche mentre si trova in vacanza sulle Alpi.

Il Pontefice trascorre questo periodo di riposo in mezzo alla natura tra musica e libri, come ricorda “L'Osservatore Romano”.

Il Papa è giunto questo lunedì a Les Combes, nel municipio di Introd, in Valle d'Aosta, dove rimarrà – per la terza volta e fino al 29 luglio – nella casa dei Salesiani, immersa nel bosco.

Il Vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, ha spiegato che la popolazione è molto contenta per la presenza del Papa dopo due estati di assenza e spera di vederlo nella recita dell'Angelus domenica 26 luglio.

“La gente è felice per il solo fatto che sosterà qui”, ha affermato.

Il suo arrivo è stato molto discreto, solo con “saluti di cortesia, come si conviene quando arriva in casa un ospite gradito al quale si presenta semplicemente la famiglia”, ricorda il quotidiano vaticano.

“Non abbiamo preparato cose speciali o eclatanti. Vogliamo rispettare il suo riposo. Lo incontreremo se lui vorrà e quando vorrà”, ha aggiunto il Vescovo, che fa parte della famiglia spirituale del beato Charles de Foucauld.

Monsignor Anfossi ha anche sottolineato che Benedetto XVI ama la natura e ha a cuore la questione ecologica.

L'Enciclica Caritas in Veritate, ad esempio, contiene un importante appello per la salvaguardia della creazione.

Nella casa di Les Combes, il Pontefice dispone anche di un pianoforte, collocato per Giovanni Paolo II quando anch'egli vi trascorreva le vacanze, e di una biblioteca molto fornita.

Oltre ai due Angelus – a Romano Canavese, luogo di nascita del Cardinal Bertone, Segretario di Stato, e a Les Combes –, il Papa incontrerà i sacerdoti, le persone consacrate e i rappresentanti dei laici della Diocesi di Aosta durante il suo soggiorno sulle Alpi.

Come ha fatto spesso Giovanni Paolo II, Benedetto XVI alloggia in una casa dei Salesiani, per cui ha ricevuto anche il benvenuto del rettor maggiore di questa famiglia religiosa, il sacerdote messicano Pascual Chávez.

Padre Chávez ha presentato al Papa la comunità salesiana locale, dicendogli che a Les Combes è a casa sua e che i Salesiani lo accompagnano con la preghiera.
+PetaloNero+
00venerdì 17 luglio 2009 17:44
Il Papa sottoposto a intervento per la riduzione della frattura al polso destro, accusata dopo una caduta nello chalet di Les Combes. Le sue condizioni sono buone


Ha suscitato dispiacere e un’immediata ondata di solidarietà la notizia dell’infortunio occorso questa mattina a Benedetto XVI, durante il suo periodo di riposo estivo a Les Combes, in Valle d’Aosta. In seguito a una caduta "accidentale" nello chalet che ne ospita il soggiorno in montagna, il Papa ha riportato una frattura al polso destro che in tarda mattinata è stata sottoposta, dopo gli esami radiologici del caso, a una riduzione da parte dei sanitari dell’ospedale di Aosta. I particolari nel servizio di Alessandro De Carolis:


E’ stata una caduta "accidentale" e non dovuta a un malore, avvenuta questa notte nella sua camera, a causare la frattura al polso destro che ha costretto Benedetto XVI a interrompere il suo soggiorno in montagna e a trasferirsi, verso le 9.45, all’ospedale “Umberto Parini” di Aosta. I sanitari lo hanno sottoposto agli accertamenti clinici del caso e, successivamente, a un intervento di ricomposizione, condotto in anestesia locale dall'equipe guidata dal primario ortopedico dell'Umberto Parini, il dott. Manuel Mancini. Accanto al Papa, anche il suo medico personale di fresca nomina, il dott. Patrizio Polisca, che ha emesso al termine dell'intervento un comunicato definendo "buone" le condizioni generali del Pontefice e ribadendo che a breve potrà "tornare alla sua residenza". Il dott. Polisca è entrato anche nel merito, spiegando che Benedetto XVI è stato sottoposto "ad intervento di riduzione e osteosintesi in anestesia loco-regionale, con applicazione di tutore gessato".

La notizia dell’infortunio - subito diffusa dai media in un continuo rimbalzare di voci - era stata confermata in mattinata dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, il quale ha precisato che Benedetto XVI prima di raggiungere l’ospedale di Aosta ha comunque potuto celebrare Messa e fare colazione. Quindi, successivamente, aveva aggiunto:


“L’intervento compiuto per la riduzione della frattura è andato bene e nel pomeriggio si può prevedere che il Papa rientri a Les Combes. Poi ciò che riguarda il programma successivo, si spera possa essere conservato”.

A seguire ora per ora il corso degli eventi è stato, fra gli altri giornalisti presenti ad Aosta, l’inviato del quotidiano Avvenire, Salvatore Mazza, che descrive al microfono di Luca Collodi la reazione degli abitanti del capoluogo:

“Si è raccolta parecchia gente qui, fuori dell’ospedale, e appena si è sparsa la notizia ha cercato di capire come stesse il Papa. Sono ancora qui fuori in attesa. Per una volta, la preoccupazione per il Papa ha avuto il sopravvento sulla discrezione che ha sempre accompagnato i soggiorni del Papa in Valle d’Aosta. Diciamo che c’è stato un moto di affetto molto evidente e molto spontaneo”.


Da esponenti istituzionali italiani, al presidente della Regione Valle d'Aosta, Augusto Rollandin, al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la mattinata ha visto anche l’intrecciarsi di dichiarazioni di auguri all’indirizzo del Papa per una sua pronta ripresa. Tra i più colpiti è stato il vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi, che cinque giorni fa aveva dato affettuosamente al Pontefice il suo benvenuto a Les Combes. Ecco le sue parole al nostro microfono:

R. - Ho un sacerdote che è incaricato di seguire le vacanze del Papa. Mi ha avvertito con quella sofferenza che colpisce le persone amiche. Quando noi diciamo di voler bene al Papa, è una cosa che sentiamo profondamente, soprattutto avendo l’ospite qua come un parente.


D. - Da parte sua e da parte anche della diocesi che lei guida, qual è l’augurio che rivolgete in questo momento a Benedetto XVI?


R. - Soprattutto di guarire. Le vacanze sono forse anche un buon momento per affrontare una piccola difficoltà di salute, ma lui sappia che noi gli siamo vicini nel più grande rispetto per il modo con cui lui vorrà occupare il suo tempo a disposizione.



Radio Vaticana
+PetaloNero+
00sabato 18 luglio 2009 01:44
Il Papa, operato al polso, torna a Les Combes
Il medico ritiene che in un mese recupererà ogni movimento



CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 17 luglio 2009 (ZENIT.org).- A metà pomeriggio di venerdì, Benedetto XVI ha fatto ritorno alla casa di Les Combes dove sta trascorrendo le vacanze, dopo essersi sottoposto a un'operazione di riduzione della frattura alla mano destra, procuratasi questa notte con una caduta nella sua stanza.

All'uscita dall'ospedale Umberto Parini di Aosta, il Papa ha sorriso e ha salutato con il braccio sinistro i giornalisti, tra gli applausi dei presenti.

Secondo un comunicato emesso dal medico personale del Papa, il dottor Patrizio Polisca, “il Santo Padre, cadendo accidentalmente nella Sua residenza, ha riportato una frattura scomposta del polso destro”.

“E' stato perciò sottoposto ad intervento di riduzione e osteosintesi in anestesia loco-regionale”.

Il breve comunicato spiega che “le condizioni generali del Santo Padre sono buone”.

Secondo quanto ha confermato il direttore sanitario dell'ospedale, Pierluigi Berti, la caduta del Papa è stata accidentale e le prove mediche alle quali è stato sottoposto permettono di escludere che il Pontefice sia scivolato a causa di uno svenimento.

L'operazione è stata realizzata da Amedeo Emmanuel Mancini, responsabile di traumatologia dell'ospedale valdostano, che ha assicurato che Benedetto XVI potrà tornare a utilizzare normalmente la mano tra un mese.

“La frattura è stata riallineata”, ha spiegato, indicando che con un trapano “sono stati inseriti dei fili di metallo per tenere il polso in posizione. È stato poi applicato un apparecchio di immobilizzazione in vetroresina, che ha le stesse funzioni di un gesso, e che Benedetto XVI dovrà tenere per circa trenta giorni”.

Secondo Mancini, il Pontefice non avrà problemi a recuperare del tutto le funzioni della mano, e “con opportuna terapia riabilitativa potrà molto presto tornare a suonare anche il pianoforte”.

Questo venerdì mattina una dichiarazione di padre Lombardi spiegava che, nonostante la frattura il Papa aveva celebrato la Messa e fatto colazione.

E' stato poi trasferito in automobile all'ospedale di Aosta, dove è arrivato verso le 9.45. Tra le misure di sicurezza, il Vescovo di Roma ha attraversato a piedi il corridoio principale, venendo poi assistito dai medici.

Dopo aver analizzato la situazione della mano e aver sottoposto il Pontefice a un check-up completo, i medici hanno deciso di sottoporlo alla piccola operazione chirurgica.

Benedetto XVI continuerà le sue vacanze sulle Alpi com'era previsto fino al 29 luglio.
+PetaloNero+
00sabato 18 luglio 2009 16:01
Il Papa prosegue serenamente il suo riposo a Les Combes, dopo la frattura al polso subita ieri. Confermati tutti gli impegni


Una notte tranquilla e una prima parte di giornata trascorsa serenamente: è quanto vissuto nelle ultime ore da Benedetto XVI, dopo la caduta accidentale di ieri nello chalet di Les Combes, che gli ha procurato una frattura al polso destro e lo ha costretto a una degenza di alcune ore all’Ospedale Parini di Aosta, dove i sanitari hanno provveduto a ridurre la frattura e ad applicargli un tutore gessato. Il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, ha confermato che il soggiorno del Pontefice in Valle d’Aosta proseguirà come da programma, a partire dalla recita dell’Angelus di domani a Romano Canavese, città natale del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Il servizio di Alessandro De Carolis:

La “routine” della vacanza non ha subito sostanziali modifiche. Per Benedetto XVI, che ieri si è congedato dall’Ospedale di Aosta con il sorriso e in buone condizioni generali di salute, il giorno successivo all’infortunio al polso lo ha visto riprendere sin dal mattino le consuete abitudini dei primi giorni di vacanza - la celebrazione della Santa Messa, la colazione - anche se certamente con qualche inevitabile cambiamento, come spiega il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi:


R. - Il Papa sta imparando a convivere con questa leggera ingessatura e con il polso bloccato che, naturalmente, sono un qualcosa che condiziona un po’ la vita quotidiana. In particolare, condizionano per il Papa lo scrivere a mano, che è la cosa che lui desiderava molto fare in questi giorni e alla quale deve, almeno in certa misura, rinunciare. Nel complesso, però, la situazione è piuttosto incoraggiante: pare che l’incidente si possa considerare concluso.


D. - Questo fa anche pensare che non ci saranno modifiche al programma ufficiale di questi giorni?


R. - Sì, esattamente. Viene confermato l’Angelus domani a Romano Canavese: secondo il programma, il Papa si recherà là in elicottero, celebrerà l’Angelus e poi avrà un pranzo insieme ai parenti del cardinale Bertone e ad altri invitati, e poi rientrerà a Les Combes. E anche nei giorni successivi, il Papa rimarrà a Les Combes, come previsto, e si prevede anche un incontro con i Vespri nella cattedrale di Aosta, venerdì prossimo, e l’Angelus la domenica successiva. Ecco: quindi, tutti gli elementi di programma pubblico che erano stati previsti, sono conservati.


Che Benedetto XVI potesse e avesse l’intenzione di proseguire il suo soggiorno a Les Combes era in qualche modo apparso evidente già al momento dell’uscita dall’ospedale. Quel suo sorriso disteso - cercato con insistenza dagli obiettivi delle telecamere e dei fotografi - e i saluti cordiali ai giornalisti e alle persone radunatisi all’esterno hanno mostrato una grande serenità d’animo da parte del Papa. Solo due dettagli - la porzione di bendatura bianca che fuoriusciva appena dalla manica destra della sua veste talare e l’Anello del Pescatore, simbolo dell’autorità pontificia, passato alla mano sinistra - lasciavano trapelare con discrezione le conseguenze di quanto aveva dovuto subire. Quel sorriso è stato eloquente più di ogni parola e l’inviato di Avvenire in Valle d'Aosta, Salvatore Mazza, descrive il cambiamento avvenuto tra ieri e oggi stato d’animo della gente alla notizia che il Papa resterà a Les Combes:


R. - E’ proprio la classica atmosfera da “la paura è passata”. Tra la gente c’è questo passaparola: “Il Papa resta, non va via. Il programma è confermato”. Insomma, è un’atmosfera molto rilassata. In questa circostanza si è visto veramente quanto affetto ci sia in questa regione per il Papa. L’estrema discrezione con cui questa gente della Valle vive queste vacanze potrebbe far pensare quasi ad una indifferenza. Invece no, è proprio un senso di rispetto profondo per il bisogno del Papa di riposare. E nel momento in cui è nata la preoccupazione si è visto veramente l’amore che questa gente prova per il Papa.


