claudio.41, 15/04/2007 21.59:
La ragione è che Giovanni, dopo una lunga esperienza al servizio del Signore, vivendo di continuo nella Grazia salvatrice,, comprendeva finalmente che quel libro chiuso era sè stesso, il suo proprio cuore, e sentiva la impellente necessità di scoprire fino in fondo i segreti ripieghi dell'anima sua. Giovanni , penitente,piangeva !
Ma torniamo al soggetto : l'anima nostra si sottopone, davvero, ad UNO solo, a Gesù Cristo, il Quale avendoci comprati a prezzo del Suo Sangue, solo ha la podestà di mostrare noi a noi stessi.
E purtroppo è vero che noi per lungo tempo (e , per molti questo tempo dura tutta la vita) ignoriamo che in noi stessi siamo un libro sigillato accuratamente, e quando lo comprendiamo,
non vogliamo che vengano rotti i sigilli, aperto il libro e che le sue pagine vengano esposte alla luce del cielo ed ai nostri propri occhi.
E' a misura che Cristo si va rivelando a noi __manifestazione del Padre tre volte Santo__ che proprio noi, Cristiani di Cristo, dopo tanti anni di fede e di servizio, comprendiamo che siamo un libro chiuso, perfettamente sigillato e sentiamo la necessità impellente di vederlo aperto e leggerlo.
Prima ci siamo illusi con belle frasi appropriandoci dei passi Scritturali, ma ora occorre la Realtà.
Ci vuole un grande coraggio per sfogliare quel libro, perchè noi abbiamo orrore di scoprirci.
Sempre ci scusiamo noi e accusiamo gli altri; sempre abbiamo ragione e gli altri torto; sempre ci vediamo meglio degli altri ecc.ecc.
Ci vuole il coraggio del Leone della tribù di Giuda in noi, cioè, che Gesù Cristo in noi ci dia Grazia di scoprirci senza pietà, e volgere la punta della spada contro noi stessi.
Giovanni pianse. E noi? La rassicurazione al discepolo ci accerta che Gesù Cristo è pronto a rompere i sigilli del nostro libro, e a darci la forza ed il coraggio di leggere fino in fondo del nostro cuore, per piena Redenzione. Amen.