La morte degli amanti.

*la donna entra in Cattedrale. Il cappuccio del mantello le copre il viso per metà e, stringendosi in esso per il freddo, si dirige lentamente verso la statua di Bal'Udun. Arrivata, si scopre il viso, bianco e solcato da profonde occhiaie. Con lo sguardo che tradisce una profonda malinconia, osserva la statua a lungo. Poi si inginocchia davanti ad essa e chiude gli occhi. Con la voce spezzata dice*

Divino Bal'Udun...sono ancora una volta qui per chiederti di far arrivare ai miei amati le mie parole...chissà come devo sembrargli da lassù, forse piccola e fragile? Forse stanca e afflitta?

*rimane qualche minuto abbondante in silenzio*

Renouard...vivo ancora sommersa dai ricordi...ma non posso lasciarvi andare via...ho letto questa poesia oggi, in un tuo libro, e volevo leggertela, come facevi tu a volte la sera.

*prende una pergamena e la srotola. Con voce leggermente tremante inizia a leggere*

Avremo letti pieni di profumi leggeri, divani profondi come tombe
e sulle mensole fiori strani dischiusi per noi sotto i cieli più belli.
Usando, a gara, i loro estremi ardori, saranno i nostri cuori come due grandi fiaccole,
che rifletteranno le loro doppie luci nei nostri spiriti, specchi gemelli.
Una sera di rosa e azzurro mistico ci scambieremo un unico bagliore,
simile a un lungo singhiozzo, risonante d'addii.
Più tardi, un Angelo, dischiuse le porte, verrà, gaio e fedele,
a ravvivare gli specchi offuscati e le fiamme ormai morte...

*Dopo averla letta, inspira profondamente per un paio di minuti. Con la voce un po' più ferma dice*

Dammi ancora la forza necessaria, mia luce...il mio cammino mi porterà verso quell'unico bagliore che bramo, per ricongiungermi a voi. Ma ho ancora molto da fare qui...prenditi cura di Tristano, amore mio, ancora per un po', senza di me...ti amo e ti amerò per sempre, lo giuro.

*rimane tutta la notte in silenziosa e struggente preghiera*