D. - Facciamo un passo indietro: come sono state ieri le ore di attesa, fino a quel sorriso liberatorio del Papa?


R. - La cosa più bella era vedere la gente di Aosta, che si è raccolta attorno all’ospedale, e voleva capire, e anche quando ha capito ha voluto aspettare che il Papa uscisse, saltando il pranzo, restando in piedi, soltanto per vederlo passare, salutarlo, applaudirlo e manifestargli il proprio affetto.


Dalle 10 del mattino alle 16, dunque, Benedetto XVI è stato in modo imprevisto un paziente "speciale" dell’Ospedale Umberto Parini di Aosta. Un paziente che tuttavia non ha voluto - hanno sottolineato le cronache - usare dei suoi privilegi per sveltire la breve degenza, attendendo il suo turno in sala operatoria, scusandosi quasi per il trambusto in qualche modo arrecato, soffermandosi in preghiera o conversando con i sanitari, in attesa di essere sottoposto all’intervento di riduzione della frattura al polso destro. Ora, tra i molti auguri di “pronta guarigione” giunti a Benedetto XVI - tra i quali quello del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano - spiccano quelli del cardinale Angelo Bagnasco e di tutti i vescovi italiani, che concludono il loro messaggio di “affettuosa vicinanza” con l’auspicio per il Papa di continuare a “ristorarsi e godere della natura creata di Dio”.


Radio Vaticana







+PetaloNero+
00domenica 19 luglio 2009 16:08
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

Da lunedì 13 luglio, il Santo Padre Benedetto XVI si trova a Les Combes (Introd), in Valle d’Aosta, per trascorrere un periodo di riposo.

Oggi, a mezzogiorno, il Papa guida la recita dell’Angelus nella Piazza Ruggia antistante la chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Solutore a Romano Canavese (Piemonte).

Nell’atto di introdurre la preghiera mariana, il Santo Padre pronuncia le parole che seguono:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Sono venuto con grande gioia nella vostra bella città, nella vostra bella chiesa, la città nativa del mio primo collaboratore, cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, con il quale avevo già collaborato anni nella Congregazione per la Dottrina della Fede.

Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena, e sono con voi con grande gioia!

Vorrei in questo momento dire grazie con tutto il mio cuore a tutti: sono stati tanti che hanno mostrato, in questo momento, la loro vicinanza, la loro simpatia, il loro affetto per me e hanno pregato per me, e così si è rafforzata la rete della preghiera che ci unisce in tutte le parti del mondo.

Innanzitutto, vorrei dire grazie ai medici e al personale medico di Aosta che mi ha trattato con tanta diligenza, con tanta competenza ed amicizia e – vedete – con successo – speriamo! – finale.

Vorrei dire grazie anche alle autorità di Stato, della Chiesa e a tutti i semplici che mi hanno scritto o mi hanno fatto vedere il loro affetto e la loro vicinanza.

Salutare vorrei poi soprattutto il vostro vescovo, Mons. Arrigo Miglio, e ringraziarlo per le gentili parole piene di amicizia, che mi ha anche insegnato un po’ la situazione storica e presente di questa vostra città. E vorrei ringraziare anche Sua Eccellenza Luigi Bettazzi per la sua presenza. Saluto il Sindaco, che mi ha dato un bellissimo dono, le Autorità civili e militari, saluto il Parroco e gli altri sacerdoti, i religiosi e le religiose, i responsabili delle associazioni e dei movimenti ecclesiali e l’intera cittadinanza, con un pensiero speciale per i bambini, i giovani, le famiglie, i malati, le persone bisognose. A tutti e ciascuno va il mio più vivo ringraziamento per l’accoglienza che mi avete riservato in questo breve soggiorno fra voi.

Questa mattina avete celebrato l’Eucaristia e il Cardinale Tarcisio Bertone vi ha già certamente illustrato la Parola di Dio, che la liturgia offre alla nostra meditazione in questa XVI domenica del Tempo Ordinario. Come il Signore invita i discepoli a ritirarsi in disparte per ascoltarlo nell’intimità, così anch’io vorrei intrattenermi con voi, ricordando che proprio l’ascolto e l’accoglienza del Vangelo hanno dato vita alla vostra comunità cittadina, il cui nome richiama i legami bimillenari del Canavese con Roma. La vostra terra fu ben presto bagnata, come ha detto Sua Eccellenza, dal sangue dei martiri, tra i quali san Solutore – devo confessare che finora non conoscevo il suo nome, ma sono sempre grato di conoscere nuovi Santi Intercessori! – e insieme a San Pietro, l’Apostolo, è titolare della vostra chiesa. Testimonianza eloquente di una lunga storia di fede è la vostra imponente chiesa parrocchiale, che domina una larga parte della terra canavesana, la cui gente è ben nota per il suo amore e il suo attaccamento al lavoro. Attualmente, però, so che anche qui, nella zona di Ivrea, molte famiglie sperimentano una situazione di difficoltà economiche a causa della carenza di occupazioni lavorative. Su questo problema – come ha ricordato anche Sua Eccellenza – sono intervenuto più volte ed ho voluto affrontarlo più approfonditamente nella recente Enciclica Caritas in veritate. Spero che possa mobilitare le forze positive per rinnovare il mondo!

Cari amici, non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta quanti non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro. E voi lo sapete bene, perché i vostri nonni furono costretti ad emigrare per carenza di lavoro, ma poi lo sviluppo economico ha portato benessere e altri sono immigrati qui dall’Italia e dall’estero. I valori fondamentali della famiglia e del rispetto della vita umana, la sensibilità per la giustizia sociale, la capacità di affrontare la fatica e il sacrificio, il forte legame con la fede cristiana attraverso la vita parrocchiale e specialmente la partecipazione alla santa Messa, sono stati lungo i secoli la vostra vera forza. Saranno questi stessi valori a permettere alle generazioni di oggi di costruire con speranza il proprio futuro, dando vita a una società veramente solidale e fraterna, dove tutti i vari ambiti, le istituzioni e l’economia siano permeati di spirito evangelico.

In modo speciale mi rivolgo ai giovani, ai quali occorre pensare in prospettiva educativa. Qui, come dappertutto, bisogna domandarsi quale tipo di cultura vi viene; quali esempi e modelli vengano proposti, e valutare se siano tali da incoraggiarvi a seguire le vie del Vangelo e della libertà autentica. La gioventù è piena di risorse, ma va aiutata a vincere la tentazione di vie facili e illusorie, per trovare la strada della Vita vera e piena.

Cari fratelli e sorelle! In questa vostra terra, ricca di tradizioni cristiane e di valori umani, sono fiorite numerose vocazioni maschili e femminili, in particolare per la Famiglia Salesiana; come quella del Cardinale Bertone, che è nato proprio in questa vostra parrocchia, è stato battezzato in questa chiesa, ed cresciuto in una famiglia dove ha assimilato una fede genuina. La vostra Diocesi deve molto ai figli e alle figlie di Don Bosco, per la loro presenza diffusa e feconda in tutta la zona fin dagli anni in cui era ancora in vita il Santo Fondatore. Sia questo un ulteriore incoraggiamento per la vostra comunità diocesana ad impegnarsi sempre più nel campo dell’educazione e dell’accompagnamento vocazionale. Invochiamo per questo la protezione di Maria, la Vergine Assunta Patrona della Diocesi, Aiuto dei cristiani, Madre amata e venerata in modo speciale nei numerosi santuari a Lei dedicati tra i monti del Gran Paradiso e la pianura del Po. La sua presenza materna indichi a tutti la via della speranza e ve li conduca come la stella che guidò i santi Magi. La Madonna della Stella vegli su voi tutti dal colle che domina Ivrea, il Monte Stella dedicato a Lei e ai Re Magi. Affidiamoci ora con fiducia filiale alla Madonna invocandola con la preghiera dell’Angelus.





Grande folla attorno al Papa per l'Angelus a Romano Canavese. Benedetto XVI ringrazia per la solidarietà ricevuta dopo l'infortunio


Una folla di diverse migliaia di persone ha accolto questa mattina Benedetto XVI a Romano Canavese, cittadina piemontese in provincia di Ivrea, dove il Papa ha presieduto il primo dei due Angelus domenicali che caratterizzano il suo periodo di riposo estivo in montagna. Dopo aver ringraziato i medici e tutti coloro che nei giorni passati lo hanno aiutato, con le cure e la solidarietà, a superare l’infortunio al polso occorsogli venerdì scorso, il Pontefice ha dedicato la riflessione dell’Angelus ai temi della sua ultima Enciclica, Caritas in veritate, invitando a lavorare per un futuro nel quale la società e l’economia siano permeate di “spirito evangelico”. La cronaca nel servizio di Alessandro De Carolis:

Incoraggiamenti e applausi, tanti, a scrosci in qualche momento, quando il braccio destro levato in alto in segno di saluto, e anche a mo' di scherzo, scopriva maggiormente la porzione di gesso che da due giorni gli protegge la frattura al polso. E’ accaduto così, poco prima delle 12, quando Benedetto XVI è giunto a Romano Canavese ed è entrato nella chiesa monumentale che dal 1843 domina Piazza Ruggia, oggi affollata come le vie circostanti da migliaia di persone. Quel sorriso con il quale il Papa si era congedato due giorni fa dall’ospedale di Aosta ha preceduto e accompagnato tutta la recita dell’Angelus, soprattutto le prime parole spontanee, dedicate a tutti coloro che, ha detto, lo hanno circondato di affetto e di cure in questi ultimi due giorni:


“Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena, e sono con voi con grande gioia! (applausi) Vorrei in questo momento dire grazie con tutto il mio cuore a tutti: sono stati tanti che hanno mostrato, in questo momento, la loro vicinanza, la loro simpatia, il loro affetto per me e hanno pregato per me, e così si è rafforzata la rete della preghiera che ci unisce in tutte le parti del mondo. Innanzitutto, vorrei dire grazie ai medici e al personale medico di Aosta che mi ha trattato con tanta diligenza, con tanta competenza ed amicizia (… ) E vorrei dire grazie anche alle autorità di Stato, della Chiesa e a tutti i semplici che mi hanno scritto o mi hanno fatto vedere il loro affetto e la loro vicinanza”.


Benedetto XVI è giunto in auto nella cittadina piemontese un quarto d’ora prima delle 12, dopo essere atterrato verso le 11.30 a Scarmagno, in elicottero, proveniente da Les Combes. Dopo una breve sosta in preghiera all’interno della chiesa dedicata ai all’Apostolo Pietro e a San Solutore martire, e un saluto festoso ai fedeli che erano radunati all’interno, il Pontefice ha subito sottolineato come la visita alla città fosse un “omaggio” al suo “più stretto collaboratore”, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che a Romano Canavese è nato il 2 dicembre del 1934 e dove questa mattina ha presieduto la Santa Messa. Quindi, in risposta al vescovo di Ivrea, Arrigo Miglio, che lo ringraziava in particolare per il dono della Caritas in veritate, il Papa è subito entrato in argomento affermando che anche una terra che conosce bene il valore del lavoro - perché ha vissuto epoche in cui la sua gente è stata costretta ad emigrare per trovarlo - non deve mai dimenticare che, specie in tempi critici come quelli attuali, la chiave della convivenza sta nella solidarietà e non in una economia di solo profitto:


“Attualmente, però, so che anche qui, nella zona di Ivrea, molte famiglie sperimentano una situazione di difficoltà economiche a causa della carenza di occupazioni lavorative (…) Cari amici, non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta quanti non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro”.


Lungo i secoli, ha proseguito, la “vostra vera forza” sono stati “i valori fondamentali della famiglia e del rispetto della vita umana, la sensibilità per la giustizia sociale, la capacità di affrontare la fatica e il sacrificio, il forte legame con la fede cristiana attraverso la vita parrocchiale e specialmente la partecipazione alla santa Messa”. Ora, ha soggiunto:


“Saranno questi stessi valori a permettere alle generazioni di oggi di costruire con speranza il proprio futuro, dando vita a una società veramente solidale e fraterna, dove tutti i vari ambiti, le istituzioni e l’economia siano permeati di spirito evangelico”.


Auspicando che il contributo della Caritas in veritate “spossa mobilitare le forze positive per rinnovare il mondo”, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero particolare ai giovani, ma soprattutto agli adulti che ne hanno la responsabilità educativa:


“Qui, come dappertutto, bisogna domandarsi quale tipo di cultura viene loro proposta; quali esempi e modelli vengano ad essi proposti, e valutare se siano tali da incoraggiarli a seguire le vie del Vangelo e della libertà autentica. La gioventù è piena di risorse, ma va aiutata a vincere la tentazione di vie facili e illusorie, per trovare la strada della Vita vera e piena”.


