Preghiera alla Dea Bifronte

*La donna entra in cattedrale. Indossa la sua tunica bianca, sulla quale porta un tabarro nero, stretto in vita da una cintura. La spada è nel suo fodero. Alla luce calda della cattedrale brillano le sue collane, una con una cerva e una con una chiave. Avanza lentamente, serena in volto. Si guarda un po' attorno, ammirando il luogo. Giunta davanti alla statua della Dea Bifronte, esce dalla borsa in pelle incensi e candele. Poggia quattro candele alla base della statua, accendendole. Al che, chiude gli occhi e inspira profondamente, poi si genuflette.*

*In un sussurro dice*

Mia dolce Dea, cara Madre del respiro del mondo, mi prostro a te. Qui e ora, inginocchiata, ti dono ancora una volta il mio cuore, la mia essenza, che tanto da te dipende. Possa io sentirti sempre in ogni mio battito. Possa riuscire la mia Vita ad onorare la tua Vita, quella che tu con benevolenza doni.

*Accende un incenso e lo pone tra le prime due candele. Poi continua sussurrando*

Mia dolce Dea, cara Madre che con una carezza accompagni i respiri che si spengono, che si disperdono nell'aria nera di tristezza che porti dietro di te, mi prostro a te. Qui e ora, inginocchiata, accetto ancora una volta la Morte, con il suo dolore, come fase della Vita, come dirittura d'arrivo a cui tendere. Possa io giungere ad essa in battaglia, proteggendo e onorando con forza e coraggio ciò che tu crei.

*Accende il secondo incenso e lo pone tra le ultime due candele. Poi si siede a gambe incrociate, poggiando il dorso delle mani sulle ginocchia. Con gli occhi chiusi e respirando profondamente, rimane per circa un'oretta a meditare. Al risveglio, sistema tutto. Esce poi dei fiori freschi e dei fiori essiccati dalla borsa e, dopo averli posti alla base della statua, fa un inchino e se ne va in silenzio*