LeonardNazar
00lunedì 13 marzo 2017 02:59
*Di nuovo al cospetto dell'amata statua, il ragazzo prega e medita per ore, poi si alza e sommessamente recita*
Il paggio della speranza
Nell'irto, lento e infinito cammino
trascina le gambe il viaggiatore
il mattino non sembra per niente vicino
non ricorda da quanto non vede il sole
la sabbia si specchia nel cielo notturno
di nero si tinge e si alza nel vento
il gelo pungente del freddo inverno
al pellegrino mesto porta tormento
non una volta lucente e stellata
ma una cupola oscura di speme spoglia
il suo occhio lontano non vede la meta
il suo cuore stanco ha perso la voglia
le ossa tremano ed è una tortura
il passo si ferma sulla fredda sabbia
è disarmante orrore, è insana paura
il suo terrore sua stessa gabbia
al pianto dell'uomo ormai arreso e atterrito
la sabbia si aggrega e da ciò prende vita
un nero cavallo, furioso il nitrito
dell'incubo nato da fede appassita
la fiera scalcia e dimena le membra
al viaggiatore sgomento è chiusa la strada
il nero cavallo, della paura ombra
non può esser trafitto a filo di spada
ma dall'orizzonte dimenticato e lontano
a mettere fine alla notte morente
il sole si innalza del cielo sovrano
e irradia la sabbia di luce splendente
ed illuminata dalla luce solare
la meta smette di sembrare miraggio
e l'uomo si può finalmente rialzare
poichè di speranza si è fatto paggio
e al tocco la belva non più si ribella
dal viaggiatore vinta e domata
si inchina fedele e gli mostra la sella
il pelo risplende di tinta dorata
e adesso in discesa sembra il cammino
ed il viaggio procede senza alcun intoppo
negli occhi la nuova luce del pellegrino
che verso il sole si spinge al galoppo