Nella parte conclusiva della sua riflessione, prima della recita dell’Angelus, Benedetto XVI è tornato, come in parte all’inizio, sulla ricchezza di tradizioni cristiane e di valori umani del Canavese, testimoniate - ha messo in risalto - “dalle numerose vocazioni maschili e femminili”, specie della Famiglia salesiana alla quale appartiene il cardinale Bertone. La vostra terra fu “ben presto bagnata dal sangue dei martiri, tra i quali San Solutore”, ha ricordato il Papa, che ha concluso esortando la comunità diocesana “ad impegnarsi sempre più nel campo dell’educazione e dell’accompagnamento vocazionale”, sotto l’ausilio della Madonna della Stella che veglia dal Monte omonimo che sovrasta Ivrea. Infine, dopo l’Angelus, come previsto Benedetto XVI si è recato a pranzo nella casa natale del cardinale Bertone, dove all’esterno i familiari del porporato, che lo hanno accolto, hanno fatto apporre una targa nella quale si ringrazia con gioia il Papa per la sua visita.



www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2009&videoclip=920&sett...
+PetaloNero+
00lunedì 20 luglio 2009 15:45
L'incoraggiamento del Papa ai disoccupati: il commento del presidente delle Acli


Vasta eco hanno avuto le parole del Papa ieri all'Angelus a Romano Canavese. In particolare ha suscitato commenti l'incoraggiamento di Benedetto XVI a quanti a causa della crisi si ritrovano senza lavoro. Ma qual è la situazione della disoccupazione in Italia? Sergio Centofanti lo ha chiesto ad Andrea Olivero, presidente delle Acli:

R. – La situazione è difficile, complessa perché in alcune parti del Paese, in particolare quelle più sviluppate e che quindi tradizionalmente non avevano un problema così rilevante di disoccupazione, si stanno perdendo decine di migliaia di posti di lavoro e non c’è una prospettiva immediata alla possibilità di andare a recuperare, perché c’è ancora una situazione di stagnazione perdurante. Questo porta appunto moltissime persone – noi ne incontriamo ogni giorno – a perdere il lavoro ma soprattutto a non aver fiducia nella prospettiva di ritrovarne un altro. Ed è per questo che le parole del Pontefice sono state quanto mai opportune.

D. – Il Papa ha auspicato che l’enciclica “Caritas in veritate” possa mobilitare le forze positive per contribuire a rivedere modelli di sviluppo...

R. – Sì, in particolare è molto importante questo riferimento che lui ha fatto su una civilizzazione dell’economia, su un’economia che deve convertirsi e che deve riscoprire effettivamente il suo servizio all’uomo, ed è molto opportuno che il Papa richiami tutti gli uomini di buona volontà a leggere, a guardare questa sua riflessione perché è una riflessione che fa osare, che in qualche modo ci sprona a non trovare soluzioni di comodo ma, invece, a guardare effettivamente a ciò che è il bene comune.

D. – Ha ricordato anche i valori fondamentali su cui basare questo sviluppo: famiglia, rispetto della vita, giustizia, solidarietà, capacità di sacrificio …

R. – E’ importante questo raccordo profondo che lui ha fatto sulla questione antropologica come grande questione sociale. Credo che le cose che sono state dette in questi anni – molto opportunamente – sui temi della vita, non siano in nessun modo e non possano essere slegate rispetto ai temi del lavoro, rispetto ai temi dell’immigrazione, anche rispetto alle grandi scelte tradizionalmente sociali. Oggi si deve scommettere su tutto insieme!

D. – Infine, si è domandato quale cultura venga proposta oggi ai giovani, esortandoli a vincere la tentazione di vie facili e illusorie …

R. – Sì. Anche qui, è indubbio che stiamo attraversando una fase critica, perché i modelli culturali che abbiamo prospettato ai giovani sono entrati in crisi. Non è tanto la generazione dei giovani, come talvolta si dice, che sta attraversando la crisi: la crisi la attraversiamo tutti! Anzi, forse sono più i genitori, sono più le figure degli adulti che sono entrate profondamente in crisi e che non riescono quindi poi a dare di se stesse un’immagine e una prospettiva per i più giovani, una prospettiva allettante che, insomma, dia motivazione per una scelta di vita. Credo che bene faccia il Pontefice a richiamarci a questo dovere, ad identificare gli scopi di una vita. Non è un caso che poi nell’enciclica si parli con molta forza del tema della gratuità, del dono! Se noi non abbiamo il coraggio ad andare a chiedere ai giovani di rischiare nella propria vita mettendosi anche al servizio degli altri, andando a vedere la propria vita non con egoismo ma con dedizione ad un progetto più grande, difficilmente instilleremo in loro anche il desiderio di crescere o il desiderio di mettersi in gioco, il desiderio – in fondo – di avere una vita piena, di avere una vita che valga la pena di essere vissuta!



Radio Vaticana
+PetaloNero+
00lunedì 20 luglio 2009 15:47
Padre Lombardi: la soluzione migliore per il Papa l'intervento deciso dai medici ad Aosta


Il Papa ha iniziato la seconda settimana del suo soggiorno a Les Combes in Valle d’Aosta. Ma come sta proseguendo questo periodo di riposo? Ascoltiamo il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Prosegue molto bene. Oggi è una giornata tranquilla, il tempo è veramente splendido e tra l’altro il Papa, rientrando in elicottero ieri da Romano Canavese, ha potuto avere una vista sulle Alpi della Val d’Aosta assolutamente straordinaria. Naturalmente questa è una giornata di riposo dopo una giornata impegnativa come quella di ieri, che è andata veramente molto bene e di cui anche il Papa è stato veramente molto soddisfatto.


D. – Quali sono le previsioni per i prossimi giorni?


R. – Sono quelle di un soggiorno molto tranquillo, senza particolari impegni o movimenti all’esterno. E’ prevista questa celebrazione dei Vespri nella cattedrale di Aosta venerdì pomeriggio alle 17.30, insieme ai sacerdoti della diocesi ed anche ai rappresentanti delle diverse parrocchie; sono previste circa 400 persone e sarà un momento di preghiera molto bello. Poi, domenica, c’è l’appuntamento per l’Angelus proprio qui, vicino al luogo della residenza del Papa.


D. – Abbiamo visto sulla stampa alcune interviste a medici che hanno espresso perplessità riguardo all’intervento subìto dal Papa…


R. – Direi che il tipo d’intervento attuato e le sue modalità sono state decise dopo una riflessione attenta di persone competenti, tenuto conto – com’è naturale e giusto – della conoscenza diretta del paziente e delle circostanze concrete. Bisogna osservare che le diverse opinioni, manifestate dai medici, sono di carattere un po’ teorico, nel senso che non possono tener conto degli elementi determinanti della conoscenza diretta del paziente, della sua situazione e delle circostanze in cui si trova, che sono elementi decisivi in caso d’intervento come quello che si è realizzato. Credo che si può avere pienamente fiducia che, nella situazione concreta, è la soluzione più ragionevole e la migliore che si poteva prendere e non vi è nessun motivo di coltivare preoccupazioni.


Radio Vaticana


+PetaloNero+
00martedì 21 luglio 2009 02:09
Fiducia del Papa nei medici che lo hanno operato al polso
Il Pontefice parteciperà a un incontro di preghiera questo venerdì ad Aosta



LES COMBES, lunedì, 20 luglio 2009 (ZENIT.org).- Il portavoce della Santa Sede ha confermato la fiducia di Benedetto XVI e dei suoi collaboratori nei medici che hanno deciso l'operazione al polso venerdì scorso.

Padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa vaticana, ha risposto così alle polemiche che hanno cercato di suscitare alcune interviste pubblicate da certi media che sollevavano dubbi sul modo in cui ha avuto luogo l'operazione.

"Direi che il tipo d’intervento attuato e le sue modalità sono state decise dopo una riflessione attenta di persone competenti, tenuto conto – com’è naturale e giusto – della conoscenza diretta del paziente e delle circostanze concrete", ha spiegato il portavoce.

"Bisogna osservare che le diverse opinioni, manifestate dai medici, sono di carattere un po’ teorico, nel senso che non possono tener conto degli elementi determinanti della conoscenza diretta del paziente, della sua situazione e delle circostanze in cui si trova, che sono elementi decisivi in caso d’intervento come quello che si è realizzato".

"Credo che si può avere pienamente fiducia che, nella situazione concreta, è la soluzione più ragionevole e la migliore che si poteva prendere e non vi è nessun motivo di coltivare preoccupazioni", ha detto padre Lombardi ai microfoni della “Radio Vaticana”.

Circa lo stato di salute del Pontefice, il portavoce, da Les Combes, ha spiegato ai giornalisti che il Papa è in buone condizioni e che questo lunedì ha trascorso la giornata nella casa di pietra e legno in cui alloggia. E' possibile che esca per fare una passeggiata nei pressi della casa.

P. Lombardi ha confermato che al momento il Papa non ha usato il computer che gli era stato regalato da una compagnia italiana per aiutarlo a scrivere ora che ha il polso immobilizzato.

"Non è abituato a scrivere al pc, non è così tecnologico", ha commentato. "Specialmente nel lavoro di creazione preferisce usare la penna".

Il sacerdote ha confermato che venerdì prossimo il Papa ha previsto di partecipare alla celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta, alle 17.30, insieme ai sacerdoti della Diocesi e ai rappresentanti delle diverse parrocchie.

"Sono previste circa 400 persone e sarà un momento di preghiera molto bello - ha aggiunto -. Poi, domenica, c’è l’appuntamento per l’Angelus proprio qui, vicino al luogo della residenza del Papa".
+PetaloNero+
00martedì 21 luglio 2009 16:52
DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, REV.DO P. FEDERICO LOMBARDI. S.I. SUL SALUTO DEL SANTO PADRE IN OCCASIONE DEL PASSAGGIO DEL TOUR DE FRANCE IN VALLE D’AOSTA

Oggi la corsa ciclistica del Tour de France transita nella Valle d’Aosta vicino ad Introd, dove il Santo Padre si trova per un periodo di riposo. In tale occasione il Papa indirizza ai partecipanti e a tutti gli sportivi un messaggio di saluto e di auguri.


SALUTO DEL SANTO PADRE

In occasione del passaggio del Tour de France, nella Valle d’Aosta, il Santo Padre - che si trova in questi giorni a Les Combes di Introd - indirizza il suo cordiale saluto a tutti gli atleti e agli organizzatori della corsa e allarga allo stesso tempo il suo pensiero a tutti gli sportivi impegnati in questo periodo in varie attività e competizioni, augurando che l’impegno nello sport contribuisca alla crescita integrale della persona, non sia mai separato dal rispetto dei valori morali e sia attento ai valori educativi.

A l’occasion du passage du Tour de France dans la Vallée d’Aoste, le Saint-Père – qui séjourne aux Combes d’Introd au Val d’Aoste – adresse ses chalereuses salutations à tous les coureurs et aux organisateurs de cette compétition. Par la même occasion, le Pape tourne ses pensées vers tous les sportifs actuellement engagés dans diverses activités et compétitions, en souhaitant que l’engagement sportif contribue à la croissance intégrale de la personne et aille toujours de pair avec le respect des valeurs morales et de l’effort éducatif.



Benedetto XVI al Tour de France che transita vicino a Les Combes: lo sport rispetti i valori educativi e morali. Intervista con padre Lombardi

Sarà un primo pomeriggio piuttosto particolare quello che oggi avrà per teatro la località valdostana di Introd, nella cui frazione di Les Combes Benedetto XVI ha iniziato ieri la sua seconda settimana di soggiorno montano. In questa zona, a pochi metri dallo chalet che ospita il Papa, transiterà la carovana ciclistica del Tour de France. Per l’occasione, Benedetto XVI rivolge un messaggio alla corsa affinché, in questo periodo estivo di competizioni, lo sport “contribuisca - scrive - alla crescita integrale della persona” e “non sia mai separato dal rispetto dei valori morali e sia attento ai valori educativi”. Alessandro De Carolis ne ha parlato con il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, raggiunto telefonicamente a Les Combes:

R. - Ho visto che, qui, questo evento è considerato molto importante, anche per alcune circostanze: sono circa 60 anni che il Tour non passa in Val d’Aosta, e quindi è considerato un avvenimento eccezionale. Inoltre, mi hanno detto che il primo vincitore del Tour de France era un valdostano. Quindi, loro avvertono questo passaggio come un qualcosa di molto speciale. Naturalmente, è anche un momento di richiamo e di attenzione sulla Valle, e quindi per motivi turistici si tratta di un’occasione che le autorità, i responsabili del turismo della Valle cercano di utilizzare al meglio. Ma, effettivamente, c’è anche la circostanza simpatica di un itinerario che passa proprio sotto, nella Valle, ma molto vicino ad Introd e quindi anche alla residenza del Santo Padre, che si trova più elevata ma comunque vicinissima al passaggio. Per questo motivo, è stato suggerito questo messaggio e ben volentieri il Papa è stato disponibile per un saluto che, naturalmente, è molto semplice ma significativo. Tra l’altro, mi sembra che questa sia una stagione, un periodo in cui ci sono tanti eventi, tante manifestazioni sportive - pensiamo anche solo ai Mondiali di nuoto in corso a Roma - e quindi il fatto di salutare una manifestazione sportiva, incoraggiare ai valori positivi che ci sono nell’attività sportiva per la crescita della persona, è una cosa che certamente rientra nello spirito dell’amicizia, dell’incoraggiamento per tutto ciò che di buon c’è nell’attività umana e che, in particolare, in questo tempo estivo trova un suo spazio particolarmente favorevole. C’è da dire che oggi pomeriggio si prevede che, quando il Tour passerà proprio qui in Valle d’Aosta, l’elicottero che accompagna sempre la corsa per le riprese aeree sorvoli la residenza del Papa e ne riprenda delle immagini. C’è, quindi, tutta un’attesa, una simpatica atmosfera di eccitazione intorno a questo evento sportivo.


