Decapitazione di un traditore

*E' il tramonto quando la piazza di Drepania antistante al castello reale, è gremita di gente, così tanta che la folla si allunga anche nella via antistante, coprendone un buon tratto e dappertutto vi sono soldati in armatura e Manti Grigi, pronti ad intervenire in caso si dimostrasse necessario. Da un lato della piazza, un piccolo palchetto addobbato con i vessilli reali ospita un trono finemente lavorato, dall'alta spalliera, su cui siede la duchessa madre. I lunghi capelli della donna ne mettono in risalto il volto, sul capo spicca la corona che un tempo indossava Abel Septim e lo scettro reale è fissato ad un supporto del trono, pronto per essere raggiunto dalla sua mano. Ai suoi fianchi, ci sono due manti grigi pesantemente armati che scrutano attenti il mare di folla sottostante. Poco più sotto del trono, vi è una lunga pedana dove sono sistemate altri eleganti sedili, dove si trova Invictus e altri a vari nobili del Ducato, che scambiano qualche parola tra loro tra il brusio della folla, i cui occhi passano dal palchetto nobiliare a quello, più grande, delle esecuzioni.

Il boia è come sempre a torace nudo, la pelle tesa sui muscoli enormi, questa volta adornata di tatuaggi e un cappuccio a coprirgli il volto, stringe nelle mani una grossa ascia bipenne di acciaio incrostata di sangue rappreso. Nel centro del patibolo a circa un metro da terra, si trova una gogna, sorretta da un palo che ha di fronte un grosso catino. Un Manto Grigio con una pergamena arrotolata gli si trova accanto e sotto al palco delle esecuzioni, una fila di lancieri tiene a distanza la folla mentre altri soldati posti dietro di loro eseguono prima un rullo di tamburi, a cui tutta la folla si zittisce, prima di cominciare a battere ritmicamente, quando una figura di un Manto Grigio avanza su per la scala che porta al patibolo, tenendo nelle mani una catena, ai cui ceppi è legata una figura vestita con abiti semplici, bianchi, e un tabarro nero, con il simbolo del Sacro Ordine ben visibile sul petto. Dritta e fiera nonostante il viso appaia un po' scavato, gli occhi della donna ardono ancora di una viva scintilla. Il manto grigio la tira fino a quando non raggiungono la gogna, poi si fermano mentre il Manto Grigio srotola la pergamena*

Popolo e Nobili di Drepania! Alla onorevole presenza della Duchessa Madre, quest'oggi siamo riuniti in piazza affinché la sovrana giustizia faccia ancora una volta il suo ineluttabile corso!
La donna dinanzi a voi è ARTEMISIA, GRANDE INQUISITORE del SACRO ORDINE

Per gli innumerevoli crimini da essa e dall'Ordine che a lei rispondeva commessi contro il Ducato di Drepania e per cospirazione contro la Corona, la prigioniera è condannata ALLA PENA CAPITALE

*Il Manto grigio arrotola la pergamena e fa un passo di lato, voltandosi verso il palco, mentre la giovane viene tirata verso la gogna, costretta a piegarsi e quindi bloccata. Lo sguardo della condannata è fisso su quello della Duchessa Madre che solo nel momento in cui l'ultimo spicchio di sole sparisce oltre l'orizzonte, afferrato lo scettro al suo fianco, che riluce di un sinistro bagliore, si alza in piedi, imitata da tutti i nobili presenti. Con un gesto elegante, senza tradire alcun sentimento, le donna alza lo scettro all'altezza del proprio viso e lo abbassa. E' solo allora che il boia in attesa solleva la grossa scure per poi abbatterla con un sibilo sinistro sul collo di Artemisia, che viene troncato di netto. Segue qualche attimo di silenzio poi un applauso composto parte prima dai nobili, infine si diffonde per tutta la piazza. I Due soldati portano via la cera con la testa, mentre il Manto Grigio che l'aveva condotta fino alla morte si carica il cadavere in spalla, seguendo i due soldati assieme al boia, mentre la Duchessa si volta e sparisce dietro il trono scortata dai manti grigi al suo fianco, di ritorno al castello, mentre i nobili abbandonano anch'essi la piazza dopo che dapprima i meno curiosi, poi un piccolo aiuto da parte dei lancieri, hanno provveduto a sgombrarla con ordine e senza incidenti.
Così finisce.*