Liberi, chi?

*si aggira per i tavoli della taverna, senza scorgere visi conosciuti. Così si siede ad un tavolo e ordina del vino rosso*
La libertà...che concetto astratto per molte persone! L'ho cercata così tanto, che ora che mi sembra di averla, non me ne accorgo nemmeno. Sarà la guerra? O soltanto una carenza di alcool?
*Rimane immersa nei suoi pensieri*

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Medea, artista e ubriacona a tempo pieno.
"In ogni ieri
l'insegnamento
grido d'esortazione.
In ogni domani
la sua visione
sempre piena di promesse.
Oggi
in ogni oggi
la lotta.
Così sei andato avanti
così andrai avanti.
Questo è il tuo destino"

*** l uomo spuntando dall orinatorio e sentendo le parole della donna eaclama***
Carenza di alcol figlia mia carenza di alcol

Oste del vino

***gridò infine l uomo dopo essersi seduto comodamente al suo consueto tavolo***

*La donna entra coperta dal mantello piumato, col cappuccio alzato. Sedendosi abbassa il cappuccio e rivela una rete di punti di sutura che praticamente le ricopre la faccia dal lato sinistro e le solca con quattro linee la guancia destra. Muove un po' le guance e fa una smorfia, è evidente che i punti tirano impedendole di parlare bene. Sotto gli occhi profonde occhiaie, indice di un sonno disturbato. Si avvicina al bancone e farfuglia:*

La libertà non esiste, siamo sempre sottomessi a qualcuno o qualcosa, fosse pure solo un'idea. Ma non è certo questo a dover rovinare le vostre bevute, mia cara.

*Fa un mezzo sorriso sbieco, che risulta un po' inquietante a causa di un taglio che arriva a deturpare la così detta ruga del sorriso, all'indirizzo della ragazza e poi si gira verso l'oste*

Qualcosa di forte, ho bisogno di distrarmi un po'.

*si accorge della donna, ma non sembra essere sorpresa dal suo viso deturpato*
Non lo dica a me! E' da una vita che posso constatarlo. Ma ogni tanto è bello illudersi, no? Comunque beviamo e non pensiamoci più!!

*alzando il bicchiere*

Salute, allora, e alla libertà!

*fa una risatina ironica e butta giù quello che l'oste le ha messo in mano*