D. - Questo evento, in qualche modo, riporta in un binario più di riposo, di svago, un soggiorno che per il Papa è iniziato con una intensità imprevista a causa dell’infortunio. Come ha ripreso, il Santo Padre, il suo soggiorno?


R. - Mi sembra che l’infortunio sia stato assorbito in tempi molto brevi e che non abbia inciso tantissimo, perché l’appuntamento importante di Romano Canavese è stato rispettato pienamente e anche l’altro appuntamento importante, previsto con il clero di Aosta venerdì sera, non subisce nessun condizionamento come pure l’Angelus di domenica prossima. Naturalmente, il condizionamento maggiore è quello nell’uso della mano che modifica il tipo di attività personale del Santo Padre nel suo lavoro di scrittura. Questo, certamente, ha qualche conseguenza sul programma di lavoro personale del Papa. Ma sono le evenienze con cui bisogna fare i conti e mi pare che si portino con grande serenità e pazienza.


Radio Vaticana
+PetaloNero+
00mercoledì 22 luglio 2009 01:42
Il Papa rivendica i valori dello sport al passaggio del Tour de France
In un messaggio alla tappa che è passata vicino a dove è in vacanza



LES COMBES, martedì, 21 luglio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha rivendicato i valori morali ed educativi che devono caratterizzare lo sport in un messaggio inviato questo martedì al Tour de France, che passava molto vicino alla casa in cui sta trascorrendo le vacanze.

Il Papa ha indirizzato “il suo cordiale saluto a tutti gli atleti e agli organizzatori della corsa”, che nella sua 16ma tappa ha lasciato la frontiera francese per attraversare la Svizzera e l'Italia, a circa tre chilometri da Les Combes di Introd.

Il Santo Padre ha esteso il suo messaggio “a tutti gli sportivi impegnati in questo periodo in varie attività e competizioni, augurando che l’impegno nello sport contribuisca alla crescita integrale della persona, non sia mai separato dal rispetto dei valori morali e sia attento ai valori educativi”.

Padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, che ha diffuso il messaggio del Pontefice, ha voluto unirsi anche alla gioia della popolazione della Valle d'Aosta, che ha seguito la corsa con grande entusiasmo.

"Sono circa 60 anni che il Tour non passa in Val d’Aosta, e quindi è considerato un avvenimento eccezionale. Inoltre, mi hanno detto che il primo vincitore del Tour de France era un valdostano", ha spiegato il portavoce in alcune dichiarazioni riportate dalla “Radio Vaticana”.

Per questo, ha rivelato, "è stato suggerito questo messaggio e ben volentieri il Papa è stato disponibile per un saluto che, naturalmente, è molto semplice ma significativo".

P. Lombardi osserva che in queste settimane si svolgono molte manifestazioni sportive. “Pensiamo anche solo ai Mondiali di nuoto in corso a Roma - e quindi il fatto di salutare una manifestazione sportiva, incoraggiare ai valori positivi che ci sono nell’attività sportiva per la crescita della persona, è una cosa che certamente rientra nello spirito dell’amicizia, dell’incoraggiamento per tutto ciò che di buon c’è nell’attività umana".

Il Papa si trova dal 13 luglio nella residenza di Les Combes, nella località di Introd, dove rimarrà fino al 29 luglio.

Trascorrerà il resto dell'estate nella residenza pontificia di Castel Gandolfo, a circa 30 chilometri da Roma.

+PetaloNero+
00mercoledì 22 luglio 2009 16:22
Frattura del Papa: p. Lombardi sottolinea la sua serenità e pazienza
“Il Santo Padre sta bene, è di buon umore”



CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 22 luglio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI “sta bene, è di buon umore, continua ad imparare come si vive con un polso ingessato”, ha affermato questo mercoledì il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in un breve comunicato.

Queste informazioni corroborano le dichiarazioni rilasciate da Lombardi questo martedì alla “Radio Vaticana”, in cui sosteneva che il Papa è in buone condizioni di salute e che non è prevista alcuna modifica degli atti programmati durante il suo soggiorno in Valle d'Aosta.

Dopo l'incidente, ha osservato martedì il portavoce vaticano, il Pontefice sopporta “con grande serenità e pazienza” le conseguenze della frattura al polso, che ha avuto certamente “qualche conseguenza sul programma di lavoro personale del Papa”.

Nel comunicato odierno, p. Lombardi precisa che Benedetto XVI “si è attrezzato con un registratore per poter dettare le sue riflessioni non potendo usare con facilità la penna”.

La frattura non ha tuttavia modificato la sua abitudine di fare “brevi passeggiate dopo il pranzo e nel tardo pomeriggio”.

Il Papa, inoltre, “ha regolari comunicazioni telefoniche con il fratello, che fra pochi giorni sarà a Castel Gandolfo per trascorrere 4 settimane con lui come gli anni scorsi”.

“Oggi è venuto a visitarlo il Card. Bertone, arrivato alle 10.30 in elicottero da Romano Canavese. Ha un colloquio con il Papa e pranza con lui”, per poi rientrare a Romano, da dove questo giovedì mattina partirà per Roma.

Il Cardinal Bertone è stato invitato dal presidente del Senato Renato Schifani a pronunciare una conferenza sulla nuova Enciclica del Papa, Caritas in Veritate, il 28 luglio prossimo.

Il Papa è stato ricoverato il 17 luglio dopo essere caduto nella sua stanza durante la notte. Ha subito una frattura e ha dovuto sottoporsi a un breve intervento chirurgico prima di tornare nella casa di Les Combes dove prosegue le sue vacanze.

Secondo quanto ha spiegato questo martedì p. Lombardi, l'infortunio è stato “assorbito in tempi molto brevi” e non ha avuto grandi ripercussioni, visto che l'incontro a Romano Canavese di domenica “è stato rispettato pienamente”, così come l'appuntamento venerdì 24 luglio con il clero di Aosta e l'Angelus di domenica 26, a Les Combes di Introd.

Attività previste

In questo senso, è stato reso noto questo mercoledì il programma ufficiale della visita del Papa ad Aosta venerdì prossimo, per recitare i Vespri nella Cattedrale.

Alle 17.30 il Pontefice arriverà in città su una macchina coperta; nella piazza dell’arco di Augusto sarà accolto dalle autorità, percorrendo poi in auto scoperta il centro cittadino passando da porta Pretoria fino alla cattedrale.

Ai Vespri è prevista la partecipazione di circa quattrocento persone: sacerdoti, religiosi e religiose, due rappresentanti laici di ogni parrocchia e rappresentanti degli uffici diocesani delle organizzazioni ecclesiali.

I Vespri saranno quelli della liturgia del giorno in italiano e in francese, e il Papa terrà l’omelia. Sulla via del ritorno, passando per Introd, il Pontefice saluterà gli ospiti della casa di riposo locale.

P. Lombardi si è riferito anche al passaggio del Tour de France a pochi chilometri dal luogo in cui Benedetto XVI sta trascorrendo le vacanze.

“Ho visto che, qui, questo evento è considerato molto importante”, ha spiegato. Si è trattato di una “circostanza simpatica”, per cui è stato suggerito al Papa di scrivere un messaggio per l'occasione.

Il Papa si è rivolto a tutti i corridori e agli organizzatori dell'evento ed “è stato disponibile per un saluto che, naturalmente, è molto semplice ma significativo”.










Il cardinale Bertone in visita al Papa a Les Combes. Ad Aosta si intesificano i preparativi per la celebrazione dei Vespri di venerdì


Da dieci giorni, Benedetto XVI sta vivendo nella quiete di Les Combes, in Valle d’Aosta, un periodo di riposo in alta montagna. Una quiete che l’infortunio al polso destro, subito venerdì scorso, ha in parte modificato, costringendo il Papa a un qualche mutamento di abitudini e di programmi personali. Tuttavia, il Pontefice sta godendo delle bellezze naturali che offre il panorama attorno al suo chalet, mentre nel capoluogo di Aosta si definiscono intanto i preparativi per dopodomani, quando Benedetto XVI presiederà la preghiera dei Vespri nella cattedrale della città. Su questi ultimi aspetti del soggiorno del Papa, Alessandro De Carolis ha sentito telefonicamente da Les Combes il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi:

R. - Il Papa sta bene, è di buon umore. Continua a imparare come si vive con un polso ingessato e si è attrezzato anche con un piccolo registratore per poter dettare le sue riflessioni, non potendo usare in questi giorni con facilità la penna. Ha anche delle comunicazioni regolari per telefono con il fratello, sappiamo come siano molto affezionati. Fra pochi giorni, il fratello sarà a Castelgandolfo per trascorrere le settimane di agosto insieme con il Papa, come del resto è stata abitudine anche negli anni passati. Il Santo Padre continua a fare le sue brevi passeggiate dopo pranzo e nel tardo pomeriggio, con molta serenità e tranquillità. Oggi, è venuto a visitarlo il cardinale Bertone che si trovava ancora a Romano Canavese e che nel pomeriggio rientrerà ancora nella sua città natale prima di trasferirsi a Roma, domattina. E’ un incontro abituale: anche negli altri anni durante l’estate, quando il Papa era in vacanza in montagna, c’era sempre una visita del cardinale Bertone per aggiornamento, per riflessioni comuni sui problemi riguardanti il governo corrente della Chiesa. Si tratta quindi di un momento fraterno, piacevole, che si conclude con il pranzo del cardinale Bertone assieme al Papa.


D. - Si avvicina intanto anche l’appuntamento di dopodomani quando, come è noto, il Papa presiederà con il clero locale la preghiera dei Vespri nella cattedrale di Aosta...


R. - Sì, proprio questa mattina c’è stata una riunione organizzativa per stabilire gli ultimi particolari dello svolgimento. Il Papa raggiunge Aosta in macchina coperta, però se il tempo è buono, come speriamo, nella piazza dell’arco di Augusto viene accolto dalle autorità e da lì poi sale sulla macchina scoperta e percorre il centro della città, passando attraverso l’antica Porta pretoria e raggiungendo la cattedrale. I Vespri nella cattedrale sono per la diocesi, quindi ci saranno tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i rappresentanti laici di ogni parrocchia e delle organizzazioni ecclesiali per un totale di circa 400 persone, che trovano posto bene nella cattedrale. Il Papa farà la sua omelia, i Vespri saranno in italiano e in francese - qui si usano le due lingue - e poi terminata la celebrazione, il Papa esce sul sagrato dove è preparato un piccolo palco dal quale saluterà - a braccio, evidentemente - i fedeli presenti che non hanno potuto trovare spazio nella cattedrale. Infine, passando per Introd al rientro, saluterà anche gli ospiti della locale casa di riposo.



Radio Vaticana
+PetaloNero+
00giovedì 23 luglio 2009 01:38
Benedetto XVI presenta un "nuovo umanesimo sportivo"
La Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport commenta il messaggio al Tour de France



CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 22 luglio 2009 (ZENIT.org).- Il messaggio di Benedetto XVI deve aprire una nuova riflessione sui valori dello sport, in particolare di fronte alla diffusione del doping, sostiene Edio Costantini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport.


"Le parole del Pontefice all'indirizzo dei ciclisti del Tour de France incoraggiano a ricercare un nuovo umanesimo sportivo", afferma in un comunicato inviato a ZENIT.

"Esse dovrebbero indurre tutto il mondo dello sport a riflettere e ripensare, oggi e non domani, sul modo in cui si può promuovere una pratica sportiva educativa che non sia effimera, neutra, fine a se stessa", aggiunge.

Il Papa ha salutato questo martedì il passaggio del Tour de France in Valle d'Aosta, dove è in vacanza, con un messaggio in cui chiede che "l'impegno nello sport contribuisca alla crescita integrale della persona, non sia mai separato dal rispetto dei valori morali e sia attento ai valori
educativi".

Il presidente della Fondazione, riferendosi ai continui casi di doping che si verificano non solo nello sport professionale, ma anche in quello amatoriale, non esita a parlare di crisi sportiva dei valori.

"Ora la crisi etica e morale di gran parte dello sport professionistico rischia di condizionare tutto il movimento sportivo, soprattutto i comportamenti delle nuove generazioni", constata.

"È stata sconcertante la scoperta di una ragazzina 16enne che veniva accompagnata dal padre in uno studio medico dove le venivano somministrate flebo di sostanze dopanti".

Costantini auspica che il monito del Papa non stimoli solo gli sportivi credenti, ma possa essere accolto da tutta la società civile per gettare le basi dello sport del futuro.

"Crediamo urgente riproporre a tutti i dirigenti, allenatori, genitori, medici, giornalisti, educatori, un serio esame di coscienza sul rapporto tra la pratica sportiva e la formazione etica e morale dei nostri ragazzi e soprattutto sul ruolo delle società sportive come luoghi educativi".

"Intere generazioni che si sono succedute nei campi di calcio delle nostre parrocchie e dei nostri paesi hanno imparato 'giocando' i valori della pace, della condivisione e della giustizia, del rispetto dell'altro e delle regole", ricorda.

"I nostri padri hanno costruito e promosso un sistema sportivo italiano unico nel mondo, avendo ben chiaro il modello di persona alla quale si rivolgevano e quale società civile volevano costruire".

