Come l'ultimo albero del bosco

* la donna entra in cattedrale e si ferma davanti alla statua spezzata di Kivan.
A con se delle candele verdi e le posiziona a cerchio tutte intorno alla statua, poi le accende.
Mentre le piccole fiammelle danzano nel silenzio della cattedrale avvolta dalla notte, la consacrata inizia a parlare in modo lento e molto espressivo come se fosse un monologo improvvisato.*

Quando si entra in un bosco popolato da antichi alberi, più alti dell’ordinario, e che precludono la vista del cielo con i loro spessi rami intrecciati, le maestose ombre dei tronchi, la quiete del posto, colpiscono con la presenza di una divinità.
Questa divinità sei tu, kivan.
Noi figli dei boschi, in essi troviamo la tua pace: beviamo il tuo silenzio alla sorgente del bosco.
Molti che non sono del bosco domandano incuriositi ai tuoi figli:
Che cosa possiedi di te stesso dentro un bosco?
Ma chi è del bosco sa di possedere solo la sua anima e la sua anima è nelle foglie di ogni albero che vive.
I tuoi fedeli, oh kivan, vivevano circondati dalla tua presenza e dalle anime dei loro fratelli.
Ora ciò che sentiamo vicino è la solitudine: come un bosco tagliato intorno all’ultimo albero.
Ma tu sei il nostro dio, anche se ora sei come un cervo potente frenato dal torpore del sonno dell'inverno, e noi troveremo la forza di sentire il tuo respiro portato dal vento che accarezza le foglie e questo ci basterà per far tornare il bosco del nostro cuore rigoglioso come un tempo.

Il primo giorno del secondo mese si è appena concluso Kivan...

*fa un giro intorno alla statua spegnendo e raccogliendo le candele che getta nella borsa con noncuranza*

Un nuovo mese ha inizio e con esso una nuova caccia. Grazie per quanto ho ricevuto fin ora.

*la donna si inchina alla statua e si reca a sedere su una delle panche dove resta in preghiera*