*Arya si sofferma ad ascoltare i discorsi dei presenti in taverna.
Il suo sguardo è sobrio e contenuto, ma sereno.
Ogni tanto accenna un sorriso a qualche battuta dei presenti.
Osserva i visi delle persone sorridere, e per chi fosse capace di leggere i suoi occhi ora, vi leggerebbe molti pensieri, senza forma nè parole.
Mentre si trova di nuvovo a Treon, finalmente nella sua amata Treon, per un attimo dimentica ogni affanno, ogni pensiero.
Ed il mondo attorno a sè inizia a divenire parte del presente, finalmente, nonostante il passato sia incacellabile, indimenticabile.
Inizia a sembrare, per lo meno, meno strano.
Lo sguardo, mentre finisce di fumare la sua pipa, corre fuori dalla finestra della taverna:
Il cielo è immensamente sereno e le stelle brillano intense.
Quasi senza accorgersene, la sua mano va al petto, e sotto la tunica tocca quell ultima pergamena che scrisse in taverna.
In quel momento il suo sguardo cambia: è deciso, è diretto.
Come arrivare alla soluzione e rendersi conto che era la più semplice.
Arya finisce di fumare la sua pipa. La svuota con calma, e la ripone nella sacca. Poi si alza dalla sua sedia e si rivolge ai presenti*
Signori e gentilissime Dame, vi ringrazio per la compagnia e per l invito. Vi auguro una serena serata.
*fa un cenno con il capo verso gli astanti*
Tenna’ ento lye omenta,
fino a che non ci rivedremo di nuovo.
*poi, lentamente si avvia verso la porta della taverna ed esce senza emettere alcun suono*
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Arya Thoreaux
Portavoce del Sacro Ordine
Devota al Divino Septim
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Ultimo Armoriere d'Elavia
Ambasciatrice del popolo Noldor
Caedo, losto. Ú-erin davo.
Amman harthach? Anim únad.
Le tûg nach. O hon ú-wannathon.
Ú-moe le anno nad. Ónen a hon beth nín.
Gurth han ristatha. Ta han narcho Gurth.
Gar vethed e-chúnen, go hon bedithon na meth.