"Oggi - conclude -, con la stessa forza progettuale, siamo chiamati a lanciare una nuova proposta sportiva ed educativa, capace di indicare le linee del sistema sportivo del XXI secolo".





+PetaloNero+
00giovedì 23 luglio 2009 16:11
Il riposo del Papa in montagna tra riflessioni e incontri con gli abitanti di Les Combes. Domani i Vespri ad Aosta, sabato controllo radiologico al polso

Ad Aosta, c’è fermento e clima di vigilia per la visita che nel pomeriggio di domani Benedetto XVI farà alla città, per la recita dei Vespri in programma nella cattedrale. Intanto, nello chalet di Les Combes e nei dintorni il Papa vive ore di distensione, di tanto in tanto caratterizzate - come accaduto ieri - da qualche occasionale incontro con alcuni degli abitanti della piccola frazione di Introd. E si profila anche un nuovo controllo al polso fratturato del Pontefice, da parte dei sanitari dell’Ospedale Parini e dello staff medico vaticano. Alessandro De Carolis ne ha parlato con il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, raggiunto telefonicamente a Les Combes:

R. - Ieri sera, nel corso della sua passeggiata abituale, il Papa - giunto praticamente fino all'abitato di Les Combes - ha incontrato un gruppetto di bambini, accompagnati dalle mamme, e si è intrattenuto con loro. E' stato un momento simpatico e anche curioso, perché uno dei bimbi ha raccontato che nella vicina Val di Rem, dove lui si trova d’inverno, ci sono sei metri di neve e il Papa ha reagito con un’evidente e naturale stupore: come si fa a vivere con sei metri di neve? E’ stato un piacevole momento di incontro. Oggi, poi, il Papa ha avuto una mattinata normale, mentre ieri il cardinale Bertone gli ha portato diversi dossier ruguardanti attuali problemi nel governo della Chiesa, che il Papa sta studiando, leggendo e sui quali sta riflettendo in questo periodo.


D. – Come è stato detto più volte, il Papa sta imparando a modificare qualcuna delle sue abitudini a causa dell’infortunio, infortunio che viene tenuto costantemente sotto controllo dai sanitari di Aosta. E’ previsto un nuovo controllo a breve?


R. - Sì, oggi viene portato dall’ospedale di Aosta alla residenza del Papa un apparato radiologico portatile, leggero, che permetterà di compiere, sabato mattina, un esame radiologico di controllo, che è normale in queste situazioni. Oltre ai medici vaticani - il dott. Polisca e il dott. Berti - che sono qui, normalmente, durante le vacanze del Papa, parteciperà a questo esame il dott. Manuel Mancini, il primario che ha operato il Santo Padre. Inoltre, giungerà qui anche il prof. Vincenzo Sessa, che è il primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma: è un collaboratore abituale, specialistico, dei Servizi sanitari vaticani e sarà colui che, dal punto di vista ortopedico, seguirà il Santo Padre dopo il suo ritorno a Castel Gandolfo e a Roma. In questo modo, si garantisce la continuità dell’assistenza medica.


D. - Ad Aosta, intanto, è clima di vigilia per l’arrivo di Benedetto XVI, domani…


R. - Sì, i preparativi sono in corso: sono state montate le telecamere, sono stati approntati gli ambienti in modo tale che tutto si possa svolgere nel modo migliore. E’ molto bello il fatto che il Papa potrà attraversare - speriamo che il tempo sia buono - le vie storiche centrali della città con grande presenza di popolo. In questo modo la città potrà accogliere Benedetto XVI, anche se solo 400 persone potranno essere presenti direttamente alla celebrazione dei Vespri. Ma la trasmissione sia radiofonica sia televisiva permetterà a molti, che desiderano farsi vicini e pregare per il Papa in questa circostanza, di essere anch’essi presenti.



Radio Vaticana
+PetaloNero+
00venerdì 24 luglio 2009 01:19
Il Cardinal Bertone prepara con il Papa la presentazione dell'enciclica
Illustrerà la "Caritas in veritate" davanti al Senato italiano



LES COMBES, giovedì, 23 luglio 2009 (ZENIT.org).- Il Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone, presenterà l'Enciclica “Caritas in veritate” al Senato italiano, il prossimo martedì 28 luglio, su invito del Presidente Renato Schifani.

Questo mercoledì il porporato ha rivisto con il Papa alcuni dettagli della sua presentazione nella residenza in Valle d'Aosta dove Benedetto XVI si trova a trascorrere alcuni giorni di riposo.

Il braccio destro del Papa si è trasferito in elicottero fino a Les Combes, che si trova non troppo distante dalla sua città natale, Romano Canavese.

Al centro di questi incontri abituali ci sono le “riflessioni comuni sui problemi riguardanti il governo corrente della Chiesa”, secondo quanto ha spiegato alla Radio Vaticana, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, S.I.

Il sacerdote gesuita ha poi aggiunto che “si tratta quindi di un momento fraterno, piacevole, che si conclude con il pranzo del Cardinale Bertone assieme al Papa”.

Successivamente, il Cardinale si è nuovamente diretto a Romano Canavese per prepararsi a far ritorno a Roma, previsto per giovedì mattina.





Il Papa riceve auguri di pronta guarigione da tutto il mondo
Un apparato radiologico portatile permetterà di verificare le condizioni del polso



LES COMBES, giovedì, 23 luglio 2009 (ZENIT.org).- Dopo la frattura del polso e la conseguente operazione chirurgica, Benedetto XVI sta ricevendo auguri di pronta guarigione da tutto il mondo.

Lo ha reso noto padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa vaticana, in un comunicato diffuso dalla Santa Sede questo giovedì, in cui ricorda che agli auguri ricevuti nei giorni scorsi si sono aggiunti “quelli giunti dai reali di Spagna, dal cancelliere tedesco Angela Merkel e oggi quello del senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi, ex Presidente della Repubblica Italiana”.

L'incidente non ha ostacolato troppo il lavoro del Papa, che “fra altre occupazioni studia i documenti che gli sono stati portati ieri dal Cardinal Bertone su diverse questioni”.

Continuano, inoltre, le passeggiate che il Pontefice compie nei dintorni della casa dei Salesiani di Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta, dove alloggerà fino al 29 luglio. Questo mercoledì sera, il Papa ha incontrato vicino a Les Combes “un gruppetto di cinque bambini accompagnati da tre signore e si è intrattenuto brevemente con loro”, rivela padre Lombardi.

“Uno dei bimbi ha raccontato che in Val di Rhemes, dove vive, d’inverno ci sono 6 metri di neve suscitando lo stupore e la curiosità del Papa”.

Questo giovedì è stato inoltre portato dall’ospedale di Aosta alla residenza del Papa un apparato radiologico portatile che permetterà di compiere sabato mattina un esame radiologico di controllo al polso.

Oltre ai medici vaticani – il dott. Polisca e il dott. Berti –, saranno presenti il dott. Mancini, che ha operato il Santo Padre, e il prof. Vincenzo Sessa, primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma e abituale collaboratore specialista dei Servizi Sanitari Vaticani, che seguirà dal punto di vista ortopedico il Papa dopo il rientro a Castel Gandolfo.

“In tal modo – conclude il comunicato vaticano – si garantisce la continuità dell’assistenza medica”.

Questo venerdì Benedetto XVI visiterà Aosta per recitare i Vespri nella Cattedrale. “I preparativi sono in corso - ha riferito padre Lombardi alla “Radio Vaticana” -: sono state montate le telecamere, sono stati approntati gli ambienti in modo tale che tutto si possa svolgere nel modo migliore”.

“E’ molto bello il fatto che il Papa potrà attraversare - speriamo che il tempo sia buono - le vie storiche centrali della città con grande presenza di popolo”, ha confessato.

“In questo modo la città potrà accogliere Benedetto XVI, anche se solo 400 persone potranno essere presenti direttamente alla celebrazione dei Vespri”.

“La trasmissione sia radiofonica sia televisiva permetterà a molti, che desiderano farsi vicini e pregare per il Papa in questa circostanza, di essere anch’essi presenti”, ha aggiunto.
+PetaloNero+
00venerdì 24 luglio 2009 16:38
Il Papa presiede la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta


Il Papa presiederà oggi pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta. Saranno presenti circa 400 persone tra sacerdoti, religiosi e laici della diocesi. La Radio Vaticana seguirà in diretta il rito a partire dalle 17.20. Al termine della liturgia, Benedetto XVI saluterà dal sagrato della Cattedrale i fedeli che hanno seguito i Vespri dall’esterno; prima di rientrare a Les Combes, il Pontefice si fermerà a Introd per un breve incontro con gli ospiti della locale Casa di riposo. Per quanto riguarda i Vespri in Cattedrale c’è da sottolineare che si svolgono in coincidenza con l’Anno Anselmiano indetto per il nono centenario della morte di Sant’Anselmo d’Aosta (1109). Per questa occasione il Papa ha scritto due lettere: all’abate primate dei Benedettini Confederati, Dom Nokter Wolf, e al cardinale Giacomo Biffi, suo inviato speciale per le celebrazioni anselmiane. Ascoltiamo in proposito il servizio di Sergio Centofanti.

Benedetto XVI ricorda “la sottile dottrina teologica e filosofica” di Sant’Anselmo che fa di lui un segno di quel “Medioevo pensante” che molti hanno tentato ideologicamente di oscurare. Anselmo, abate e priore del Monastero benedettino di Bec, in Normandia, e poi arcivescovo di Canterbury, è considerato il padre della Scolastica, quel ricco periodo culturale che nelle “scholae” e nelle università del tempo cercava la verità con le ali della ragione e della fede. Celebre la sua “prova ontologica” con cui voleva dimostrare razionalmente l’esistenza di Dio e le contraddizioni dell’ateismo. Il Papa descrive un Anselmo cresciuto tra i monti innevati della Val d’Aosta: Dio gli “appare come ciò di cui non è possibile pensare qualcosa di più grande”; per incontrarlo occorre “salire sul vertice della montagna”. Servono sia la fede, sia la ragione, ma afferma: “se non crederete, non comprenderete”. Benedetto XVI sottolinea il suo insegnamento sul valore inviolabile della coscienza e della libertà della Chiesa che difende contro le ingerenze dei re d’Inghilterra. Per questo è costretto all’esilio come arcivescovo di Canterbury. Anselmo non ha paura di perdere la vita e dice: “preferisco essere in disaccordo con gli uomini piuttosto che, d’accordo con loro, essere in disaccordo con Dio”. Voleva restare monaco per tutta la vita. Non si sentiva adatto né capace di guidare una diocesi. Il suo stile unisce misericordia e fermezza, ma deve affrontare numerose tribolazioni. Il Papa ricorda le parole di Sant’Anselmo in mezzo a tante sofferenze e persecuzioni: “Non conserverò nel cuore alcun rancore per nessuno”.


Radio Vaticana

+PetaloNero+
00sabato 25 luglio 2009 01:45
Les Combes si prepara per l'Angelus con il Papa
Attese 5.000 persone



LES COMBES, venerdì, 24 luglio 2009 (ZENIT.org).- Les Combes, il paese sulle Alpi della Valle d'Aosta in cui Benedetto XVI sta trascorrendo le sue vacanze, si prepara alla celebrazione dell'Angelus di domenica prossima con il Papa.

Dopo la recita della preghiera mariana di domenica scorsa a Romano Canavese (Torino), paese natale del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, questa volta il Pontefice vivrà il consueto appuntamento domenicale nel luogo in cui sta passando qualche giorno di riposo fino al 29 luglio.

Un comunicato di padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, diffuso questo venerdì spiega che a Les Combes fervono i preparativi per l'Angelus, che verrà recitato “nel prato vicino alla residenza del Papa”.

Si pensa che per l'occasione arriveranno circa 5.000 persone, e fin d'ora “vengono collocate le transenne, le panche per i posti a sedere, gli ornamenti floreali”.

Dal canto suo, Benedetto XVI ha compiuto questo giovedì “la sua breve passeggiata abituale nonostante la giornata piovosa”.

In serata, il presidente della regione, Augusto Rolandin, e il sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, “hanno partecipato in clima di grande cordialità alla cena nella colonia salesiana, con il personale vaticano e della colonia”.

“Il sindaco – ha aggiunto padre Lombardi – ha offerto un’ottima polenta con capriolo, da lui stesso cucinata con grande maestria”.

La mattinata di questo venerdì è stata caratterizzata dai preparativi ad Aosta per la visita del Papa e per la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale, nel pomeriggio.

Il Pontefice, conclude il comunicato vaticano, ha trascorso una “mattina tranquilla”, preparandosi all’incontro di Aosta e pensando all’omelia quasi interamente a braccio che avrebbe tenuto durante la celebrazione.
+PetaloNero+
00sabato 25 luglio 2009 01:47
Benedetto XVI: la misericordia è il “vero potere” di Dio
Nel presiedere i Vespri nella Cattedrale di Aosta

di Mirko Testa


AOSTA, venerdì, 24 luglio 2009 (ZENIT.org).- A un mondo dominato dall'ingiustizia, assetato di amore e abituato a misurare il potere sul possesso e la forza, Dio ha mostrato il suo volto di misericordia, sacrificando suo Figlio sulla Croce.

