messa a Kivan

Kuiper.Phoebe
00martedì 1 dicembre 2015 15:11
*La donna entra in cattedrale coperta dal suo mantello, indossandone il cappuccio. Porta in mano un vassoio di ferro sul quale ha adagiato la carcassa di una lepre.

Arrivata davanti ai frammenti della statua di Kivan, si inginocchia a terra e vi posa davanti il vassoio.

Mormora qualcosa che non si riesce a sentire poi, inizia a prendere dalla borsa delle candele piccole e basse, verdi e marroni. Preleva dalla borsa anche un piattino di granato verde e dell'incenso e un vasetto pieno di una mistura verdastra.
Si siede a gambe incrociate davanti al vassoio e dispone intorno a se le candele, alternandone i colori, formando tre braccia che si chiudono a spirale. Una alla sua destra, una alla sinistra, ed una dietro di se. Con un fiammifero le accende, così come accende anche l'incenso che mette nel piattino posto tra se e il vassoio, difronte a lei.
Dopo avere disposto tutto apre il vasetto di mistura e lo appoggia nel vuoto tra le sue gambe, poi emette un lungo sospiro simile ad un gemito di dolore e inizia a parlare *

Kivan, vengo a te nel giorno primo di questo mese, per i consueti ringraziamenti.

*Segue una breve pausa di riflessione*

Ti lodo grande Kivan per i frutti della caccia di questo mese,

*allungandosi a prendere il vassoio, lo solleva sulla sua testa*

ecco, questa figlia del bosco ti porta in dono una creatura della sua caccia

*resta un momento con il vassoio sollevato poi lo posa di nuovo davanti a se*

Accogli questa offerta, tu che sei il signore della caccia, e della pesca.

*mentre dice queste parole prende con due dita la mistura verde e con essa si dipinge il volto formando due strisce dall'occhio al mento per ogni guancia, e una linea dall'attaccatura dei capelli alla punta del naso.*

Abbi sempre premura, oh grande Kivan, di donare ai tuoi fedeli la pace.

*resta in silenzio ad occhi chiusi un minuto*

Kivan, gli ultimi avvenimenti legati alle tue rappresentazioni su questo mondo, hanno riempito il mio cuore, e quello dei miei fratelli, di tristezza infinita.
Ogni albero in Elavia, freme nel vento gelido languendo nella paura di essere abbandonato da te.
La quiete che tu proteggi ed ami, è stata offesa.

Ma noi, tuoi servitori, non ci arrenderemo.
Tu sei il nostro dio, figlio di Eitiana regina del mondo naturale, un dio di pace;
ma sei anche figlio di Ikoptos, signore dell'arte bellica, e quindi un dio severo, pronto a colpire con il suo arco mortale colui che trasgredisce le tue leggi.
Dacci la tua forza, oh Kivan.
Rendici capaci di servitori e combattere con la tua stessa forza, rendendo possibile il ritorno alla tua quiete.

*Dette queste parole, dopo un momento di preghiera silenziosa, inizia a cantare*

_IL CANTO A KIVAN_

Con freccia ed arco
in montagna ed in valle,
di pesca e caccia, è il dio l'arciere.

Della natura lui porta i colori.
Ha un sangue severo
A cui porta gli onori.

rit: Come del cielo
l'aquila è padrona
così nei boschi
l'arciere è re!

del grande Kivan,
fin dove arrivan,
delle sue freccie tu preda sarai.

Chi non rispetta,
le sue leggi buone,
sarà punito e perirà.

rit: Come del cielo
l' aquila è padrona
così nei boschi
l'arciere è re!

chi serve Kivan,
è figlio del bosco,
non resterà d'ora in poi più nascosto.

I tuoi nemici andrà a lottare,
li scoveremo sia in terra che in mare.

rit: Come del cielo
l' aquila è padrona
così nei boschi
l'arciere è re!



*Mentre canta le ultime parole la sua voce si affievolisce fino a spegnersi.
Rimane qualche minuto in preghiera silenziosa, poi soffia sulle candele e le rimette in borsa. Lascia lì l'incenso e il vassoio e rimettendosi il cappuccio, dopo aver fatto un inchino, mormora di nuovo qualcosa e se ne va percorrendo la navata della cattedrale lentamente ma a testa alta.*

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