Il Ritorno del Re

*Il sole su Drepania è calato da qualche ora. Si preannuncia una notte tranquilla quando ad un tratto si sente un rumore sordo provenire dalle porte della città: i quattro soldati di guardia dalla porta ovest si sono appena sfracellati al suolo all'esterno della città dopo essere precipitati all'incirca per una decina di metri. Subito dopo si ode il rumore degli argani che sollevano le saracinesche e i pesanti portali vengono aperti.
Abel ed un contingente di circa trecento soldati si riversano per la strada maestra della città, come un unico plotone, diretti verso il Castello con la spada in pugno, ben pochi sono coloro i quali decidono di schierarsi contro di lui e sono prontamente falciati. Molti dei soldati regolari si uniscono al plotone del re, correndo assieme a lui con le armi in pugno. Alcuni uccidono i pochi commilitoni che si parano dinanzi a loro al grido di “Evviva Abel Septim!!” “Lunga vita al Re!!” “Il Duca Septim è qui!!” e procedono come una lama fino alla grande piazza cuore di Drepania, dove la corsa dei soldati si arresta improvvisamente.

Schierati ad attendere i ribelli, ci sono molti soldati fedeli alla duchessa, che attendono con le picche in posizione, dietro di loro altri soldati che impugnano spada e scudo, mentre le ali dello schieramento sono costituiti da una moltitudine di Manti Grigi. In tutto, saranno almeno la metà del contingente al seguito del duca, ma la paura e lo sgomento che ispirano sono palpabili. Gli occhi di alcuni soldati si riempiono di indecisione mentre i due schieramenti si guardano l'un l'altro per interminabili istanti fino a che Abel non scorge, dietro ai manti Grigi, la figura di Invictus, con ai fianchi due Manti Grigi, che l'osserva a braccia conserte. Il sovrano carica allora senza timore e senza remore e i soldati a lui fedeli seguono il suo esempio.

Descrivere la battaglia sarebbe quasi impossibile, i due schieramenti combattono fino allo stremo delle forze, ma i Manti Grigi sono implacabili e uno ad uno i soldati cominciano a cadere, ben presto il lastricato della piazza diviene lucido di sangue, costellato dai cadaveri e da arti e teste spiccati dai corpi. Il Re combatte menando fendenti a destra e a manca, sgominando qualunque cosa gli capiti a tiro ma alla fine, ricoperto di sangue suo e dei nemici uccisi e ormai solo, è raggiunto da numerosi fendenti dei Manti. Il re, dopo aver barcollato un ultima volta, cade a braccia e gambe larghe. Alcuni dei suoi lo hanno lasciato nel momento del bisogno, trovando salvezza nei vicoli.

Solo allora Invictus si fa avanti nella piazza, abbandonando la sua posizione, diretto verso il re. Il capo delle Zanne Nere non si è sporcato le mani ed è rimasto per tutto il tempo dietro lo schieramento dei fedeli alla duchessa. Ha percorso solo pochi passi verso il sovrano quando una sagoma si stacca dalle ombre e scatta in direzione del re caduto, attraversando in pochi istanti la piazza e ponendosi a sua difesa. L'uomo impugna una lunga spada e si è arrestato in posizione di guardia con un movimento fluido. Seppure senza simboli che lo rendano immediatamente riconoscibile, si tratta di Flavio, Generale della Legione. Alla sua apparizione e al suo sguardo che vola sui Manti, fa eco un cenno di Invictus e i superstiti dello schieramento tornano in formazione. Segue un momento di assoluto silenzio, poi Invictus batte piano le mani.*

Generale Flavio, ma che piacevole sorpresa! Una reliquia di un passato remoto venuto a salvare il proprio sovrano..

*La risposta dell'uomo è immediata.*

Sono soltanto Flavio ormai, qui per rispettare un antico giuramento

*Dice, prima di abbassare la guardia. Getta uno sguardo ad Invictus prima di infoderare la lama, voltarsi e afferrare il sovrano caduto, caricandoselo come può. Lo sguardo della Zanna Nera è deciso e taglia la piazza come una lama.*

Hai del fegato, devo ammetterlo.. Ma né tu, né Abel Septim, questa notte, riuscirete a sfuggirmi.

*Dice, quasi pronunciando le ultime parole come una sentenza capitale. Ma Flavio, cominciando a camminare e senza nemmeno voltarsi, gli risponde calmo*

Invictus... Conosco ogni angolo di questa capitale. Ogni suo vicolo, ogni suo anfratto..

*La risata di Invictus termina il discorso di Flavio*

Credi davvero di riuscire a sfuggirmi, Flavio? Non potrai nasconderti da me a Drepania.. E con l'ex re in quelle condizioni non andrai lontano.. Inoltre, guardati attorno..

*fa un gesto con la mano a comprendere la piazza e i cadaveri*

Non c'è più nessuno che possa difenderti da me.. Nessuno che porti avanti la tua causa.. SEI SOLO.. Completamente SOLO! Prendeteli!!

*Ordina, e i Manti Grigi si lanciano all'assalto, ma non fanno che due passi che due frecce si piantano con un sibilo nel lastricato, mentre Flavio nemmeno si volta. Correndo veloce, un'altra figura entra nella piazza e non rallenta l'andatura nemmeno quando scaglia altre due frecce allo stesso tempo, che per il colpo fanno indietreggiare di un paio di passi due Manti, colpiti al petto.
Ettore supera correndo il sovrano e Flavio, rallentando appena per lanciargli un significativo sguardo, a cui l'uomo annuisce. Completamente vestito di bianco e blu, Ettore si pone a difesa dei due. Due spade gli tintinnano al fianco, l'elsa di uno spadone gli spunta tra le scapole e due asce ad una mano gli pendono accanto alle spade, sul petto due fasce piene di coltelli da lancio. Punta il dito su Invictus.*

Non pensare che sia così facile, Invictus.. Non finchè io respiro..

*Mentre il re e Flavio scompaiono tra le ombre della città, egli getta l'arco e sfodera le spade, un espressione concentrata e decisa sul volto serio e sereno allo stesso tempo. Invictus storce la bocca infastidito da quella inaspettata intromissione e fa un cenno imperioso con la mano. Mentre i Manti Grigi e i soldati gli si lanciano addosso, Ettore corre loro incontro.*