E' quanto ha detto il Papa nel presiedere questo venerdì pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta, dedicata a Maria Assunta, alla presenza di circa 400 persone in rappresentanza dei sacerdoti, religiosi e laici di tutta la comunità diocesana.

L'incontro si inseriva nella cornice delle celebrazioni per il 90° centenario della morte di Sant’Anselmo d'Aosta (1033-1109), da molti indicato come il “padre della scolastica” e conosciuto anche come “Dottore Magnifico”, che fu monaco benedettino, filosofo e teologo, Abate del monastero di Bec, in Normandia, e alla fine Arcivescovo di Canterbury.

Le celebrazioni per l’Anno Anselmiano hanno avuto il loro culmine il 21 aprile corso, in questa stessa cattedrale, in occasione dell'inaugurazione del Cenotafio di Sant'Anselmo e con la Messa presieduta dal Cardinale Giacomo Biffi, inviato speciale del Santo Padre per le celebrazioni.

Nel suo indirizzo di saluto, il Vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi, ha ricordato la storia di questa antica cattedrale, la cui presenza, in base alle indagini archeologiche, si fa risalire alla fine del IV sec., anche se le iscrizioni funerarie informano dell'esistenza, già da prima, di un antico polo religioso cristiano che ruotava attorno a una abitazione privata destinata al culto e databile intorno al II sec.

Partendo da questo riferimento storico, il Vescovo è quindi ritornato ai giorni nostri, esprimendo la sua preoccupazione per la situazione presente delle “nostre famiglie” che “soffrono molto”.

“Voglio sperare – ha quindi detto – che questa sofferenza […] possa nel tempo che viene rigenerare questa bellissima comunità, piccola chiesa, o meglio chiesa domestica, famiglia fondata sul matrimonio” e “possa riguadagnare la bellezza a cui Cristo, Nostro Signore, l'ha chiamata”.

Dopo la preghiera dei Vespri, Benedetto XVI ha quindi preso la parola per pronunciare una omelia a braccio, incentrata su alcuni passaggi della Lettera di San Paolo ai Romani, e nella quale ha sottolineato il carattere fondamentale del rapporto tra l'uomo e Dio.

“Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente – ha infatti avvertito – manca la bussola per mostrare l'insieme di tutte le relazioni, per trovare la strada, l'orientamento dove andare”.

Tuttavia di fronte a un Dio che “sembra assente, molto lontano”, che “non sembra entrare nella nostra vita quotidiana”, è il mistero della Croce che interviene a rendercelo vicino: “Questo conosciuto-sconosciuto adesso realmente si fa conoscere, mostra il suo volto, si rivela, il velo sul volto scompare”.

Oggi tuttavia, ha osservato il Papa, si avverte anche un'altra paura, la minaccia dell'onnipotenza, che “sembra limitare la nostra libertà, sembra un peso troppo forte”. Al contrario, ha spiegato, “dobbiamo imparare che l'onnipotenza di Dio non è un potere arbitrario, perché Dio è il bene, è la verità e perciò Dio può tutto ma non può agire contro il bene, non può agire contro la verità, non può agire contro l'amore e contro la libertà”.

“Questo occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia – ha continuato –, ma è la presenza di un'amore che non ci abbandona mai e ci dona la certezza che è bene essere è bene vivere”.

Infatti, a un concetto comunemente accettato di potere come corollario del denaro o della forza militare, Dio oppone il “potere di grazia e misericordia”.

“Dio ha sofferto e nel Figlio soffre con noi e questo è l'ultimo apice del suo potere: che è capace di soffrire con noi. Così dimostra il vero potere divino”, ha detto Benedetto XVI.

E a chi domanda “perché era necessario soffrire per salvare il mondo”, il Papa risponde che “nel mondo esiste un oceano di male, di ingiustizia, di odio, di violenza, e le tante vittime dell'odio, dell'ingiustizia, hanno diritto che sia fatta giustizia”.

“Dio non può ignorare questo grido dei sofferenti, che sono oppressi dall'ingiustizia – ha continuato –. Perdonare non è ignorare ma trasformare. E Dio deve entrare in questo mondo e opporre all'oceano dell'ingiustizia un oceano più grande del bene e dell'amore”.

Ma con il sacrificio del Figlio sulla Croce Dio ci ha voluti anche invitare “a uscire dall'oceano del male, dell'odio, della violenza, dell'egoismo”, per “entrare nel fiume del suo amore” e divenire, come ricordava San Paolo nel cap. 12 della sua Lettera ai Romani, “un sacrificio vivente” per “trasformare così il mondo”.

Nell'Anno sacerdotale appena iniziato, il Papa ha accennato brevemente al compito del sacerdote chiamato a “consacrare il mondo perché diventi 'ostia vivente', perché il mondo diventi liturgia”, e ad essere al contempo “annuncio di Dio”, “porta attraverso la quale il Dio lontano diventa Dio vicino”.

Infatti, ha detto il Papa, la nostra umanità affamata non solo di pane, ma anche di giustizia e di amore ha bisogno di conoscere Dio. “Sazia la fame nostra con la verità del tuo amore”, ha concluso con una invocazione il Pontefice.

Al termine della liturgia, Benedetto XVI si è fermato sul sagrato della Cattedrale per salutare i fedeli assiepati all'esterno.

“Grazie per questa vostra accoglienza, per l’affetto e per la simpatia. Auguro a tutti voi un tempo buono, anche buone vacanze, come anch’io sono in vacanza...ma senza incidenti per voi”, ha detto scherzando.

Prima di far ritorno a Les Combes, il Pontefice si è quindi fermato a Introd per un breve incontro con gli ospiti della locale Casa di riposo.






Omelia di Benedetto XVI per i Vespri nella Cattedrale di Aosta


AOSTA, venerdì, 24 luglio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito una trascrizione di lavoro dell'omelia pronunciata quasi interamente a braccio da Benedetto XVI, nel presiedere questo venerdì pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta alla presenza di circa 400 persone tra sacerdoti, religiosi e laici della diocesi.

* * *

Eccellenza,

cari fratelli e sorelle,

vorrei innanzitutto dire grazie a lei, Eccellenza, per le sue buone parole con le quali mi ha introdotto nella grande storia di questa chiesa cattedrale e così mi ha fatto sentire che preghiamo qui, in questa bella chiesa, non solo in questo momento ma anche nei secoli. E grazie a tutti voi che siete venuti per pregare con me e per rendere visibile così questa rete di preghiera che ci collega tutti e sempre.

In questa breve omelia vorrei dire qualche parola sulla orazione con la quale si concludono questi Vespri, perché mi sembra che in questa orazione il brano della Lettera ai Romani, ora letto, sia interpretato e trasformato in preghiera.

La orazione si compone di due parti, un indirizzo, una intestazione per così dire, e poi la preghiera composta da due domande. Cominciamo con l'indirizzo che ha, a sua volta, due parti. Va qui un po' concretizzato il “tu” al quale parliamo per poter bussare con migliore forza al cuore di Dio. Nel testo italiano leggiamo semplicemente, “Padre misericordioso”, il testo originale latino e un po' più ampio e dice “Dio onnipotente e misericordioso”. Dio. Nella mia recente Enciclica ho tentato di mostrare la priorità di Dio sia nella vita personale che anche nella vita, nella storia e nella società del mondo. Certamente la relazione con Dio è una cosa profondamente personale, e la persona è un essere in relazione e se la relazione fondamentale, la relazione con Dio non è viva, non è vissuta, anche tutte le altre relazioni non possono trovare la loro forma giusta.

Ma questo vale anche per la società, per l'umanità come tale, anche qui se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente manca la bussola per mostrare l'insieme di tutte le relazioni, per trovare la strada, l'orientamento dove andare. Dio. Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente. Ma Dio, come conoscerlo? Nelle visite ad limina parlo sempre delle religioni tradizionali con i Vescovi soprattutto africani, ma anche dell'Asia e dell'America latina, dove ci sono ancora queste religioni. Sono molti i dettagli abbastanza diversi, naturalmente, ma ci sono anche elementi comuni. Tutti sanno che c'è Dio, un solo Dio, che Dio è una parola al singolare, che gli dei non sono Dio, che c'è Dio, il Dio.

Ma nello stesso tempo questo Dio sembra assente, molto lontano, non sembra entrare nella nostra vita quotidiana, si nasconde, non conosciamo il suo volto. E così la religione in gran parte si occupa di cose come i poteri più vicini, gli spiriti, gli antenati, etc., perché Dio stesso è troppo lontano e quindi ci si deve arrangiare con questi poteri vicini.

E l'evangelizzazione consiste proprio nel fatto che il Dio lontano si avvicina. Che Dio non è più lontano ma è vicino. Che questo conosciuto-sconosciuto adesso realmente si fa conoscere, mostra il suo volto, si rivela, il velo sul volto scompare. E perciò perché Dio stesso adesso è vicino,

lo conosciamo, ci mostra il suo volto, entra nel nostro mondo, non c'è più bisogno di arrangiarsi con questi altri poteri perché lui è il potere vero, è l'Onnipotente. Non so perché nel testo italiano hanno omesso la parola “onnipotente”, ma è vero che ci sentiamo un po' quasi minacciati dall'onnipotenza, sembra limitare la nostra libertà, sembra un peso troppo forte, ma dobbiamo imparare che l'onnipotenza di Dio non è un potere arbitrario, perché Dio è il bene, è la verità e perciò Dio può tutto ma non può agire contro il bene, non può agire contro la verità, non può agire contro l'amore e contro la libertà, perché egli stesso è il bene, è l'amore e la vera libertà e perciò tutto ciò che fa non può mai essere in contrasto con verità, amore e libertà. E' vero il contrario: Egli Dio è il custode della nostra libertà, dell'amore, della verità. Questo occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia, ma è la presenza di un'amore che non ci abbandona mai e ci dona la certezza che è bene essere è bene vivere. E' l'occhio dell'amore che ci dà l'aria di vivere.

Dio onnipotente e misericordioso, una orazione romana collegata con il testo del Libro della Sapienza dice: "O Dio, che manifesti la tua onnipotenza soprattutto nella misericordia e nel perdono". Il vertice della potenza di Dio è la misericordia e il perdono. Nel nostro concetto mondiale di oggi del potere pensiamo che ha il potere chi ha grandi proprietà; in economia è chi ha qualcosa da dire, che dispone di capitali per influire sul mondo del mercato, pensiamo che ha il potere chi dispone del potere militare, che può minacciare. E la domanda di Stalin - “Quante divisioni ha il Papa?” - ancora caratterizza l'idea media del potere. Il potere lo ha chi può essere pericoloso, chi può minacciare, chi può distruggere, chi ha in mano tante cose del mondo.

Ma la Rivelazione ci dice che non è così. Il vero potere è il potere di grazia e misericordia. Nella misericordia Dio dimostra il vero potere e così la seconda parte di questo indirizzo dice: “Che hai redento il mondo con la passione del tuo Figlio”. Dio ha sofferto e nel Figlio soffre con noi e questo è l'ultimo apice del suo potere: che è capace di soffrire con noi. Così dimostra il vero potere divino. Voleva soffrire con noi e per noi e nelle nostre sofferenze non ci ha mai lasciato soli. Dio nel suo Figlio ha sofferto ed è vicino a noi nelle nostre sofferenze.

Tuttavia rimane la questione difficile, che adesso non si può interpretare ampiamente: perché era necessario soffrire per salvare il mondo? Era necessario? Perché nel mondo esiste un oceano di male, di ingiustizia, di odio, di violenza, e le tante vittime dell'odio, dell'ingiustizia, hanno diritto che sia fatta giustizia. Dio non può ignorare questo grido dei sofferenti, che sono oppressi dall'ingiustizia. Perdonare non è ignorare ma trasformare. E Dio deve entrare in questo mondo

e opporre all'oceano dell'ingiustizia un oceano più grande del bene e dell'amore. E' questo l'avvenimento della Croce che da quel momento è andato contro l'oceano del male. Esiste un fiume infinito e perciò sempre più grande di tutte le ingiustizie del mondo. Un fiume di bontà, di verità, di amore. Così Dio perdona trasformando il mondo ed entrando nel nostro mondo perché ci sia realmente una forza, un fiume di bene più grande di tutto il male che possa mai esistere.

E così l'indirizzo a Dio diventa un indirizzo a noi, cioè questo Dio ci invita a metterci dalla sua parte, a uscire dall'oceano del male, dell'odio, della violenza, dell'egoismo e di identificarci, di entrare nel fiume del suo amore.

E proprio questo è il contenuto della prima parte della preghiera che segue: “Fa che la tua Chiesa si offra a te come sacrificio vivo e santo”. Questa domanda diretta a Dio va a anche a noi stessi. E' un accenno a due testi della Lettera ai Romani. Nel cap. 12, Paolo dice che dobbiamo noi stessi divenire “un sacrificio vivente”, cioè noi stessi con tutto il nostro essere dobbiamo essere adorazione, sacrifico, restituire il nostro mondo a Dio, trasformare così il mondo.

