Mai una notte è stata più luminosa, e al tempo stesso più buia, in Elavia, di questa dell’ottavo giorno del nono mese.
Il primo allarme arriva da Colle dei Venti, dove una guardia segnala uno sciame di fedeli in fuga, dall’interno del tempio della Grande Madre Sharidia. Nel tempio, ormai quasi totalmente privo di preganti, il soldato racconta di aver visto un sacerdote in lacrime indicare la grande statua raffigurante la madre, posta al centro dell’edificio. Un rivolo di sangue colava da una piccola crepa formatasi sotto gli occhi della Dea, e le sue forme un tempo prosperose adesso sembravano più smagrite ed invecchiate.
Poco dopo, un sacerdote direttamente dal centro di Drepania, urla di un caso analogo al tempio di Eleimitros. Ancora fedeli in fuga, a causa della statua del Dio Sole sanguinante, e per il suo colore improvvisamente sbiadito, senza alcuna luminescenza.
Subito un fedele in corsa si unisce al coro di disperazione, annunciando un terribile maleficio al tempio di Elaudia di Misericordia. La statua ha iniziato a sanguinare e ad apparire come se la Dea avesse il corpo interamente ricoperto da orrende ferite.
E ancora da Contrada D’Arme, Palaum, Oniream, persino da Mor, Olevanus, Sublacum.
In breve tempo, l’agorà è piena di gente in preda al panico.
D’un tratto, il lamento sconvolto di un sacerdote di Akos, viene interrotto dall’urlo straziante di un fedele, che indica con la sua mano tremolante la collana del prete, che adesso raffigura il Re senza la sua tipica corona, e anche stavolta sangue che scende dai suoi occhi.
Il vociare diventa in breve tempo ancora più forte e spaventato, e di lì a poco iniziano a sopraggiungere anche altri popolani, accortisi che qualunque oggetto o monile raffigurante una divinità, appariva adesso deturpato e sanguinante.
Fra i vari vaneggiamenti di apocalisse e disgrazia, qualcuno inizia ad incolpare gli altri fedeli di non essere stati degni, e di aver deluso le proprie divinità, ed allora iniziano a scoppiare anche sempre più violente risse.
Tutto il popolo è in subbuglio, e difficilmente qualcuno riuscirà a dormire questa notte.