Debora Hirsch: Americanlifetime A Roma fino al 5/02/2005

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mortimer11
00sabato 11 dicembre 2004 17:11



Americanlifetime è il titolo della prima personale a Roma dell'artista brasiliana (milanese d'adozione) Debora Hirsch. Una riflessione sul significato di temi affrontati tanto dall'arte che dalla scienza: vita, tempo, linguaggio, identità, memoria, nella società statunitense contemporanea. Un'indagine profonda in cui l'artista utilizza tutti i mezzi a sua disposizione, dalla pittura a olio, alla fotografia digitale, al video.

Le serie di dipinti "Item" e "File" (anagramma delle riviste americane Life e Time, di cui mantengono l'impostazione grafica) ritraggono personaggi famosi dello star-system americano. Un pretesto iconografico che riflette sull'illusorietà della fama come anche sull'enigmatica espressività dei personaggi. Il ritratto di Schwarzenegger, per esempio, simbolo ambiguo di un'America aggressiva e vulnerabile allo stesso tempo, un repubblicano con pensiero democratico; favorevole all'aborto e ai matrimoni gay, un politico, ex culturista e sex simbol, kitsch o trendy comunque un volto impenetrabile, quello di un austriaco che aveva tre desideri: andare in America, diventare attore, sposare una Kennedy. Che il quarto sia diventare presidente?

Nel dittico fotografico "US (Unknown Soldier)" è restituita un'identità al soldato senza nome simbolo dei tanti caduti in guerra, un soldatino di plastica prodotto in quantità industriale, è ancora "vivo" ma l'espressione denuncia orrore e angoscia.

La formazione scientifica di Debora Hirsch (si è laureata in ingegneria industriale a San Paolo del Brasile) è forse all'origine del suo particolare interesse per la tecnologia informatica e il software. Da tempo l'artista esplora il tema del linguaggio, della difficoltà di comunicare e di costruire un idioma unico e universale in questo caso i C-print esposti in mostra "Life internet isometrics" e "Time internet isometrics" mostrano il prodotto di un'indagine condotta sul campo. Chiedendo, attraverso internet, ad un ampio campione di persone di associare al termine "life" tre parole a cui poi associarne in successione altre, ha ottenuto una serie di curve isometriche: una modalità di rappresentazione simbolica, una libera interpretazione della propagazione delle idee, senza rigore scientifico e con l'apparenza di un disegno astratto.

Il video "Cluster Memories" (durata sette minuti) è nato dal desiderio di rappresentare la dinamica della memoria. Tutta la sceneggiatura del film Apocalipse Now scorre veloce sul viso del protagonista, il capitano Willard, è la prima scena del film. Il testo è nel formato dei titoli di coda e imita involontariamente il layout di una poesia. In breve tempo, aiutato dalla colonna sonora dei Doors, il video crea un'atmosfera sospesa e onirica dove i ricordi sembrano sovrapporsi. Lo sbattere delle palpebre di Willard che fissa le pale del ventilatore sul soffitto, la musica di fondo, tutto si ripete in cicli brevi, fino all'esaurimento del sogno, che è la fine di tutti i sogni.


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