Al cap. 15 dove Paolo descrive l'apostolato come sacerdozio, la funzione del sacerdozio è consacrare il mondo perché diventi “ostia vivente”, perché il mondo diventi liturgia. Che la liturgia non sia una cosa accanto alla realtà del mondo ma che il mondo stesso diventi “ostia vivente”, diventi liturgia. E' la grande visione che poi ha avuto anche Teilhard de Chardin che alla fine avremo una vera liturgia cosmica, e il cosmo diventerà ostia vivente. Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad essere sacerdoti in questo senso, ad aiutare nella trasformazione del mondo in adorazione di Dio, cominciando da noi stessi. Che la nostra vita parli di Dio, che la nostra vita sia realmente liturgia, annuncio di Dio, porta attraverso la quale il Dio lontano diventa Dio vicino e realmente dono di noi stessi a Dio.

E poi la seconda domanda: Fa che il tuo popolo “sperimenti sempre la pienezza del tuo amore”. Il testo latino aveva detto saziaci col tuo amore e così il testo accenna al Salmo che abbiamo cantato, dove si dice “apri la tua mano e sazia la fame di ogni vivente”. E quanta fame esiste sulla Terra! Fame di pane in tante parti del mondo. Sua Eccellenza ha parlato anche delle sofferenze delle famiglie qui. Fame di giustizia, fame di amore. E con questa preghiera preghiamo Dio: apri la tua mano e sazia realmente la fame di ogni vivente. Sazia la fame nostra con la verità del tuo amore. Così sia. Amen.

[Trascrizione e adattamento a cura di ZENIT]




Saluto al termine della liturgia, sul sagrato della Cattedrale, a coloro che avevano i seguito i Vespri all’esterno

Cari amici,

vorrei semplicemente dire “Grazie” per questa vostra accoglienza, per l’affetto e per la simpatia. Qui siamo tutti uniti nella preghiera, e siamo uniti nell’amicizia che il Signore ci dona. Auguro a tutti voi un tempo buono, anche buone vacanze, come anch’io sono in vacanza…senza incidenti per voi! Grazie! Auguri a tutti voi.
+PetaloNero+
00sabato 25 luglio 2009 16:01
Il polso del Papa sottoposto ad esame radiologico. I medici: "Decorso clinico buono". Attese migliaia di persone all'Angelus di domani a Les Combes


Mentre la frazione valdostana di Les Combes si prepara ad accogliere le persone - previste in qualche migliaio - che domani parteciperanno alla recita dell’Angelus presieduta dal Papa, questa mattina Benedetto XVI è stato sottoposto alla prevista radiografia al polso infortunato, che ha mostrato “un decorso buono” della frattura. L’esame si è svolto nelle vicinanze dello chalet che ospita il soggiorno estivo del Pontefice, come spiega il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Alessandro De Carolis:

R. - La mattina si è svolta normalmente. Poi, intorno alle 11.40, c’è stato il previsto controllo medico, ad un settimana circa dalla frattura e dall’intervento. Il controllo ha avuto luogo nella Colonia salesiana, in un locale appositamente attrezzato - la Colonia è vicinissima alla residenza del Santo Padre - e i risultati sono molto buoni. Il decorso clinico ha mostrato di essere buono e corrispondente a quanto previsto. Nell’occasione, si è tolto il tutore in vetroresina che immobilizza e protegge il polso del Papa, per permettere il controllo, e poi ne è stato applicato uno nuovo. Alla fine del controllo, il Papa ha salutato cordialmente, e sorridendo, tutti i medici, tutti i membri dell’équipe: un clima molto sereno, quindi, molto familiare. All’esame hanno partecipato i due medici vaticani che seguono il Papa qui - il suo medico personale, il dott. Polisca, e il dott. Berti - e poi naturalmente il dott. Manuel Mancini, il primario ortopedico di Aosta che ha operato il Santo Padre. Era anche presente, come già annunciato, il prof. Vincenzo Sessa, che è il primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma, che collabora dal punto di vista specialistico con i Servizi sanitari vaticani e che sarà colui che seguirà dal punto di vista ortopedico il Santo Padre, al suo ritorno a Castel Gandolfo e a Roma. Così si sono poste le premesse per una continuità adeguata dell’assistenza medica al Pontefice.


D. - Dopo il bagno di folla di ieri ad Aosta, molte persone sono attese anche per domani proprio a Les Combes per la recita dell’Angelus. Qual è la situazione della vigilia?


R. - Qui è tutto molto tranquillo, ma nella mattina sono state preparate le attrezzature per le trasmissioni audio e video. Molti sono inoltre i gruppi che si sono annunciati. Si tratta, come di consueto, di gruppi di diverse località della Valle d’Aosta e poi di numerosi gruppi di giovani cattolici o di organizzazioni cattoliche - di oratori, di parrocchie, di associazioni - che stanno facendo le loro vacanze nelle tante località della Valle che sono molto idonee per questo. Provengono da regioni anche lontane - dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Veneto, dalla Toscana - e si prevede la partecipazione di diverse migliaia di persone, forse circa 5 mila. Alle 10.30, il vescovo di Aosta, mons. Anfossi, celebrerà una Messa per i fedeli che saranno in attesa e con lui concelebreranno il vescovo di Ivrea, mons. Miglio, il vescovo di Mondovì, mons. Pacomio, il vescovo di Asti, mons. Ravinale, il vescovo di Ventimiglia, mons. Careggio. E per l’Angelus è atteso anche il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto. Dunque, ci sarà certamente una bella presenza intorno al Santo Padre.


D. - In queste ore è stata sollevata la questione del possibile rischio che appuntamenti collettivi, come ad esempio le udienze generali, possono rappresentare per la salute dei partecipanti, in relazione alla diffusione del virus della Nuova influenza. Cosa si può dire, in merito?


R. - Io ho letto l’intervista rilasciata dal prof. Rocchi all’Osservatore Romano e mi sembra assolutamente priva di ogni motivo di particolare preoccupazione. Il prof. Rocchi ha spiegato che, naturalmente, anche il Vaticano tiene conto di eventuali indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità o delle autorità sanitarie italiane, qualora ci siano delle epidemie in corso, per evitare - se il caso - assembramenti che facilitino la diffusione del virus. Ma non ha affatto detto che questa sia una situazione incombente o vicina o prevedibile. Quindi, ha fatto presente un criterio di prudenza, di saggezza, che è generale. Ricordo, per esempio, pochi mesi fa in Messico, nella prima fase dell’epidemia che suscitava delle preoccupazioni, l’arcivescovo di Città del Messico ha invitato i fedeli a non recarsi la domenica a Messa nelle chiese per evitare, appunto, occasioni che potessero essere di rischio o di preoccupazione. La situazione poi si è normalizzata e tutto ha ripreso a funzionare normalmente. Quindi, si tratta di una normale, naturale prudenza che coinvolge anche le comunità cristiane, quando ciò è necessario. Ma non mi pare affatto che questo sia qualcosa di imminente, non ha certo detto questo il professor Rocchi.



Radio Vaticana
+PetaloNero+
00domenica 26 luglio 2009 16:37
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS


Da lunedì 13 luglio, il Santo Padre Benedetto XVI si trova a Les Combes (Introd), in Valle d’Aosta, per trascorrere un periodo di riposo.

Oggi, a mezzogiorno, dalla villetta dove risiede, il Papa guida la recita dell’Angelus.

Nell’atto di introdurre la preghiera mariana, il Santo Padre pronuncia le parole che seguono:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Buona domenica! Ci incontriamo qui a Les Combes, presso l’accogliente casa che i Salesiani mettono a disposizione del Papa, dove vado terminando il periodo di riposo fra le belle montagne della Valle d’Aosta. Sono grato a Dio che mi ha concesso la gioia di queste giornate segnate da vera distensione – malgrado il piccolo infortunio a voi ben noto. Colgo l’occasione per ringraziare con affetto coloro che si sono premurati di starmi accanto con discrezione e con grande dedizione. Saluto il Cardinale Poletto e i Vescovi presenti, in particolare il Vescovo di Aosta, Mons. Giuseppe Anfossi, che ringrazio per le parole che mi ha rivolto. Saluto cordialmente il Parroco di Les Combes, le Autorità civili e militari, le Forze dell’ordine, e tutti voi, cari amici, come pure coloro che sono uniti a noi mediante la radio e la televisione.

Quest’oggi, in questa splendida domenica in cui il Signore ci mostra tutta la bellezza della Sua Creazione, la liturgia prevede come pagina evangelica l’inizio del capitolo VI di Giovanni, che contiene dapprima il miracolo dei pani – quando Gesù diede da mangiare a migliaia di persone con solo cinque pani e due pesci –; quindi l’altro prodigio del Signore che cammina sulle acque del lago in tempesta; e infine il discorso in cui Egli si rivela come "il pane della vita". Narrando il "segno" dei pani, l’Evangelista sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento (cfr v. 11). Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell’Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l’istituzione dell’Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi. L’Eucaristia è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita. In questo Anno Sacerdotale, come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente? E leggendo di quell’anonimo ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos’è questo per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiutare Gesù nella sua missione? E la risposta la dà il Signore: proprio mettendo nelle sue mani "sante e venerabili" il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!

Un secondo spunto di riflessione ci viene dall’odierna memoria dei santi Gioacchino e Anna, genitori della Madonna e, dunque, nonni di Gesù. Questa ricorrenza fa pensare al tema dell’educazione, che ha un posto tanto importante nella pastorale della Chiesa. In particolare, ci invita a pregare per i nonni, che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita. Il compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un’adeguata presenza accanto ai figli, nell’età della crescita. Affido alla protezione di sant’Anna e san Gioacchino tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione. La Vergine Maria, che – secondo una bella iconografia – imparò a leggere le Sacre Scritture sulle ginocchia della madre Anna, li aiuti ad alimentare sempre la fede e la speranza alle fonti della Parola di Dio.



DOPO L’ANGELUS

La prière dominicale de l’Angélus me donne la joie de saluer les francophones présents ce matin ainsi que les personnes qui nous rejoignent par la radio ou la télévision. Nous célébrons, comme chaque dimanche, les merveilles que le Seigneur a faites pour chacun de nous. C’est pourquoi je vous convie à reconnaître dans votre vie la grâce surabondante de Dieu pour tout homme. En cette période estivale, je vous invite, suivant l’exemple du Seigneur, à vous retirer à l’écart pour prier. N’oubliez pas Dieu pendant vos vacances car Lui Il reste présent à vos côtés et Il vous accompagne ! Je demande à Dieu de vous bénir, ainsi que vos familles et vos amis !

I greet all the English-speaking visitors present today. Thank you for joining me here in Les Combes to pray the Angelus. I hope that your holidays may be a time of great joy, spent together as families, and of deep spiritual renewal, as you rest in the marvel of God’s gift of creation. May the Almighty abundantly bless each of you and your loved ones.

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Gläubigen deutscher Sprache. Vielen Dank für das Gebet und die Genesungswünsche der vergangenen Tage. Jeder Sonntag lädt uns ein, bei der heiligen Messe in die Gegenwart Gottes zu treten: Dort hören wir sein lebendiges Wort und empfangen seinen Leib als geistliche Nahrung. Euch allen wünsche ich gesegnete Ferien!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que han participado en esta oración mariana, así como a cuantos se han unido a nosotros a través de la radio y la televisión. Invito a todos a que, a ejemplo de María, seáis dóciles a la voluntad de Dios, para dar testimonio del amor infinito que tiene a todos. Feliz domingo.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dziękuję wam za modlitwę i słowa solidarności po moim wypadku. W dniu świętych Joachima i Anny, rodziców Maryi, życzę, aby w każdej rodzinie panował ich duch miłości i wierności. Boże błogosławieństwo niech stale wam towarzyszy.

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Vi ringrazio per la preghiera e per le parole di solidarietà dopo il mio infortunio. Nel giorno dei Santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria, auguro che in ogni famiglia regni il loro spirito d’amore e di fedeltà. La benedizione di Dio vi accompagni sempre.]

Saluto infine con affetto le famiglie e i gruppi di lingua italiana, in particolare le Suore della Carità di Santa Maria, riunite per il loro Capitolo Generale. Care sorelle, attingete dal vostro carisma nuova linfa per essere segno dell’amore del Signore nel servizio ai poveri e ai giovani, ad imitazione di Maria, modello di carità e Madre del Buon Consiglio. Saluto anche le Suore Figlie di Maria Ausiliatrice di Aosta e le altre Religiose presenti. Accolgo volentieri i fedeli di Romano Canavese, dove ho avuto la gioia di recarmi domenica scorsa, e inoltre quelli di Courmayeur, di Santa Maria della Versa, Castelnuovo Scrivia e di Chieri. Saluto la Comunità di Sant’Egidio, Comunione e Liberazione, i giovani di San Benigno Canavese, di San Protaso in Milano, di Induno Olona e quelli della Diocesi di Lodi; l’"Opera per la Gioventù Giorgio La Pira" di Firenze, il gruppo Domus laetitiae di Biella, e i numerosi africani residenti a Torino. Poco fa, parlando dei santi Gioacchino e Anna, ho ricordato i nonni. Ora vorrei estendere il mio pensiero a tutti gli anziani, specialmente quelli che potrebbero trovarsi più soli e in difficoltà.

Grazie ancora per essere venuti e buona domenica!

Cher Valdôtains, ze si fran content d’itre inquie avui vo. Preiode pe me e pe totta l’Eglieise.

A cieutte ze suetto on bon izoten!

(Cari Valdostani, sono proprio contento di essere qui con voi. Pregate per me e per tutta la Chiesa. A tutti auguro una buona estate!)




Benedetto XVI chiede ai sacerdoti totale affidamento a Dio
Nel discorso in occasione dell'Angelus



LES COMBES, domenica, 26 luglio 2009 (ZENIT.org).- L'affidamento totale a Dio è ciò che Benedetto XVI ha chiesto ai sacerdoti questa domenica durante la recita della preghiera mariana dell'Angelus.

In occasione del tradizionale appuntamento settimanale, che questa volta ha avuto luogo a Les Combes, presso la casa dei Salesiani in cui il Pontefice sta trascorrendo alcuni giorni di vacanza, il Papa ha ringraziato in primo luogo per "la gioia di queste giornate segnate da vera distensione - malgrado il piccolo infortunio a voi ben noto" che sta trascorrendo sulle Alpi.

"Colgo l'occasione per ringraziare con affetto coloro che si sono premurati di starmi accanto con discrezione e con grande dedizione", ha confessato.

Ricordando il brano evangelico odierno (Gv 6, 1-15), che narra il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, il Papa ha spiegato come l'Evangelista sottolinei che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento.

"Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell'Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l'istituzione dell'Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi", ha osservato.

L'Eucaristia, ha aggiunto, "è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita".

"In questo Anno Sacerdotale, come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente?".

"E leggendo di quell'anonimo ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos'è questo per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiutare Gesù nella sua missione?".

"E la risposta la dà il Signore - ha concluso -: proprio mettendo nelle sue mani 'sante e venerabili' il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!".





Il Papa: i nonni, depositari dei valori fondamentali della vita


LES COMBES, domenica, 26 luglio 2009 (ZENIT.org).- In occasione della memoria dei Santi Gioacchino e Anna, genitori della Madonna e quindi nonni di Gesù, che si celebra questa domenica, Benedetto XVI ha voluto sottolineare l'importante ruolo svolto dai nonni nella società.

Nell'intervento che ha pronunciato in occasione dell'Angelus, recitato dalla villetta di Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta, dove sta trascorrendo alcuni giorni di riposo, il Papa ha spiegato che la ricorrenza "fa pensare al tema dell'educazione, che ha un posto tanto importante nella pastorale della Chiesa".

"In particolare - ha aggiunto -, ci invita a pregare per i nonni, che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita".

Per il Pontefice, "il compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un'adeguata presenza accanto ai figli, nell'età della crescita".

Per questo motivo, ha affidato alla protezione di Sant'Anna e San Gioacchino "tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione".

"La Vergine Maria, che - secondo una bella iconografia - imparò a leggere le Sacre Scritture sulle ginocchia della madre Anna, li aiuti ad alimentare sempre la fede e la speranza alle fonti della Parola di Dio", ha sottolineato.


Il Papa ha quindi concluso estendendo il suo pensiero “a tutti gli anziani, specialmente quelli che potrebbero trovarsi più soli e in difficoltà”.





www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2009&videoclip=922&sett...
+PetaloNero+
00lunedì 27 luglio 2009 18:29
Ultimi giorni di riposo per Benedetto XVI a Les Combes. Confermata dal Papa la propria presenza a Torino per l'Ostensione della Sindone nel 2010


Benedetto XVI sta vivendo gli ultimi giorni di riposo in alta montagna nella località valdostana di Les Combes, che lascerà mercoledì prossimo per far rientro a Roma e quindi stabilirsi nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo. Ieri, la piccola frazione di Introd è stata protagonista di un festoso momento di vicinanza al Papa, che ha presieduto l’Angelus tra migliaia di persone desiderose di ascoltare le sue parole e di manifestargli ancora una volta affetto per l’infortunio patito una decina di giorni fa. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ritorna a quegli istanti al microfono di Alessandro De Carolis:

R. - E’ stato un giorno di grande festa, perché il tempo era splendido e la gente è venuta su molto numerosa: almeno 5 mila persone che hanno assistito anche alla Messa celebrata dal vescovo di Aosta. E poi, l’incontro con il Papa è stato un incontro molto festoso: si è visto il Papa in ottima forma e l’incidente si può considerare completamente superato. Quell'immagine del Papa con il suo braccio immobilizzato, che però impartiva con molta gioia la benedizione, attira molta simpatia e molta vicinanza, per chi segue il Santo Padre con affetto in questi giorni. Poi il Papa si è anche intrattenuto con diversi gruppi, dopo l’Angelus, e anche con diversi malati. E' stato un momento di incontro molto importante.


D. - Ieri, il Papa ha potuto - come spesso accade in queste circostanze - avere degli ospiti a pranzo, in particolare il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto, e il vescovo di Aosta, mons. Anfossi…


R. - Sì, è normale che in queste occasioni il Papa inviti alcuni ospiti, secondo le possibilità che offre lo spazio nella sua residenza. C'era il vescovo della diocesi, mons. Anfossi, ed era presente anche il cardinale Poletto, il quale in questo periodo è molto occupato, molto orientato verso l’Ostensione della Sindone in programma nella primavera dell’anno prossimo, che rappresenta il grande evento ecclesiale che polarizza l’attenzione dell'arcidiocesi di Torino. Il cardinale Poletto ha naturalmente informato il Papa sulla preparazione e lo ha invitato ancora una volta ad essere presente. Il Papa, come aveva già detto anche in passato, quando si era parlato dell’Ostensione, ha confermato la sua intenzione di recarsi a Torino per l’occasione, anche se la data, naturalmente, è ancora da precisare.


D. - Per Benedetto XVI si avvicina ormai il giorno del congedo da Les Combes. E' stato già definito il programma del rientro?


R. - Sì. Mentre le giornate di oggi e di domani si prevedono molto normali, molto tranquille, mercoledì sarà una giornata di impegni, perché alla mattina vi saranno i saluti con le Forze dell’ordine, con i Vigili del fuoco, la Protezione civile, cioè con tutto il personale che ha svolto il proprio servizio per la permanenza del Papa a Les Combes e ne ha garantito la sicurezza e la tranquillità. Nel pomeriggio, invece, vi sarà il saluto delle autorità e verso le cinque si prevede la partenza in elicottero per l’aeroporto di Torino Caselle, poi in aereo il trasferimento fino a Roma Ciampino e quindi immediatamente il passaggio a Castel Gandolfo, prima di cena, dove il Papa poi trascorrerà le prossime settimane.



Radio Vaticana
+PetaloNero+
00martedì 28 luglio 2009 17:14
Ultime ore di riposo in montagna per Benedetto XVI, domani il congedo da Les Combes. Il Comune di Introd conferirà la cittadinanza onoraria al Papa


Sta ormai per concludersi di soggiorno in Valle d’Aosta di Benedetto XVI. Domani pomeriggio, dopo i saluti alle Forze dell’ordine e alle autorità locali che hanno consentito e custodito il suo periodo di riposo, il Papa lascerà Les Combes per trasferirsi a Castel Gandolfo. Intanto, mentre la gente del posto attende di salutare il Pontefice, in segno di omaggio il Comune di Introd ha deciso di offrire a Benedetto XVI la cittadinanza onoraria. Al microfono di Alessandro De Carolis, il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, racconta in che modo il Papa stia occupando queste ultime ore in montagna, prima del congedo dalla località valligiana:

R. - Con grande serenità, continuando le sue occupazioni di lettura, di riflessioni, di preghiera, le consuete passeggiate serali, oltre a quelle più brevi dopo i pasti. Dunque, momenti di grande tranquillità. Domani, ci sono poi i saluti a tutte le persone - e non sono poche - che hanno collaborato per la buona riuscita, serena e sicura, della permanenza del Santo Padre a Les Combes, tant’è vero che anche ieri sera, nella Colonia salesiana, vi è stata la tradizionale cena di ringraziamento alle autorità della Valle, alle autorità civili e militari, ai medici dell’ospedale. Mons. Gänswein, il segretario del Papa, ha portato il saluto del Santo Padre, il quale si riserva però di ringraziare personalmente domani tutte queste persone, perché - non sembra - ma anche un periodo di tranquillità per il Papa comporta un’organizzazione logistica e di sicurezza che tutti svolgono con grande buona volontà e con grande gioia, e che tuttavia ha una sua complessità. Il clima che si è stabilito negli anni tra il personale vaticano, incaricato di seguire più da vicino il Santo Padre, il personale della Colonia salesiana, le Forze dell’ordine e le autorità che si occupano della permanenza del Papa è veramente un clima di grandissima collaborazione e cordialità. Ieri sera, lo si poteva sperimentare negli interventi del presidente della Regione, Augusto Rollandin, del presidente del Consiglio regionale, Albert Cerise, e in particolare del sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, il quale viene chiamato con una battuta anche dal Papa “il sindaco eterno”, perché sono 30 anni che è sindaco di questa cittadina.


D. - A questo proposito, proprio dal Consiglio comunale di Introd è venuta ieri la notizia del conferimento al Papa della cittadinanza onoraria…


R. - Sì, il Comune ha deliberato di offrire al Papa la cittadinanza onoraria, poi bisogna avere l’accettazione anche formale ed esplicita di questa cittadinanza da parte del Santo Padre e si può prevedere che nei prossimi mesi una delegazione del Comune si rechi a Roma per conferire ufficialmente la cittadinanza a Benedetto XVI. Così è stato anche per altre occasioni: ci sono stati in passato dei comuni tedeschi, in particolare, che avevano offerto la cittadinanza onoraria al Papa e che poi si erano recati in delegazione a Roma e in occasione di un’udienza avevano ufficialmente conferito questo titolo al Santo Padre. Titolo che, naturalmente, il Papa accoglierà con molta cordialità e gratitudine per l’accoglienza così calorosa che riceve.



Radio Vaticana
+PetaloNero+
00mercoledì 29 luglio 2009 01:29
Benedetto XVI si prepara a congedarsi da Les Combes
Il Comune di Introd conferirà la cittadinanza onoraria al Papa



ROMA, martedì, 28 luglio 2009 (ZENIT.org).- Si avvia ormai alla conclusione il periodo di riposo di Benedetto XVI a Les Combes. Mercoledì mattina, infatti, sul prato antistante lo chalet dove ha soggiornato in questi giorni, saluterà un gruppo di giovani salesiani, così come le Forze dell’ordine e le autorità locali, per trasferirsi a Castel Gandolfo.

Nel frattempo, il Papa, secondo quanto riferito alla “Radio Vaticana” da padre Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, sta trascorrendo queste ultime ore “con grande serenità, continuando le sue occupazioni di lettura, di riflessioni, di preghiera, le consuete passeggiate serali, oltre a quelle più brevi dopo i pasti”.

Anche lunedì, ha fatto sapere padre Lombardi in una nota, Benedetto XVI ha compiuto la sua consueta passeggiata pomeridiana nei boschi attorno allo chalet.

La sera, si legge nella nota, “ha avuto luogo presso la colonia salesiana la tradizionale cena conclusiva con la partecipazione del Vescovo, del parroco di Introd, delle autorità civili e militari e dei medici dell’ospedale di Aosta che hanno assistito il Santo Padre”.

Per l'occasione il Papa ha incaricato il suo Segretario particolare, monsignor Georg Gänswein, di portare il saluto ai partecipanti alla cena.

Il Santo Padre, ha aggiunto padre Lombardi all'emittente pontificia, si è riservato tuttavia “di ringraziare personalmente domani tutte queste persone, perché - non sembra - ma anche un periodo di tranquillità per il Papa comporta un’organizzazione logistica e di sicurezza che tutti svolgono con grande buona volontà e con grande gioia, e che tuttavia ha una sua complessità”.

“Il clima che si è stabilito negli anni tra il personale vaticano, incaricato di seguire più da vicino il Santo Padre, il personale della Colonia salesiana, le Forze dell’ordine e le autorità che si occupano della permanenza del Papa è veramente un clima di grandissima collaborazione e cordialità”, ha spiegato il portavoce vaticano.

“Ieri sera – ha raccontato –, lo si poteva sperimentare negli interventi del presidente della Regione, Augusto Rollandin, del presidente del Consiglio regionale, Albert Cerise, e in particolare del sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, il quale viene chiamato con una battuta anche dal Papa 'il sindaco eterno', perché sono 30 anni che è sindaco di questa cittadina”.

Inoltre, ha continuato padre Lombardi, “il comune di Introd ha deliberato nei giorni scorsi di offrire al Santo Padre la cittadinanza onoraria”.

“Alla deliberazione – ha aggiunto – dovrà seguire la risposta ufficiale di accettazione da parte del Santo Padre e nei prossimi mesi si può prevedere che una delegazione si rechi a Roma per il conferimento ufficiale”.

Il portavoce vaticano ha garantito che il Papa accoglierà la cittadinanza onoraria “con molta cordialità e gratitudine per l’accoglienza così calorosa che riceve”.

Nel pomeriggio di mercoledì 29 luglio, alle 16.30, prima di congedarsi, Benedetto XVI riceverà quindi il saluto del Vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi, le autorità della regione e del comune di Introd. Recandosi verso l’elicottero saluterà poi anche i bambini e le persone residenti nella frazione di Les Combes.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:01.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com